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I cent’anni di Giuseppe calciatore e macellaio

Giuseppe Soave con Sara Moretto e Franco Santini
Giuseppe Soave con Sara Moretto e Franco Santini
Giuseppe Soave con Sara Moretto e Franco Santini
Giuseppe Soave con Sara Moretto e Franco Santini

Ha avuto una carriera calcistica compromessa dalla guerra, ma, in compenso, una vita piena, con una famiglia numerosa e un’attività lavorativa portata avanti sino a tarda età. Ciò grazie a una condizione di salute che è tuttora invidiabile. Giuseppe Soave, Bepi, giovedì 25 novembre ha festeggiato i cento anni. Lo hanno festeggiato i quattro figli e i quattro primi nipoti, ma anche la sindaca Sara Moretto ed il parroco Franco Santini. Bepi è figlio di Luigi Soave, primo sindaco di Buttapietra dopo la Liberazione. Dotato di talento sportivo, si dedicò al calcio fino a quando non venne arruolato per la Seconda guerra mondiale. Prestò servizio nella sussistenza, rimanendo a lungo di stanza a Napoli. Dopo la guerra entrò nel calcio professionistico, anche se per poco tempo. Nel 1948, alla nascita del primo figlio, lasciò il Fano con cui giocava in serie C e tornò a Buttapietra. Qui ha preso in mano l’attività di commercio di carne e macelleria che aveva messo in piedi suo padre, nella quale ha lavorato sino a tarda età con la sorella. L’attività ha chiuse nel Duemila. Tutto questo abbinando per molto tempo anche l’impegno sul rettangolo verde. Ha giocato in varie squadre a livello dilettantistico e poi ha fatto l’allenatore. Anche del Buttapietra, con cui ha fra l’altro vinto un campionato. Sarà per il suo aver fatto tanto sport, per la sua tempra, per l’essere sempre stato morigerato nel mangiare e nel bere o, come dicono scherzando i famigliari, perché ha sempre avuto donne attorno a sé che lo hanno accudito (la moglie, che l’ha lasciato 13 anni fa nel giorno del suo compleanno, e la sorella in primis) fatto sta che Giuseppe è arrivato al secolo di vita con una forma invidiabile. Non prende una pastiglia che sia una e ancora adesso non disdegna di andare al bar a fare quattro chiacchiere. Ha guidato l’auto fino a tre anni fa - smettendo per sua volontà perché avrebbe potuto continuare - e fino a pochi anni fa si curava anche di alcuni cani e svolgeva dei lavori in casa. Forte del fatto che ha battuto in longevità la mamma, che è morta a 97 anni, e che ha una zia che è arrivata a 102 anni da superare, Bepi non manca di scherzare sulla sua età. «Adesso sto pensando a cosa fare nei prossimi cento anni», ha detto alla sindaca e al parroco giovedì. Un bel pensiero, non c’è che dire.•.

Luca Fiorin

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