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Luciano e Giovanna La coppia d’oro del bridge

Omar Sharif
Omar Sharif
Omar Sharif
Omar Sharif

Avevano iniziato sul finire degli anni Ottanta a coltivare la passione per il bridge, stimolati da una parente che aveva smazzato anche col famoso attore egiziano e campione di bridge Omar Sharif. Poi, dopo qualche anno, gli impegni lavorativi avevano portato i coniugi Luciano Venturi Baroni, classe 1956 e Giovanna Erculiani, classe 1963, a dirigersi verso giochi di carte meno complessi. E’ stata la pandemia a riportarli nel vortice di un gioco che chiede molto impegno, ma coinvolge chi lo pratica, mettendo in moto ogni risorsa mentale. Così hanno ripreso prima ad allenarsi online e sono arrivati a vincere il campionato italiano a coppie per allievi nella gara tenutasi recentemente al palazzo dei congressi di Salsomaggiore terme. «Abbiamo iniziato», conferma Luciano Venturi Baroni, «con mia zia, la pittrice Carla Leoni, che m’aveva raccontato d’aver giocato a Venezia con Omar Sharif, un mito del bridge e dello spettacolo (tutti lo ricordano nel film Lawrence d’Arabia e per il Leone d’oro alla carriera ottenuto a Venezia nel 2003, ndr). Era il 1989 e ci trovavamo con altri amici appassionati di carte al bar Cavallino e lì abbiamo appreso i primi rudimenti, cercandoci poi un maestro». Poi, dopo qualche anno, presi da varie attività, non pensarono più al bridge, fino all’arrivo della pandemia. «Il confinamento c’ha fatto scattare qualcosa, «rivela la moglie, «e abbiamo deciso di ripartire con le gare virtuali, pur sapendo benissimo che ci limitavano nella socialità e si perdeva molto del fascino del gioco, oltre ai suoi rituali. La speranza era di tornare a giocare dal vivo e così abbiamo ricontattato Luciano Feole, il nostro primo maestro e ci siamo allenati. Certo non pensavamo di vincere i campionati italiani di categoria dopo tanti anni di attività». Il bridge, che solo in Italia ha due milioni di appassionati con decine di migliaia di agonisti e centinaia di circoli, viene dall’Inghilterra pur se le regole del bridge moderno furono codificate da Eugenio Chiaradia, docente di lettere e filosofia e componente del "Blue team", la rappresentativa italiana che vinse tredici mondiali (10 di fila) nel dopoguerra. Anche nel nome, rimarca la Federazione italiana gioco bridge sul suo sito «sottolinea quel ponte ideale che viene a formarsi tra compagni di coppia». E proprio l’intesa e la fiducia tra compagni permette di ottenere buoni risultati. «Non esiste la fortuna come in altri giochi di carte», afferma Venturi Baroni, mostrando una libreria dedicata a come si attacca e come ci si difende, «ma bisogna capire dove il tuo compagno va a parare e serve una strategia per rispettare il “contratto“. Il caso incide solo sulla qualità delle carte che ti trovi in mano». A Salsomaggiore la coppia valeggiana ha mantenuto i nervi saldi, superando gli avversari nelle ultime smazzate e dimostrando di saper affrontare la pressione psicologica e la stanchezza. •.

Alessandro Foroni

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