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Il tribunale dissequestra la Sun Oil

Il sindaco Gianluigi Mazzi e la deputata Vania Valbusa nel sopralluogo di novembre  alla Sun Oil
Il sindaco Gianluigi Mazzi e la deputata Vania Valbusa nel sopralluogo di novembre alla Sun Oil
Il sindaco Gianluigi Mazzi e la deputata Vania Valbusa nel sopralluogo di novembre  alla Sun Oil
Il sindaco Gianluigi Mazzi e la deputata Vania Valbusa nel sopralluogo di novembre alla Sun Oil

Il tribunale di Verona ha disposto il dissequestro della Sun Oil. Ciò è avvenuto a seguito della conclusione del procedimento penale a carico di Gianni Camillo Savoia, imputato per aver gestito abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti, anche pericolosi: dopo due condanne nei gradi di merito, la terza sezione della Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il reato per intervenuta prescrizione. Lo stabilimento di via Molinara era stato posto sotto sequestro nell'aprile del 2006 per gestione non autorizzata di rifiuti. Nel giugno del 2007, dopo che Savoia, allora custode dell’area, aveva scaricato in fognatura 3.750 metri cubi di rifiuti liquidi, la custodia era stata affidata al sindaco pro tempore di Sona e da allora il Comune ha sostenuto ingenti spese per la manutenzione ordinaria dell’impianto, pari a circa 70 mila euro all’anno. Ora, dopo il dissequestro disposto dal tribunale, la custodia dell’area torna alla proprietà, che attualmente è una società svizzera, che ha nominato Savoia come liquidatore. Nelle cisterne della Sun Oil sono tuttora contenuti circa 31 mila metri cubi di rifiuti, per lo più liquidi, anche pericolosi. Ci sono, fra gli altri, oli esausti, acidi e policlorobifenili. Della situazione della Sun Oil, che rappresenta da tempo oggetto di preoccupazione, si era tornati a parlare lo scorso novembre, a seguito di un furto di rame che mandò in tilt l’impianto elettrico dello stabilimento, rendendo così inattivabile il sistema a pompe che garantirebbe il trasferimento di liquidi da una cisterna all’altra in caso di collassamenti o perdite. L’accaduto aveva sollevato un vero e proprio allarme perché, con il sistema d’emergenza fuori uso, eventuali sversamenti di liquidi potrebbero provocare un disastro ambientale, dal momento che i rifiuti potrebbero penetrare nella falda acquifera che serve parte della zona a sud di Verona. Il problema attualmente persiste, poiché l’impianto elettrico non è ancora stato ripristinato. DOPO QUANTO SUCCESSO il sindaco Gianluigi Mazzi era tornato a chiedere il sostegno delle altre istituzioni nella gestione della situazione della Sun Oil, ricevendo promesse di supporto da parte di Orietta Salemi, vicecapogruppo del Pd in consiglio regionale, e Vania Valbusa, parlamentare leghista e componente della commissione ambiente della Camera, che aveva anche fatto un sopralluogo nell’impianto. Il punto su cui insiste Mazzi riguarda l’urgenza di procedere alla rimozione dei rifiuti e alla bonifica dell’area, operazioni che la proprietà non ha mai attuato, nonostante fosse stata sollecitata a farlo già dal 2006, e di cui il Comune non può farsi carico da solo per l’ingente spesa che esse comportano (si parla di alcuni milioni di euro). A seguito degli articoli apparsi sull’Arena subito dopo il furto, si era mosso anche il prefetto Salvatore Mulas che aveva chiesto all’Arpav di valutare l’opportunità di attuare verifiche in loco al fine di ponderare l’entità dei rischi derivanti dalla situazione dell’impianto. Dopo aver ricevuto la relazione dell’Arpav, che nel corso di un sopralluogo ha rilevato l’avanzato stato di decadimento delle strutture dell’impianto, la presenza di trafilamenti di rifiuti liquidi in alcuni punti delle cisterne e la precarietà dello stato di conservazione dei pozzetti, il prefetto ha informato il ministero dell’Ambiente. Il sindaco Mazzi dichiara: «Mentre noi ci stavamo muovendo per sensibilizzare Regione e ministero sulla problematica della Sun Oil affinché aiutassero il Comune a trovare una soluzione, è arrivata la comunicazione del dissequestro. Siamo rimasti esterrefatti». E aggiunge: «Ora dovremo riaffidare l’impianto alla proprietà e quindi, di fatto, al liquidatore Savoia, che era già stato condannato nei primi due gradi di giudizio. Se da un lato non ho più la responsabilità diretta della custodia, dall’altro devo comunque adoperarmi affinché la proprietà agisca con la massima urgenza per smaltire i rifiuti ancora presenti. Sarà inoltre fondamentale che la proprietà si intesti l’impianto elettrico, al momento intestato al Comune, e si adoperi per il posizionamento dei piezometri richiesti dall’Arpav». Una volta saputo del dissequestro dell’impianto, il Comune, attraverso una lettera firmata dagli avvocati Davide Pasquali e Marco Mirabile, è tornato a sollecitare la proprietà a procedere alla rimozione dei rifiuti e alla bonifica dell’area, operazioni che erano già state richieste attraverso un’ordinanza del 2006. A fronte del fatto che la Sun Oil non ha mai ottemperato a tale ordinanza, oltre che a quelle successive che rimarcavano le stesse richieste, nell’ottobre del 2017 il sindaco Mazzi, assistito dall’avvocato Mirabile, ha sporto denuncia nei confronti di Savoia e degli amministratori della società a lui subentrati in questi anni. Questo procedimento penale è ancora pendente. L’ultimo atto del sindaco è stato quello di informare i ministeri dell’Ambiente e dell’Interno, la Regione e la Provincia del dissequestro, chiedendo loro un incontro per discutere della problematica. •

Federica Valbusa

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