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SONA

La targa per la vittima del lavoro al suo posto dopo due anni e mezzo

Ma resta il mistero su chi la tolse dal parco pubblico Il diciottenne Fasoli morì nell'incidente a Gardaland
La targa che ricorda Alessandro Fasoli FOTO PECORA
La targa che ricorda Alessandro Fasoli FOTO PECORA
La targa che ricorda Alessandro Fasoli FOTO PECORA
La targa che ricorda Alessandro Fasoli FOTO PECORA

Ci sono voluti due anni e mezzo, ma ora la targa commemorativa dedicata ad Alessandro Fasoli è tornata al proprio posto, all'interno del parco a lui intitolato. Alessandro ha perso la vita il 29 luglio del 2008, a soli diciotto anni, a causa di un tragico incidente sul lavoro avvenuto a Gardaland, dove era stato assunto come dipendente stagionale. Nel terzo anniversario della sua morte, l'amministrazione dell'ex sindaco Gualtiero Mazzi aveva deciso di intitolare al ragazzo l'area verde di via Donizetti, uno dei principali luoghi di incontro dei giovani sonesi. La dedica, fortemente voluta dall'allora vicesindaco Gaspare Di Stefano e dall'allora assessore allo sport Amedeo Rossi, era stata suggellata attraverso la realizzazione di un piccolo monumento, costituito da una targa sorretta da una colonnina in ferro, con la scritta «Comune di Sona. Parco comunale Alessandro Fasoli» e la data della cerimonia di intitolazione. Nell'estate del 2012, all'insaputa della mamma di Alessandro e nel silenzio generale, la targa era stata spostata sulla cancellata. Il piedistallo, rimosso dalla sede originaria, non è più stato trovato.
Il Comune però non aveva emanato alcun atto formale che giustificasse tale spostamento e, a tutt'oggi, ancora non si sa chi si sia effettivamente occupato dello smantellamento di quest'opera costruita con denaro pubblico. L'unico elemento certo nella ricostruzione della vicenda è che l'associazione San Quirico, che gestisce il parco, aveva segnalato all'amministrazione la pericolosità della posizione in cui il monumento era stato posto e aveva suggerito una nuova collocazione.
«Secondo il mio parere», ipotizza Luca Ceriani dell'associazione San Quirico, «lo smantellamento non è stato un'iniziativa dell'amministrazione nel suo complesso, anche perché non ci sono atti ufficiali a sostegno di questa decisione, ma un'iniziativa personale di un componente dell'amministrazione». Ceriani però non fa nomi.
Poi aggiunge: «Ci tengo a precisare che non è stato nessuno dell'associazione San Quirico a rimuovere la targa». Resta tuttora il mistero su come sono andati i fatti.

Federica Valbusa

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