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«L’acqua in casa è figlia del cemento»

Orietta Oliosi al cancello della propria abitazione: sabato è stata allagata FOTO PECORA
Orietta Oliosi al cancello della propria abitazione: sabato è stata allagata FOTO PECORA
Orietta Oliosi al cancello della propria abitazione: sabato è stata allagata FOTO PECORA
Orietta Oliosi al cancello della propria abitazione: sabato è stata allagata FOTO PECORA

È andata ancora sotto acqua gran parte di Salionze durante il nubifragio di sabato pomeriggio. Particolarmente colpite alcune vie, da via Trento a via Bachelet e via degli Unni, dove le strade si sono trasformate in fiumi che hanno invaso abitazioni, garage e cantine. Così chi si fosse avventurato in auto per le vie del paese avrebbe visto persone che provavano a fermare l’acqua con tutti i mezzi possibili e a raccoglierla a secchiate. Tra coloro che si sono trovati la casa invasa dall’acqua c’è Ornella Oliosi, pensionata, che in quel momento si trovava da sola nella propri abitazione. «Avevo notato che le nuvole minacciavano acqua», racconta, «ma speravo che la barriera di sacchi di sabbia sul limitare della strada potesse fare da argine. Invece i sacchi sono stati spazzati via dall’onda che proveniva da via Guido Rossa e la casa, come il prato, si sono allagati. Subito mi sarei messa a piangere, ma poi mi sono fatta forza e ho iniziato a pulire, andando avanti fino a domenica. Se non ci fosse stato nessuno in casa, i danni potevano essere consistenti». Ornella Oliosi vive nello stesso posto da decenni ma nota che i problemi sono iniziati sul finire degli anni Novanta, quando s’è sviluppata la parte alta di Salionze, mandando progressivamente in crisi le condutture del centro storico della frazione («Le caditoie non reggono la mole d’acqua che arriva da sopra e che si aggiunge a quella sottostante»). Concetti ribaditi da quanti abitano in via degli Unni e via Bachelet che spesso si sono dotati di pompe per drenare l’acqua e di valvole di non ritorno. Accorgimenti che diventano insufficienti quando il volume d’acqua caduto è consistente e concentrato in una ventina di minuti come sabato. Allora, sapendo che prima o dopo l’acqua invaderà i propri spazi, molte persone hanno adottato il criterio di sistemare mobili e suppellettili su dei rialzi per evitare che si bagnino. «POI TRA VICINI DI CASA», afferma la consigliera comunale Serena Parolini, «ci si avvisa e ci si dà una mano, perché magari talvolta s’intasa anche la grondaia col fogliame che arriva dal bosco. Bisogna attrezzarsi ma è indubbio che scopa e secchio sono gli strumenti più utilizzati in questi frangenti». Le proteste degli abitanti di Salionze partirono nei primi Duemila, con una raccolta di firme a opera di un pensionato, Bellino Bellini, presentata poi in Consiglio comunale dal consigliere di minoranza Pietro Bedulli. Il sindaco di allora, Fausto Sachetto, salionzese, rispose definendo «eventi straordinari» le precipitazioni avvenute, prefigurando controlli sul diametro dei tubi delle condutture e suggerendo ai cittadini d’avvalersi delle assicurazioni. Diverse furono in quegli anni le valutazioni della scomparsa Lida Poli, che fu amministratore comunale e provinciale: «Il paese è cresciuto», dichiarava, «ma i servizi non sono andati di pari passo col suo sviluppo. Inoltre molte zone che erano inizialmente previste come verdi sono diventate edificabili e ovviamente il cemento non assorbe l’acqua, ma la fa correre». NEL CORSO DEI DECENNI e con il frequente ripresentarsi di nubifragi la situazione è peggiorata. «Il problema degli allagamenti di Salionze», sostiene il sindaco Alessandro Gardoni, «viene da lontano. L'attuale amministrazione ha ereditato una situazione che ora richiede molta attenzione per evitare ulteriori disagi ai residenti, dispendio di energie e impegni economici da parte del Comune. Siamo pronti a intervenire di concerto con Azienda Gardesana Servizi, con la quale stiamo lavorando per risolvere il problema». Sulla stessa falsariga l’assessore alle manutenzioni, Alessandro Remelli: «Le tubature non vengono pulite da molti anni e questo ci è stato confermato dalla ditta che ha fatto i sopralluoghi con video ispezioni. In questo tipo di situazioni, sarebbe utile programmare la pulizia ogni due anni, in modo che si possano risparmiare molte risorse e preservare il territorio da allagamenti e ci muoveremo in questo modo». •

Alessandro Foroni

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