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Il Comune avvia il primo studio sul futuro degli ex forti ai monti

Una visita all’area dei forti su Monte Mamaor
Una visita all’area dei forti su Monte Mamaor
Una visita all’area dei forti su Monte Mamaor
Una visita all’area dei forti su Monte Mamaor

Il Comune ha mosso i primi passi per individuare una destinazione per gli ex forti militari di Monte Mamaor (65,69 ettari) e Monte Vento (41,30 ettari), un’area delicata per le sue connotazioni naturalistiche e perché baricentrica rispetto ai Comuni circostanti. Lo fa anche con un Masterplan che fornisce un quadro per arrivare ad un riutilizzo delle aree che il Demanio ha consegnato al Comune di Valeggio nel 2018, chiedendo che entro tre anni l’ente locale presentasse delle proposte. Per dare un’idea del peso e delle potenzialità dell’area degli ex forti nel documento si mette a confronto il diametro della reggia di Versailles (3,6 km) con quello dei due forti (3,5 km), separati l’uno dall’altro dall’abitato di Santa Lucia ai Monti. Tanti gli utilizzi prefigurati delle due aree, da quello agricolo a quello sportivo, dalla creazione di strutture per la scuola e la cultura a quelle di punti d’osservazione del territorio circostante e museali. Possibilità che dovranno avere anche una realizzabilità economico-finanziaria. Uno spazio rilevante viene dedicato anche allo strumento urbanistico del Puv (Programma unitario di valorizzazione), con una serie di esemplificazioni, da Bologna a Pordenone. Il Puv, pur richiedendo il consenso delle istituzioni coinvolte (dal Comune alla Provincia, dalla Regione allo Stato), concede largo spazio ai privati e all’uso di strumenti societari e commerciali, concentrandosi sul ritorno economico dell’operazione e garantendo grossi ricavi agli enti pubblici interessati dalla trasformazione urbanistica. Nella delibera che accompagna il Masterplan, dedicata agli indirizzi strategici e gestionali degli ex forti, si conferma la possibilità d’alienare Monte Vento e si toccano vari aspetti, dal credito edilizio al parco d’interesse locale (Pil), tenendo presente la «possibile e contestuale istituzione del parco del Tione e delle Colline Moreniche», da definirsi in concerto ed in sintonia con gli altri Comuni contermini. «La valorizzazione delle aree di Monte Vento e Monte Mamaor», afferma il sindaco, Alessandro Gardoni, «richiede un necessario iter burocratico e amministrativo molto lungo e complesso. Vogliamo completarlo entro i prossimi mesi per realizzare, nel più breve tempo possibile, il sogno di dare alla nostra comunità un parco naturale unico nel suo genere, anche recuperando i fondi necessari». Tra i problemi da risolvere quello delle decine di riservette (depositi di munizione) per le quali il Comune avvierà un rilievo topografico e l’accatastamento per quantificarne la consistenza reale, gestendole poi anche attraverso il Piano d’interventi (Pi) e l’istituzione del registro dei crediti edilizi da rinaturalizzazione. Toccherà adesso all’amministrazione virare verso il Pat, più volto a una vocazione naturalistica, o verso il Pi, che aprirebbe le porte ad altri utilizzi. Proprio la centralità e l’importanza della zona nell’ambito delle colline moreniche potrebbero portare a un concorso d’idee per far emergere possibilità non considerate. Manca ancora un coinvolgimento della cittadinanza e delle associazioni ambientaliste che il Comune assicura verranno chiamate in causa successivamente. Su questo torna l’assessore all’ecologia, Veronica Paon: «Il percorso verso il parco di interesse locale sarà costruito anche grazie alla collaborazione con i nostri cittadini e associazioni naturalistiche e non. Concetti ribaditi dall’assessore all’urbanistica, Marco Dal Forno: «Queste aree sono destinate ad essere un nuovo gioiello di Valeggio e saranno capaci di favorire il benessere dei cittadini e di attrarre l’interesse per i turisti, ma avranno bisogno di sviluppi sostenibili dal punto di vista ambientale e anche dal punto di vista economico».•.

Alessandro Foroni

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