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Messo in discussione il progetto del Campus

L’area che si affaccia su via Magenta destinata ad ospitare il polo scolastico delle superiori
L’area che si affaccia su via Magenta destinata ad ospitare il polo scolastico delle superiori
L’area che si affaccia su via Magenta destinata ad ospitare il polo scolastico delle superiori
L’area che si affaccia su via Magenta destinata ad ospitare il polo scolastico delle superiori

Nicolò Vincenzi Una doccia fredda nel pieno dell’emergenza coronavirus. Il vicepresidente della Provincia con delega all’edilizia scolastica, David Di Michele, ha fatto correre un brivido al sindaco Roberto Dall'Oca e ai dirigenti scolastici. Il Campus scolastico di Villafranca infatti, soluzione individuata a più voci per risolvere la carenza di aule degli istituti superiori della città, non sarebbe più una priorità. Prima si dovrà puntare sulla didattica digitale e poi, se mai, alla realizzazione del Campus di via Magenta. E così la dichiarazione di Di Michele ha messo tutti sull’attenti. Il dirigente scolastico del liceo Medi, Marco Squarzoni, spiega come la realizzazione del Campus a Villafranca sia invece di fondamentale importanza. Al Medi, infatti, negli ultimi anni, grazie alla qualità riconosciuta dell’istituto, si è registrata un’impennata delle iscrizioni. Oggi si cerca di far fronte come si può: prima con le cinque classi ricavate all’ultimo piano delle Cavalchini-Moro, ma non basta. «Pur avendo usufruito di tutti gli spazi possibili e immaginabili siamo ancora in sofferenza», aggiunge Squarzoni, «per il prossimo anno scolastico abbiamo fatto lo sforzo di accogliere più classi di quelle che potevamo. E per far questo dovremo rinunciare a degli spazi comuni», prosegue. Sulla stessa linea anche la dirigente dell’Anti, Lia Artuso: «Servono spazi, certo. Noi abbiamo anche tanti laboratori, ma non possiamo utilizzare quelli per creare nuove aule perché, soprattutto in indirizzi come il nostro, sono molto importanti». Anche l’Anti è in crescita per numero di iscrizioni. C’è, però, un altro dato di cui bisogna tener conto e lo spiegano entrambi i dirigenti: il calo demografico. Se di questo aspetto, per adesso, ne risentono le scuole di primo grado il contraccolpo alle superiori non arriverà prima di due o tre anni. Ma fino ad allora? Si chiedono presidi e amministratori. E Squarzoni evidenzia: «Con le iscrizioni di quest’anno avremmo potuto fare almeno una classe in più allo scientifico e altri ragazzi avrebbero potuto iscriversi all’indirizzo di scienze umane. E invece sono stati costretti a scegliere altri istituti». Ieri, il vicepresidente della Provincia ha corretto il tiro, puntualizzando che non è stata abbandonata l’ipotesi del Campus, ma «vista l’emergenza coronavirus si dovranno fare delle ulteriori riflessioni di come cambieranno le metodologie didattiche». E per questo la Provincia dovrà studiare protocolli che possano coinvolgere, negli «eventuali campus», una maggiore tecnologia ed innovazione, coinvolgendo anche Villafranca. Era stato però Di Michele, a metà febbraio scorso, a dare dei tempi spiegando che i lavori avrebbero potuto avviarsi entro la fine del suo mandato. E quindi entro i prossimi quattro anni. Ma il problema è qui e ora. Il sindaco Dall’Oca, che già la scorsa estate con un colpo di coda aveva individuato gli spazi per cinque classi del Medi in via Marconi (scelta pro tempore, niente di più), non ci sta: «Ritengo che oggi discutere di tecnologia legata al futuro scolastico basandoci esclusivamente sull’esperienza di questa emergenza sia quantomeno riduttivo, se non errato». E ancora: «Pensare che la tecnologia risolva tutto e prendere ancora tempo per rimettere in discussione linee programmatiche già condivise», aggiunge Dall’Oca sottolineando la mancanza di spazi a Villafranca, «vuol dire ripartire da zero. E non possiamo permettercelo». Un messaggio, il sindaco e consigliere provinciale Dall’Oca, parlando del campus, lo spedisce dritto a Di Michele: «Dica se erano visioni condivise oppure se si è discusso a caso». Il primo cittadino non mette da parte la tecnologia ma conclude: «Chiederò a gran voce la realizzazione del Campus. Sarà uno spazio innovativo per i nostri ragazzi, o li vogliamo tutti bloccati davanti a uno schermo del computer?». Anche la consigliera villafranchese Pd, e professoressa di lettere proprio al Medi, commenta le parole di Di Michele: «Prima di accantonare il progetto Campus doveva esserci un confronto con dirigenti scolastici e amministratori locali. Non mi risulta che sia stato fatto». Secondo Roveroni, infatti, quella che stiamo vivendo è una crisi terribile che porterà a rivedere l’agenda politica, ma serve lungimiranza: «Bisogna pensare che prima o poi torneremo all’ordinarietà in classe. Il problema delle strutture c’è e non si deve accantonare. Deve essere portato avanti contestualmente all'attuale momento», chiude. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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