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I parenti degli ospiti «Lì c’è un focolaio»

Domenico Mantoan
Domenico Mantoan
Domenico Mantoan
Domenico Mantoan

Valeria Zanetti Ci sono quasi 140 firme in calce alla lettera spedita qualche giorno fa dai componenti del comitato parenti della casa di riposo Campostrini di Sommacampagna. È indirizzata al direttore generale della Sanità del Veneto, Domenico Mantoan e per conoscenza al prefetto di Verona, Donato Cafagna, al sindaco del paese, Fabrizio Bertolaso, al presidente dell’Ipab, Antonio Aldrighetti, ai direttori generale e dei servizi sociali dell’Ulss 9, Pietro Girardi e Raffaele Grottola, ai presidenti di Provincia e Regione, Manuel Scalzotto e Luca Zaia. La richiesta è di un intervento urgente alla struttura, «tra le prime», scrivono, «ad essere accertate e dichiarate come focolaio di infezione Covid-19». Nel documento i familiari degli ospiti chiedono a Mantoan di considerare «la possibilità di provvedere all’individuazione e distaccamento all’Ipab di un adeguato numero di infermieri ed operatori socio-sanitari non impegnati in servizi assistenziali in provincia, per sopperire al grave stato di necessità ed urgenza venutosi a creare». Il quadro è ben riassunto nel testo. «In 15 giorni su 70 ospiti presenti, si sono verificati 14 decessi (dato da aggiornare nel frattempo di un’unità, ndr), 40 tra gli ospiti rimasti in struttura sono risultati positivi al coronavirus e sui 37 operatori in servizio, 18 sono in quarantena, 5 in malattia e solo 14 al lavoro». Data la situazione, concludono, risulta evidente che l’Ipab non è più in grado di garantire «agli anziani ospiti le cure necessarie, un’esistenza dignitosa, ed un eventuale fine vita compassionevole». I parenti evidenziano anche le difficoltà dei dipendenti, gravati da un carico di lavoro insopportabile e che negli ultimi giorni sono dovuti ricorrere alle cure degli ospedali della zona. In più sottolineano come gli appelli del sindaco e del presidente della casa di riposo per reperire personale non abbiano finora sortito effetti. Aldrighetti anche ieri riferiva che solo sei o sette operatori si erano resi disponibili ad integrare il numero degli assenti. «La speranza è legata ai tamponi di ritorno per i dipendenti in quarantena, ma stiamo ancora attendendo gli esiti dei primi, eseguiti nel fine settimana. Poi il test si dovrà ripetere prima di poterli richiamare in servizio», afferma. Le criticità della Campostrini arrivano, infine, sotto forma di interrogazione urgente con risposta scritta sul tavolo del sindaco. I consiglieri di minoranza Albertina Bighelli, Luigi Bellorio, Augusto Pietropoli, Annalisa Pozza e Matteo Marchi, che l’istanza, mettono in fila una decina di domande rivolte all’amministrazione sulla gestione della Ipab. «Per la risposta ci sono i tempi tecnici: il nostro obiettivo non è la polemica in un momento così difficile. Ci sta a cuore piuttosto che i nostri anziani siano ben accuditi e ci mettiamo a disposizione. Temiamo che i pochissimi operatori in servizio non ce la possano fare a garantire uno standard adeguato», conclude Bighelli. •

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