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Mafia, le sedi fantasma delle società

La Guardia di Finanza ha sequestrato un milione di euro in contanti
La Guardia di Finanza ha sequestrato un milione di euro in contanti
La Guardia di Finanza ha sequestrato un milione di euro in contanti
La Guardia di Finanza ha sequestrato un milione di euro in contanti

Oltre alla Sl group srl di Valeggio sul Mincio, ci sono altre due aziende «fantasma» veronesi poste sotto sequestro a Verona dal gip di Catania. E tra queste società, spunta il nome della moglie di Antonio Siverino, residente a Valeggio, arrestato due giorni fa insieme al figlio Francesco nell’operazione «Follow the money» della Guardia di finanza di Catania con il supporto dello Scico, il Servizio d’investigazione d criminalità organizzata. Agatina La Mela, 45 anni, è indagata perchè, a parere dell’accusa, avrebbe fatto da prestanome di una società, l’Ag Oil srls con sede a Villafranca in corso Garibaldi 43, finita nel mirino della procura antimafia di Catania. I sigilli sono stati poi messi anche alla «Buy and sell group srls» con sede a Verona in via don Trevisani 2. In questo caso, il socio unico risulta essere Pietro Bonanno, 39 anni, residente a Biancavilla nel Catanese altro indagato a piede libero. Una volta interrogato dagli investigatori, il siciliano non è stato in grado di dire dove si trovasse con esattezza la sede nel Veronese, non essendoci mai stato. Sono solo alcuni dei risvolti veronesi emersi dalla lettura della 342 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Catania, Loredana Pezzino. Nel provvedimento, è riportato il nome di 26 indagati tra i quali cinque ora si trovano dietro le sbarre. Il provvedimento ha comportato anche il sequestro delle quote societarie di 17 aziende e 48 beni immobili, tra Catania e Messina, intestati a prestanome, parenti dei Siverino oltre a conti correnti e disponibilità finanziarie per un valore di 50 milioni di euro. E si tratta di elementi inquietanti tanto da far scrivere allo stesso giudice che «la dilagante e preoccupante capacità di inserirsi nel tessuto economico» da parte anche dei Siverino e «la disponibilità di armi» rappresentano «indici univoci di una perdurante attività» oltre che «di un radicamento sul territorio della consorteria criminale». Antonio e Francesco Siverino sono accusati di far parte dell’associazione mafiosa operante ad Adrano, legata agli «Scalisi», seppur nella forma del concorso esterno. In quel Comune di 35 mila anime a 36 chilometri da Catania, c’è un articolazione locale del clan mafioso alla famiglia Laudani. A parere degli inquirenti della Guardia di finanza, i due Siverino contribuivano al rafforzamento del sodalizio criminale «agevolando la formazione e l’incremento della cassa, finalizzata al mantenimento del gruppo e dei suoi sodali», riporta l’ordinanza di custodia cautelare. I Siverino, scrive ancora il giudice, «hanno fornito un contributo stabile e protratto nel tempo alla realizzazione dalla finalità dell’organizzazione criminale». E l’hanno fatto dal 2010 fino all’arresto di due giorni fa. Oltre a questa accusa, i Siverino vengono citati in altri 17 capi d’imputazione sempre con lo stesso reato: «Trasferimento fraudolento di valori», ovvero intestazione fittizia delle loro società a teste di legno. E tutte queste false titolarità di società hanno l’aggravante di aver favorito l’organizzazione criminale di stanza tra Catania e Messina Il motivo? I due arrestati, riporta l’accusa, «volevano eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzioni patrimoniali». E i modi di non risalire ai veri timonieri di queste società, sono parecchi come verificato dagli agenti delle Fiamme gialle a partire dalla «Buy and sell group srl» con sede a Verona in via Don Trevisani 2, fondata il 26 settembre 2018. La società è impegnata nella commercializzazione di autovetture e veicoli leggeri. Il titolare della società Pietro Bonanno, riporta una scheda, ha percepito redditi irrisori tra il 2013 e il 2018. «Anche in questo caso», riporta l’ordinanza del gip di Catania, «deve rilevarsi la totale incapacità economica dei prestanome di Siverino in quanto (Bonanno ndr) produce risorse appena sufficienti alla sopravvivenza della famiglia». Il giro d’affari della società di borgo Milano è notevole, però: l’ordinanza parla di transito sui conti in uscita di 1.300.000 euro. Il discorso non cambia per la «Sl group srls» con sede a legale a Catania ma operativa a Valeggio in via Cavour. Ha un capitale sociale di 2.900 euro ed è stata fondata il 28 febbraio 2018. Qui spunta il nome di Cristopher Cardillo, 37 anni come titolare della società. In realtà, scoprono gli inquirenti, è un dipendente dei Siverino. La Sl Group srl ha come oggetto sociale i servizi logistici relativi alla distribuzione delle merci. Proprio dai servizi di osservazione svolto dal personale del Gico su questa società, è emerso che le auto in uso ai Siverino spaziavano dalla Mercedes alla Porsche all’Audi Q7 con targa tedesca. C’è infine la società, intestata alla moglie di Antonio Sivererino, l’Ag oil srls che fu costituita il 5 febbraio 2019 da Agatina La Mela a Villafranca. L’azienda si occupa di commercio di prodotti petroliferi per autotrazione. Anche in questo caso, la quarantacinquenne non ha redditi e da ciò, gli investigatori ritengono che la società sia riconducibile al marito Antonio ora in carcere. •

Giampaolo Chavan

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