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Gli abiti dello stupro in mostra a Lugagnano

La mostra itinerante «Com’eri vestita?» l’anno scorso alla biblioteca Frinzi di Verona
La mostra itinerante «Com’eri vestita?» l’anno scorso alla biblioteca Frinzi di Verona
La mostra itinerante «Com’eri vestita?» l’anno scorso alla biblioteca Frinzi di Verona
La mostra itinerante «Com’eri vestita?» l’anno scorso alla biblioteca Frinzi di Verona

«Com’eri vestita?». È la domanda drammatica che molte vittime di violenza si sono sentite fare. Ed è il titolo della mostra itinerante che vuole smantellare i pregiudizi e che sabato farà tappa a Lugagnano. L’iniziativa è promossa dal Comune di Sona in vista della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Iniziato martedì con la presentazione del libro di scritti di donne sulla violenza e sul femminicidio, il programma prosegue sabato sulla strada principale di Lugagnano dove sarà allestita l’esposizione «Com’eri vestita?», proposta per la prima volta nel 2013 all’Università del Kansas con il titolo «What were you wearing?» e che Libere Sinergie ha contestualizzato alla realtà italiana. L’obiettivo è quello di abbattere pregiudizi e stereotipi nei confronti di chi ha sporto denuncia per stupro. L’allestimento è semplice quanto evocativo. Sedici abiti saranno esposti in prossimità di otto negozi del centro paese, da via 26 Aprile a via Cao Prà. A ciascuno corrisponde una storia vera di violenza. A fianco verranno poste sagome di donne, una diversa dall’altra, ideate e realizzate dagli alunni della scuola secondaria Anna Frank di Lugagnano, guidati dal professor Matteo Dosso, con materiali forniti da un’azienda locale. «L’intento», spiega l’assessora alle pari opportunità Monia Cimichella, «è quello di rivolgere a chi visita la mostra un messaggio che deve essere chiaro: la violenza sessuale non è colpa delle vittime, qualunque cosa indossino, chiunque esse siano». La mostra sarà riallestita nella piazza della chiesa di Lugagnano domenica mattina, quando verranno lette le storie delle donne vittime di violenza. Sabato sera, alle 21, inoltre, nella sala consiliare di Sona la compagnia Sciara progetti teatro porterà in scena lo spettacolo «Malanova», una storia vera di violenze e soprusi, tratta dall’omonimo libro di Cristina Zagaria (giornalista del quotidiano Repubblica) e Anna Maria Scarfò, e interpretata da Ture Magro (doppio nastro d’argento 2009 e 2011) che ne firma la drammaturgia insieme a Flavia Gallo, drammaturga e ricercatrice all’Università Roma Tre. «A completare queste due giornate», spiega Cimichella, «nella mattinata di martedì, al mercato di Lugagnano, alcune classi di seconda e terza della scuola Frank organizzeranno un momento musicale con i professori Neri e Negri con cartelloni e scritte che richiameranno il tema della violenza sulle donne». E aggiunge: «Grazie all’impegno di moltissime persone che si presteranno come volontarie durante queste iniziative abbiamo voluto coinvolgere anche i giovani del nostro Comune, perché è partendo da loro che possiamo costruire una società del rispetto, dove le donne non debbano avere più paura». Il programma degli appuntamenti si concluderà il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Alle 20.45 la sala civica «Michele Cimichella» delle medie di Lugagnano ospiterà un intervento dal titolo: «Violenza di genere: perché non lo lasci?», a cura di Anna Tantini, avvocata, mediatrice familiare e penale minorile, e Laura Cisorio, psicologa e psicoterapeuta. «Le iniziative organizzate quest’anno sono un altro importante tassello che si aggiunge alle diverse attività di prevenzione alla violenza in generale, e nello specifico a quella di genere, che questa amministrazione da sempre contrasta», aggiunge il sindaco Gianluigi Mazzi, che continua: «L’educazione al rispetto reciproco è alla base del nostro vivere civile: l’entusiasmo dimostrato dalla cittadinanza e dalle attività commerciali è la conferma che il lavoro svolto sta sortendo i giusti frutti. Un impegno condiviso anche dai più giovani che avvalora il percorso intrapreso fino a oggi. Attraverso il dialogo, gli stimoli e il confronto», conclude il primo cittadino, «è possibile davvero abbandonare i pregiudizi e i vecchi modelli culturali per contrastare questo fenomeno. E sono i giovani il nostro futuro, perché sono loro i protagonisti indispensabili di una nuova società senza violenza». •

Federica Valbusa

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