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Il cortometraggio di Garilli in California

Il ciack del cortometraggio «Io sono Rosa Parks»
Il ciack del cortometraggio «Io sono Rosa Parks»
Il ciack del cortometraggio «Io sono Rosa Parks»
Il ciack del cortometraggio «Io sono Rosa Parks»

Ci puntava il cineasta valeggiano Alessandro Garilli ad arrivare negli Stati Uniti col suo cortometraggio «Io sono Rosa Parks» ma certo non immaginava che sarebbe stato proiettato proprio quando gli Usa sono travolti dalle proteste contro i metodi brutali della polizia nei confronti degli afroamericani. Il lavoro aveva vinto il premio G2 alla Mostra internazionale del cinema di Venezia nel 2018 e parla di diritti e di segregazione è stato infatti scelto come unico corto italiano al Fist up film Festival di Oakland (California) e lì proiettato per una settimana. «Approdare oltre oceano, proprio nel momento in cui l’America brucia e in cui da Los Angeles a New York vige il coprifuoco», dichiara Alessandro Garilli, «m’ ha fatto ulteriormente riflettere sull’estrema attualità del messaggio contenuto nel cortometraggio». L’uccisione di George Floyd a Minneapolis, il modo barbaro in cui è avvenuta ci riporta subito sull’autobus di Rosa Parks (il Cleveland avenue) e, tristemente, ci fanno capire che dal quell’autobus non è ancora sceso nessuno». Poi però Garilli sottolinea come anche situazioni così tragiche producano una presa di coscienza di chi vuole cambiare le cose. «Mi dà speranza pensare che esiste anche un altro autobus, quello dei «Freedom riders» (Viaggiatori per la libertà)», continua il cineasta, «e su quell’autobus hanno viaggiato bianchi e neri, seduti gli uni vicino agli altri, lungo le strade del sud degli Stati Uniti (a partire dal 1961) per sensibilizzare le persone e per far valere le sentenze della Corte Suprema (che aveva giudicato incostituzionale la segregazione sui mezzi di trasporto). Non importa se l’autobus dei Freedom Riders è stato incendiato, o preso a sassate, perché nella mia mente quest’autobus ancora cammina e amo pensare che «Io sono Rosa Parks» stia viaggiando proprio li sopra». Oltre all’arrivo del suo cortometraggio negli States Garilli ha incassato nelle scorse settimane un importante via libera dal MiBact, il Ministero per i beni e le attività culturali per il film sugli Alpini nella ritirata di Russia del 1943, su cui sta lavorando. Nelle graduatorie del MiBact infatti il progetto de «La seconda via» è giunto primo nel punteggio qualità (sceneggiatura, regia, cast artistico e tecnico) e secondo a pari merito nel punteggio complessivo, ottenendo un contributo finanziario di 250 mila euro per la realizzazione del film. •

A.F.

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