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Morto a Valeggio nel 2006

Marito trovato
morto sul divano,
assolta la moglie

Morto a Valeggio nel 2006
L’abitazione dove  venne trovato morto Aziz Najih, al tempo del sopralluogo dei carabinieriLa foto scattata da Costantino Fadda subito dopo l’omicidio: accertamenti sulla bicicletta
L’abitazione dove venne trovato morto Aziz Najih, al tempo del sopralluogo dei carabinieriLa foto scattata da Costantino Fadda subito dopo l’omicidio: accertamenti sulla bicicletta
L’abitazione dove  venne trovato morto Aziz Najih, al tempo del sopralluogo dei carabinieriLa foto scattata da Costantino Fadda subito dopo l’omicidio: accertamenti sulla bicicletta
L’abitazione dove venne trovato morto Aziz Najih, al tempo del sopralluogo dei carabinieriLa foto scattata da Costantino Fadda subito dopo l’omicidio: accertamenti sulla bicicletta

Najih Aziz il 16 dicembre 2006 venne trovato dai soccorritori seduto sul divano di casa con una ferita al petto. Una sola indagata, la moglie Nadia Fellahi accusata di averlo accoltellato e ieri pomeriggio, a 13 anni di distanza dai fatti, la Corte d’Assise presieduta da Sandro Sperandio (Cristina Carrara giudice a latere), ritenendo non raggiunta la prova della sua colpevolezza, l’ha assolta.

 

L’ACCUSA. Ventitre anni di reclusione, questa la richiesta del sostituto procuratore Alberto Sergi, una richiesta che, come ha sottolineato egli stesso al termine della requisitoria, «tiene conto del tempo trascorso tra l’omicidio e il procedimento oltre che della circostanza che nel frattempo la signora si è presa cura dei figli. Lei non ha fornito alcun contributo ma l’ergastolo è una pena severa e, per come è stato ricostruito l’omicidio, non ritengo vi sia stato dolo intenso». Ma ha chiesto comunque la condanna perchè «gli elementi raccolti convergono a indicare nella Fellahi la responsabile della morte del marito. Le altre ipotesi alternative possibili, una lesione da parte di terzi al di fuori dell’abitazione, un atto volontario o una caduta dalla bicicletta non sono credibili e non possono trovare fondamento. Sono mere congetture. Vero che c’è un’altra persona, ma gli accertamenti non hanno fornito elementi di alcun genere e quindi non merita considerazione. Lei viene intercettata nella sala d’aspetto mentre dice al figlio ”non dire quella cosa”, ”ti ho detto di non dire nulla, dì non lo so”. Il bambino allora aveva 8 anni, è stato sentito oggi e non ha smentito nulla ma non ricorda niente.

La madre ha condizionato le sue dichiarazioni, ha manipolato la memoria del figlio». Assolta perchè la Corte non ha ritenuto raggiunta la prova e ieri la difesa, gli avvocati Paolo Mastropasqua, Luca Tirapelle e Maurizio Milan, hanno prodotto gli articoli e le foto pubblicate da L’Arena in occasione dell’omicidio e scattate a Valeggio, in via Santa Maria dove la coppia abitava. E dove i soccorritori trovarono l’uomo morente.

 

ACCERTAMENTI MANCANTI. Tra le foto anche quella che ritrae una bicicletta da uomo, violacea, e un carabiniere in borghese. Quella foto, mostrata a uno dei testimoni, è stata introdotta per avvalorare la tesi sostenuta dai legali della signora: qualsiasi cosa possa essere successo ad Aziz è accaduto all’esterno della casa. Su una bicicletta viola da donna non furono trovate tracce ematiche: per la difesa non era quella usata dalla vittima. E, come è emerso ieri, di altre verifiche (effettuate dai carabinieri di Peschiera) non vi è traccia nel fascicolo.

 

L’abitazione dove  venne trovato morto Aziz Najih, al tempo del sopralluogo dei carabinieriLa foto scattata da Costantino Fadda subito dopo l’omicidio: accertamenti sulla bicicletta
L’abitazione dove venne trovato morto Aziz Najih, al tempo del sopralluogo dei carabinieriLa foto scattata da Costantino Fadda subito dopo l’omicidio: accertamenti sulla bicicletta

 

 

«Per la Procura è un omicidio avvenuto in casa e poiché c’era la signora allora deve essere stata lei», ha esordito l’avvocato Mastropasqua. «Dice che quando il marito è rientrato era pallido, si teneva una mano sul petto. Non parla una parola di italiano, era spaventata e per questo aveva detto quelle frasi al figlio». Ha analizzato quindi i tempi: Aziz viene visto in bici alle 14.50, a 400 metri da casa, i soccorsi arrivano alle 15.10. «Tra l’uomo che rincasa e la chiamata al 118 passano circa 5-6 minuti, e in questo tempo la signora avrebbe accoltellato il marito (un solo colpo al cuore), ripulito il coltello, la casa e lavato ogni cosa perchè», ha ribadito, «sul materiale sequestrato il Ris non ha trovato tracce di sangue. Tutto in pochi minuti.

Le lesioni da difesa sono ”anomale a causa del forte stato di intossicazione” ci ha detto il professor De Leo che ha ipotizzato - considerata la lesione - un tempo di sopravvivenza fino a 6 minuti. Aveva bevuto, poteva andare in bici ma non è stato in grado di difendersi? In questo caso non abbiamo reperti, su bici e manopole non c’era nulla ma la bici fuori dalla casa non è stata controllata. L’ipotesi alternativa? Quel tipo di ferita non sanguina, non provoca emorragia, può essere stata inferta prima dei del rientro a casa». All’arrivo dei soccorritori Aziz era vivo e, ha sottolineato il collega Milan, «nulla ha detto, non ha indicato nessuno e avrebbe potuto farlo». Assolta perché la prova non è stata raggiunta. Tra due mesi le motivazioni. •

 

 

Fabiana Marcolini

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