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Giro del lago a piedi in 39 ore «Ma Salò non arrivava mai...»

Nicola Ruzzenenete durante il tragitto
Nicola Ruzzenenete durante il tragitto
Nicola Ruzzenenete durante il tragitto
Nicola Ruzzenenete durante il tragitto

Superare i propri limiti per il semplice gusto di farlo. Andare oltre solo per capire se sia davvero possibile realizzare un sogno. Quindicimila calorie spese, tre chili persi e un giro del lago di Garda a piedi concluso in 39 ore. Nicola Ruzzenente, 28enne di Quaderni di Villafranca - Nini per tutti - è partito dalla spiaggia Giamaica di Sirmione all’alba e ci è tornato, la sera dopo, percorrendo 148 chilometri zaino in spalla, polpacci messi uno dopo l’altro quasi senza sosta e con una media che sfiora i 4,5 chilometri all’ora. Ruzzenente si è incamminato con l’amico Francesco Derossi, anche lui di Quaderni, che l’ha accompagnato fino a Malcesine (per 60 chilometri) e poi ha proseguito da solo: sponda veronese, Riva del Garda e poi giù lungo il bresciano. «Abbiamo scelto la spiaggia di Sirmione», spiega Ruzzenente, «perché divide perfettamente a metà il lago». L’itinerario è stato studiato a tavolino, ma due erano gli aspetti più importanti: arrivare a Torbole sul far della sera per godersi il tramonto e percorrere le gallerie fra Riva e Campione col buio. «Di notte», spiega Nicola, «sapevo che ci sarebbe stato meno traffico e con la torcia riuscivo a farmi vedere bene». La partenza è scattata alle 6 di lunedì 3 agosto e l’arrivo, accolto dagli amici, che lo hanno riaccompagnato stravolto a casa, alle 21 del giorno dopo. Nello zaino, per circa 90 chilometri l’unico compagno di viaggio, una sacca da tre litri d’acqua che man mano rimpinguava, barrette energetiche, integratori e qualche toast preparato a casa. «La fame non si sente mentre cammini e la testa resta sempre impegnata», racconta. Poi solo il panorama da ammirare e la musica nelle cuffiette. Nelle 39 ore complessive dell’impresa, Ruzzenente ha passato in movimento 32 ore e 42 minuti. Non ha mai dormito, le uniche pause sono state i due pranzi, le cene: altrettante soste da 20 minuti ciascuna e poi microintervalli lungo il tragitto. Laureato in scienze motorie, Ruzzenente ha la passione della corsa e delle lunghe camminate, anche se per questa avventura non si è preparato particolarmente. «Il momento più difficile? All’alba del secondo giorno, all’altezza di Gargano. Ero da solo da qualche ora e la stanchezza si faceva sentire: Salò da lontano la vedevo, ma non arrivava più». Gli ultimi 30 chilometri, portati avanti solo con la forza d’inerzia, hanno però regalato la gioia profonda di una missione portata a termine. «È stata un’esperienza forte, che mi ha insegnato tanto. Ho capito che se una cosa la si vuole davvero la si può raggiungere», dice. E aggiunge: «Devo ringraziare la Fidas di Quaderni per il supporto che ci ha dato nel progetto». A fare il tifo per lui anche i tanti amici di Quaderni che a turno sono rimasti svegli per fargli compagnia con messaggi e chiamate. •

Nicolò Vincenzi

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