<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Nogarole Rocca

La disperazione di Francesca, titolare di un ristorante: «Caro bolletta, rischio di chiudere»

Francesca Rotta mostra la bolletta di 7.430 euro con scadenza domani (foto Pecora)
Francesca Rotta mostra la bolletta di 7.430 euro con scadenza domani (foto Pecora)
Francesca Rotta mostra la bolletta di 7.430 euro con scadenza domani (foto Pecora)
Francesca Rotta mostra la bolletta di 7.430 euro con scadenza domani (foto Pecora)

Il sorriso la anima da sempre, anche quando affronta nuove esperienze professionali. L'ultima, cinque anni fa, quando ha preso in mano un ristorante a Nogarole Rocca, chiuso da un po' e lo ha riportato in vita. Missione compiuta, per Francesca Rotta, 43 anni, di Villafranca. Ma poi ci si è messa la pandemia, seguita dai rincari e dalla guerra. Sempre avanti, si è detta, senza arrendersi anche di fronte agli ostacoli che aumentano di giorno in giorno. Ora però, la realtà è un'altra e guarda sconsolata le bollette dell'energia elettrica, tutte lì sul tavolo del ristorante. Un colpo dietro l'altro, anni di sacrifici e giorni di lavoro senza aver mai un attimo in cui respirare.

L'ultima bolletta che scade domani, è di 7.430 euro. A luglio erano 4.470. Quelle precedenti 3.400 e cinquemila a gennaio. «Se va avanti così si chiude», dice. Lo scorso anno la media era di 2.500-2.700 euro a bolletta. Nell'agosto 2021, 2.737 euro. «Costi energetici triplicati significano morire», racconta, mentre il figlio di due anni le si arrampica in braccio. «Passo le giornate a lavorare, sono qui dalle 11 a mezzanotte, nei festivi e durante le vacanze e non resta niente. Ce la metto tutta a far funzionare le cose, ma sta diventando impossibile».

Affiancata dai genitori e, oggi, da una decina di dipendenti, tra lavoratori a tempo indeterminato e stagionali, Rotta ha gestito per anni il bar del tennis a Villafranca e poi la pizzeria e ristorante sopra le piscine comunali. Quando il centro sportivo ha chiuso per restauro è approdata alla Bastia di Nogarole Rocca dove ha aperto una pizzeria ristorante con 250 posti: «Siamo partiti a mille. I nostri clienti ci vogliono bene e ci hanno seguito e poi il casello dell'autostrada dirotta qui tanti turisti. Eravamo felicissimi. Ma ora cosa faccio? Non posso alzare i prezzi troppo, perché perdo i clienti. E non possono non aumentarli perché non ci sto dentro con le spese. Il rischio, mio e di molti altri, è di chiudere se non succede qualcosa».

Quella della ristorazione è un ambito particolarmente a rischio, come le palestre, i cinema e tutte le attività alle quali le persone, se devono fare dei tagli di spesa, possono rinunciare. «Mentre noi non possiamo tagliare sulle voci di spesa: che ci siano 10 o 100 clienti, i locali devo illuminarli e riscaldarli. E non posso far pagare 10 euro una margherita, perché, appunto, i clienti se ne vanno». Il gestore dell'energia elettrica le ha spiegato che il maxi - rincaro è legato all'aumento del Pun, il Prezzo unico nazionale dell'energia. A luglio è salito a 0,441 euro al kwh, dallo 0,27 di giugno. L'anno scorso era a 0,1.

Leggi anche
Nuovi aiuti per 17 miliardi, rafforzato il taglio del cuneo. Dalle bollette alle pensioni, ecco tutte le misure

Tra le cause, continua il gestore, la crisi in Russia, lo stress sui prezzi del gas, l'aumento dei valori dei certificati di emissione di CO2 decuplicati in cinque anni, questioni economiche e burocratiche e una bassa crescita nazionale di rinnovabili. Ma non è solo una questione di bollette, affitto, tasse e spese di personale. «Credo ci siano aumenti ingiustificati ovunque», continua Rotta. «La spesa alimentare è salita del 20-30 per cento. Il costo del pellet è triplicato: io ho una veranda che riscaldo con tre stufe, se quest'inverno le spengo perdo la metà dei posti a sedere. Con la guerra è aumentato l'olio di semi, da 10 euro per dieci litri siamo passati a 30, ora a 23. Il burro ha subito aumenti folli. Le vongole da 8 a 20 euro al chilo. Scompaiono dal commercio dei prodotti. Una volta è la pandemia, una volta è la guerra. Non si sa cosa aspettarsi: questo continuo aumento andrà avanti? E per quanto? È un fenomeno di speculazione preoccupante che va fermato». 

Leggi anche
Prezzi in salita, perché i rincari e chi decide. «Così la filiera non regge»

La sua è una delle tante storie che racconta chi ha un'attività e continua a guardare il conto in banca. «È semplice. Se andando avanti le entrate saranno minori delle uscite andremo in rosso. Non si vive di sogni e di progetti. Ora tiro avanti e stringo i denti. Investimenti non ne faccio più». Rotta conclude: «E spero che non si rompa qualcosa: sarebbe la fine. Spaventa l'autunno: è un periodo morto perché le famiglie vanno incontro ad altre spese e perché si preannunciano rincari del gas».

Maria Vittoria Adami

Suggerimenti