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La pandemia lascia macerie Studenti pronti a ricostruire

Gli studenti escono dal liceo Medi con le mascherine
Gli studenti escono dal liceo Medi con le mascherine
Gli studenti escono dal liceo Medi con le mascherine
Gli studenti escono dal liceo Medi con le mascherine

La pandemia ha scolpito su di noi i suoi effetti. Individuarli e capirli per poi riprendere la vita è un passo essenziale. Per questo il liceo Enrico Medi di Villafranca lancia il progetto Inclusione+, rivolto non solo ai ragazzi, che più hanno bisogno di riferimenti, ma anche agli adulti che devono essere in grado di darne loro pur dovendo affrontare anche le proprie difficoltà. Se i giovani, infatti, hanno la necessità di uscire da questa palude, a genitori e insegnanti spetta il compito di dare loro speranza di futuro e di traghettarli oltre. «Il progetto nasce per affrontare insieme il difficilissimo e doloroso periodo della pandemia», spiega il preside Marco Squarzoni. «Nella consapevolezza che la pandemia ha colpito tutti, lavoriamo in modo articolato su tre livelli: studenti, famiglie e insegnanti». C’è uno sportello per gli alunni che possono rivolgersi a educatori o psicologi e affrontano anche le tematiche in classe. Per i docenti è prevista una serie di incontri formativi. Le famiglie, infine, hanno la possibilità di interloquire con gli esperti attraverso i canali informatici. C’è una vera equipe messa a disposizione composta dall’educatore Giovanni Mazzi e dagli psicologi Michele Dal Bò e Filippo Mantelli. A scuola, in presenza, oppure a distanza online, Mazzi e Mantelli lavorano con gli studenti, mentre i genitori hanno avuto modo di confrontarsi, in due serate dedicate a loro, con Dal Bò, al quale possono appunto continuare a rivolgersi. Ai docenti è dedicata una specifica attività di formazione e aggiornamento con Mantelli e con un esperto di metodologie della didattica a distanza. «Ai ragazzi offriamo incontri con un’equipe per affrontare le tematiche che sgorgano da loro e dagli stimoli che vengono loro offerti in classe perché lavoriamo di classe anche per ricreare quel senso di comunità che con la didattica a distanza è venuto un po’ meno», continua Squarzoni. «Si cerca poi di dare strumenti ai genitori per affrontare questo momento e agli insegnanti perché abbiano un ausilio soprattutto per lavorare sull’aspetto delle relazioni con i ragazzi. Ai docenti diamo suggerimenti anche dal punto di vista scolastico». Il rientro a scuola per gli studenti delle superiori era atteso. I più giovani hanno iniziato il primo anno senza l’occasione di conoscere bene i compagni di classe. I più grandi hanno sentito la mancanza degli amici e dei rapporti instaurati a scuola: «Il ritorno a scuola è vissuto con sollievo per loro: la chiusura a casa è una sofferenza per chiunque. Quanto agli effetti sul disagio psicologico rileviamo un aumento di fragilità e di necessità di ascolto», conclude Squarzoni. Inclusione+, che potrebbe diventare anche punto del piano dell’offerta formativa della scuola anche per il prossimo anno, prevede, appunto, approfondimenti sulle problematiche più sentite in questo periodo offrendo la possibilità ad alunni e insegnanti, ma anche a padri e madri, di confrontarsi con professionisti esperti nei quali trovare un sostegno psicologico. «È questo il tema cardine dell’attività proposta, con l’intento di cogliere prima di tutto i bisogni degli studenti, ma anche quelli degli adulti che condividono con loro le sfide di questo periodo: genitori e professori», spiegano gli insegnanti che coordinano il progetto. «Ed è fondamentale affidarsi a esperti del mondo giovanile e della comunicazione digitale». «Perché il progetto?», concludono. «Perché i ragazzi non hanno bisogno solo di contenuti disciplinari, ma anche di sentire accanto a sé adulti che li capiscano, li sostengano e accompagnino, anche nell’ambiente scolastico, chiamato a essere, sempre di più, comunità educante».•.

Maria Vittoria Adami

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