<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Il Comune ha riserve per 2,7 milioni

Il municipio di Villafranca. Il bilancio chiuso con 2,7 milioni di avanzo
Il municipio di Villafranca. Il bilancio chiuso con 2,7 milioni di avanzo
Il municipio di Villafranca. Il bilancio chiuso con 2,7 milioni di avanzo
Il municipio di Villafranca. Il bilancio chiuso con 2,7 milioni di avanzo

Investire in opere pubbliche o attendere l’onda lunga della pandemia che in autunno potrebbe aprire un’emergenza sociale? È il quesito che si pone Villafranca, forte di una cassa sana che registra anche quest’anno un corposo avanzo di bilancio: 2,7 milioni di euro disponibili, cui si aggiungono 321mila euro già vincolati per investimenti. La somma, per ora, resterà in cassa in attesa dell’equilibrio di bilancio di fine luglio, quando il Comune avrà più chiaro l’ammontare dei trasferimenti statali a ristoro delle spese e dei mancati introiti municipali legati all’emergenza covid. C’è anche un altro avanzo lordo di ulteriori 2,7 milioni di euro che è già accantonato perché ha destinazioni precise, dal fondo per i crediti di dubbia esigibilità (1,6 milioni) ai rimborsi per oneri di urbanizzazione (597mila euro), dal fondo contenziosi (107mila euro) ai rimborsi per il concessionario per la riscossione coattiva (137mila euro). Per quanto riguarda l’avanzo disponibile, la linea della maggioranza è quella di investirla in opere pubbliche. Resta, però, una linea prudenziale fino a fine luglio, approvata dal consiglio comunale che ha licenziato l’esercizio 2019, con i voti favorevoli della maggioranza, quelli contrari della minoranza Pd e l’astensione del resto dell’opposizione: M5S, Noi per voi e Borgo libero. «L’avanzo sarà tenuto di riserva fino alla definizione dei ristori», ha spiegato durante la seduta l’assessore al bilancio Riccardo Maraia. «Poi impiegheremo l’avanzo per investimenti e opere pubbliche. Molte di queste sono legate al piano di alienazione che per il coronavirus è rimasto bloccato». Il centrosinistra ha avanzato la proposta di rimandare la decisione di investire il denaro disponibile esclusivamente in opere pubbliche consigliando di «tenere le mani libere» per eventuali emergenze: «Il denaro può essere usato anche per le spese correnti e a settembre possono venire avanti emergenze di tipo sociale o potranno servire delle somme per consentire alle scuole di funzionare», ha detto Isabella Roveroni (Pd). «Sarà fine luglio il momento clou per verificare le entrate», le ha risposto il consigliere Luca Pigozzi (Lega), in passato revisore dei conti del Comune. «L’avanzo è accantonato per verificare l’equilibrio di bilancio e anche le scuole riguardano il capitolo Investimenti. Non si finanziano, invece, spese correnti con entrate in conto capitale, è contrario agli equilibri di bilancio». Le entrate correnti ammontano a 17,9 milioni di euro (di cui 6,3 dall’Imu e 3,6 dall’Irpef). Ma il Comune dovrà fare i conti con mancate entrate tra parcheggi vuoti per il covid, tassa di soggiorno dimezzata, ristoro e sconto sulla Cosap e ristoro della Tari di 172mila euro che l’ente ha voluto restituire alle attività che hanno pagato la tassa pur non avendo usufruito dei servizi nei mesi di chiusura. «Voci che rappresentano mezzo milione di euro in meno in entrate», ha specificato Maraia. «Ora attendiamo gli equilibri di bilancio, tamponiamo laddove sarà necessario e la differenza sarà dedicata agli investimenti partendo dalle opere il cui iter comunque non inizierà prima di novembre. Quindi avremo tempo per vedere se ci sarà dell’altro da fare». Sulle scuole, invece, è intervenuto il sindaco Roberto Dall’Oca ricordando che la competenza è di altri enti e augurandosi che il ritorno tra i banchi possa essere come prima perché nessuna delle ipotesi sinora avanzate, a suo dire, è applicabile: aprire altri spazi significa aggiungere ulteriori costi-dal riscaldamento a maggior personale fino a eventuali canoni di affitto-e nuove difficoltà logistiche per famiglie, studenti e docenti. Le spese correnti, infine, ammontano a 21 milioni di cui 11 milioni spesi in beni e servizi e 5,2 per il personale dipendente. L’indebitamento del Comune, che negli anni è stato notevolmente abbassato per scelta politica, è sceso a 14 milioni di euro. •

Maria Vittoria Adami

Suggerimenti