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I residenti di Forette uniti contro i ladri «Due e in monopattino»

Una foto simbolica di una casa svaligiata dai ladri
Una foto simbolica di una casa svaligiata dai ladri
Una foto simbolica di una casa svaligiata dai ladri
Una foto simbolica di una casa svaligiata dai ladri

A Forette di Vigasio le famiglie si uniscono e creano un gruppo social per la sicurezza. Si chiama «Vicini...anche nel bisogno» e ne fanno parte una ventina di persone. Nato un paio d’anni fa anche a seguito delle reiterate incursioni di ladri nelle abitazioni della zona, è un gruppo di auto aiuto, ma soprattutto di allerta in caso di inaspettate visite di malviventi. «In verità all’inizio il gruppo era nato per socializzare e condividere ad esempio l’organizzazione di grigliate all’aperto», spiega l’amministratore Fabrizio Gatto, 45 anni, dirigente aziendale. «Una specie di festa dei residenti nella nostra via, per creare rapporti di buon vicinato tra nuove famiglie che non si conoscevano fra loro in quanto appena venute ad abitare qui». Siamo nella zona residenziale a sud della frazione di Forette che confina, a nord con il paese e per il resto è circondata da distese di campi coltivati dai contadini attorno a strada Bassa. Le vie sono Goito, Palestro, Carristi d’Italia, Cavalieri della Repubblica, Don Gedeone Massaggia, Custoza, Don Antonio Betterle, Celestino Tomelleri. Sono anni che qui, ma non solo, si registrano sempre più di frequente visite, scorribamnde di ladri che danneggiano porte o finestre; e, quando va male, fanno bottino di tutto ciò che trovano di valore nelle abitazioni. «Nel gruppo c’è, ad esempio, anche un vigile del fuoco», continua Gatto, «che pubblica notizie utili allo scopo. Siamo comunque tutti molto affiatati tra di noi e ci inviamo messaggi, video chiamate o segnali di allerta nel caso qualcuno noti strani ceffi in giro per il quartiere o, peggio, venga visitato dai ladri». Un piccolo gruppo di vicini di casa che è divenuto quindi, con il passare del tempo, uno strumento di prevenzione della criminalità, un insieme di persone che si vogliono auto aiutare, anche sostenendosi emotivamente perché condividono la stessa situazione di vita o le stesse difficoltà. Armati solo di smartphone con Facebook e Whatsapp, dove corrono istantaneamente segnalazioni e immagini di un’auto sospetta, l’identikit di una faccia mai vista, la denuncia di un presunto appostamento, di un finto operatore della luce o del gas pronto a raggirare qualche anziano. Una ronda social per cercare di soddisfare un bisogno, superare un problema, ottenere un cambiamento in maniera reciproca. «L’intento comune», riprende Fabrizio Gatto, «è quello di aumentare il controllo fuori dalle nostre case, così da segnalare a tutti le eventuali situazioni di criticità o pericolo». Intanto, sulle incursioni avvenute nelle notti di domenica, lunedì e martedì scorsi, si sono appresi altri particolari. «Altro che Arsenio Lupin», dice un avventore del bar La Dolce Vita di via Solferino. «I ladri li paragonerei casomai a Bonnie e Clyde (la coppia di criminali statunitensi che negli anni Trenta commisero diverse rapine)». Sarebbero cioè un uomo e una donna? «Esattamente, anzi un ragazzo ed una ragazza che come mezzo di trasporto per spostarsi usano un silenziosissimo monopattino. Li ho visti qui davanti al bar prima che facessero man bassa di colpi nelle case della zona. Li avevo notati mentre erano al distributore automatico di sigarette in quanto non mi sembravano di qui, dove ci si conosce un po’ tutti, e soprattutto perché avevano un modo di fare circospetto». Quando poi ha letto la descrizione sull’Arena dell’uomo l’ha subito collegata al giovane avventore che aveva incrociato davanti al locale.•.

Valerio Locatelli

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