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Il ritorno di Antonio, nomade digitale Ora crea identità on line alle aziende

Antonio Biancardi al lavoro sul suo computer FOTO PECORA
Antonio Biancardi al lavoro sul suo computer FOTO PECORA
Antonio Biancardi al lavoro sul suo computer FOTO PECORA
Antonio Biancardi al lavoro sul suo computer FOTO PECORA

Ha girato il mondo in lungo e in largo, dall’Australia al Messico, dalla Cina all’Islanda, per mettersi alla prova, conoscere altri modi di vita e trovare stimoli che ora vuole restituire al suo territorio di provenienza, anche per superare le difficoltà legate alla pandemia. Questo è l’intento del valeggiano Antonio Biancardi, classe 1989, che ora fa il web marketer, dopo un lungo percorso iniziato con il diploma di ragioniere e un paio d’anni alla facoltà di Economia. «La crisi legata alla pandemia», dichiara Biancardi, «si può superare se ampliamo i nostri orizzonti e guardiamo alla situazione con occhi diversi, utilizzando gli strumenti legati alla rete e alla comunicazione». Il riferimento è anche al lavoro fatto per l’amico pasticcere Davide Selogna, classe 1983, con cui aveva prima condiviso i viaggi con la famosa Transiberiana fino ad arrivare in Mongolia, in Cina e in India e poi digitalizzato i suoi corsi di pasticceria, facendolo conoscere in tutta Italia. «L’11 marzo del 2020», conferma Selogna, che è di Bussolengo e ha studiato all’alberghiero di Bardolino, laureandosi poi anche in giurisprudenza, «io e Antonio dovevamo venire in biblioteca a Valeggio per raccontare la nostra esperienza di volontariato in Ghana, dove andammo per realizzare corsi di cucina e pasticceria nelle scuole alberghiere. Ce lo impedì lo scoppio della pandemia e capimmo in quei giorni che dovevamo accelerare il progetto di creare un’identità digitale per i corsi di pasticceria che inizialmente tenevo dal vivo. Così trasformammo una sventura, come la pandemia, in un’opportunità perché tanti si trovarono a casa e cercavano attività interessanti da svolgere». Assieme hanno creato una delle più seguite community italiane di pasticceria (il sito è www.davideselogna.it), ma Selogna si augura che tornino anche gli incontri dal vivo: «Il calore umano è fondamentale. Confido che il 2021, in cui ho già diversi appuntamenti in tutto lo stivale, segni un ritorno alla normalità». Diverso il percorso di Biancardi che aveva sentito presto il richiamo del viaggio e di nuove esperienze. Ha appena 23 anni, infatti, quando parte per l’Australia in una pausa dal lavoro con una ditta della logistica. A spingerlo a partire una serie di situazioni, tra cui la morte inaspettata del padre Franco. «Volevo mettermi alla prova», rileva, «e ho quindi deciso di partire, con in tasca 800 euro e un braccialetto regalatomi da mia sorella, con su scritto "Vola solo chi osa farlo". L’intento era di restare finché avrei avuto i soldi per vivere ma quando, dopo quattro mesi, avevo trovato un lavoro stabile e stavo davvero bene, mi chiamò la mia vecchia ditta che mi chiedeva di rientrare per dare una mano». Tornato in Italia, l’azienda fallisce e Antonio Biancardi, cui le varie esperienze hanno accresciuto l’autostima, decide di vivere e di lavorare viaggiando. Sceglie prima di formarsi iscrivendosi a un corso di marketing per l’internazionalizzazione delle imprese di moda e studiando i processi della comunicazione. Poi diventa un nomade digitale, viaggiando in vari paesi, questa volta col pc al seguito, per poter costruire l’identità online di alcune aziende. «A quel punto ero riuscito a riunire le mie più grandi passioni», confida Biancardi, «come la cucina, la comunicazione e il viaggio, con la scoperta di culture diverse, facendole diventare la mia vita». Infine, il cambio di rotta che lo riporta a casa. «Ho capito che il vuoto che sentivo inizialmente era stato colmato», rivela il giovane, che ha messo in piedi un team, dal copywriter al sistemista, e da due anni è tornato stabilmente nel Veronese, «da tante esperienze diverse. Poi m’ha stimolato l’idea di dare una mano all’amico Davide in un momento difficile come quello della pandemia. Ora sto seguendo un’azienda che s’occupa di edilizia sostenibile sul mio territorio, in cui vorrei crescessero, dalle colline moreniche al Garda, idee nuove. Per far questo serve la tecnica ma poi bisogna comunicare cosa vuol dire realizzare edifici con criteri da casaclima e materiali come la paglia e il legno». Ai ragazzi che intraprendono un percorso, di studio o di lavoro, Biancardi vorrebbe raccontare le sue esperienze, trasfondendo un approccio che fa dell’ascolto e della riflessione due elementi chiave: «Questo ti aiuta a superare problemi di ogni genere e a guardare le cose da punti di vista non convenzionali, per trovare sempre nuove opportunità». •

Alessandro Foroni

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