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Intitolata una strada
ad Apollinare Veronesi

di Nicolò Vincenzi
Il taglio del nastro per inaugurare via Apollinare VeronesiI familiari di Apollinare Veronesi nella via a lui intitolataLa targa che ricorda l’industriale morto nel 2010 FOTO PECORA
Il taglio del nastro per inaugurare via Apollinare VeronesiI familiari di Apollinare Veronesi nella via a lui intitolataLa targa che ricorda l’industriale morto nel 2010 FOTO PECORA
Il taglio del nastro per inaugurare via Apollinare VeronesiI familiari di Apollinare Veronesi nella via a lui intitolataLa targa che ricorda l’industriale morto nel 2010 FOTO PECORA
Il taglio del nastro per inaugurare via Apollinare VeronesiI familiari di Apollinare Veronesi nella via a lui intitolataLa targa che ricorda l’industriale morto nel 2010 FOTO PECORA

Via Apollinare Veronesi, imprenditore. È stata intitolata ieri mattina al patriarca del Gruppo Veronesi la nuova strada a Nogarole Rocca che dalla provinciale porta alla zona industriale del paese, vicino allo stabilimento Aia. Veronesi, morto a 98 anni nell’aprile del 2010, aveva fondato, il primo maggio del 1958, quello che sarebbe poi diventato uno dei maggiori gruppi agroalimentari europei. Da ieri una via porterà per sempre il suo nome. La cerimonia si è svolta in mattinata con le autorità e la famiglia al completo. A fare gli onori di casa ci ha pensato il primo cittadino di Nogarole Rocca Paolo Tovo che si è detto onorato della presenza di un’azienda così importante sul territorio comunale. Il sindaco ha specificato che quella di ieri mattina è stata solo la conclusione di un percorso iniziato 20 anni prima. «La storia di Apollinare è straordinaria e Nogarole Rocca è stata fortunata ad incrociarla». «Veronesi», ha continuato, «è uno degli esempi da cui tutta l’Italia deve prendere spunto. Noi come amministrazione abbiamo sempre cercato di dare una mano e il Gruppo ha sempre avuto un occhio di riguardo per il suo territorio». «Apollinare», ha proseguito Tovo tracciando un profilo molto personale, ricordandone la sobrietà e la semplicità, «è stato un innovatore quando in Italia nemmeno si sapeva cosa fosse l’innovazione. Non si è mai fatto ammaliare dalla finanza e dalla delocalizzazione».

Prima di passare la parola al vicepresidente della Provincia, Pino Caldana, il sindaco ha specificato quanto Apollinare Veronesi sia stato importante per l’economia del villafranchese e di tutta la provincia. «Da tempo», ha concluso Paolo Tovo, «volevamo dedicargli una via. Appena si è creata questa possibilità, abbiamo chiesto l’autorizzazione al prefetto».

L’opera, che comprende il tratto che della nuova rotonda sulla strada provinciale conduce allo stabilimento Aia e il parcheggio, sono stati realizzati dal Gruppo Veronesi e poi donati al Comune.

Il vicepresidente della Provincia Caldana, portando i saluti del presidente Antonio Pastorello, assente per impegni all’estero, ha ringraziato l’amministrazione comunale e la famiglia Veronesi: «Con questo intervento è andata incontro alle esigenze della comunità».

Bruno Veronesi, figlio di Apollinare ha esordito: «Se fosse qui mio padre sarebbe molto orgoglioso e contento». Bruno, insieme al papà era stato nominato cittadino onorario di Nogarole e anche ieri ha espresso il suo riconoscimento per questo attestato di stima. «Qui ci sono circa duemila dipendenti», ha detto Bruno Veronesi, «ma puntiamo a un ampliamento. Con il sindaco ci siamo sempre trovati bene e d’accordo». Poi, facendo un piccolo riassunto della storia dell’azienda, si è soffermato a quella vigilia di Natale del 1997, quando era iniziata la trattativa per l’acquisizione del complesso Arena: «Mi ricordo che fu perfezionato a penna sul menù della trattoria dove si era svolto l’incontro. Da allora sono cambiate tante cose, ora vengono qui da tutto il mondo a studiare la struttura. Inoltre, puntiamo a farla diventare autosufficiente dal punto di vista energetico».

L’altro fratello, Carlo, ha voluto regalare un aneddoto proprio sullo stabilimento. Il ricordo risale a diversi anni prima, quando percorreva l’autostrada in compagnia di fratel Vittorino Faccia, della congregazione di Don Calabria, uomo di grande dimestichezza negli affari e che spesso lo accompagnava nei suoi viaggi. «Quando percorrevamo l’A22, fratel Vittorino, all’altezza dello stabilimento Arena mi spronava a dire un’Ave Maria. Non capivo, anzi mi sembrava strano perché al massimo avrei cercato di dribblarli i miei avversari: non certo dire loro una preghiera. Lui mi rispondeva che non capivo, ma avrei capito in futuro: aveva ragione».

Dal parcheggio, la famiglia e i presenti si sono poi trasferiti all’imbocco della via. Qui, don Giuseppe Venturini ha benedetto la targa intitolata ad Apollinare e si è svolto il taglio del nastro. Infine, stoccata di Giordano Veronesi: «Fare impresa in Italia è sempre più difficile. Dobbiamo dipendere per una grande percentuale di materie prime dall’estero, perché noi in campagna non utilizziamo tecnologie che invece molti altri già usano».

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