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Giacomo nel «tempio» dei Beatles

Giacomo Vianello suona il bassoGiacomo sulla scalinata d’ingresso degli Abbey Road Studios
Giacomo Vianello suona il bassoGiacomo sulla scalinata d’ingresso degli Abbey Road Studios
Giacomo Vianello suona il bassoGiacomo sulla scalinata d’ingresso degli Abbey Road Studios
Giacomo Vianello suona il bassoGiacomo sulla scalinata d’ingresso degli Abbey Road Studios

A dieci anni, quando ha iniziato a suonare il basso, si chiedeva se le sue mani fossero abbastanza grandi. Ma bassisti sono Paul McCartney e Sting, e da quando li aveva visti in concerto, accompagnato dal padre, aveva deciso che avrebbe voluto fare questo. Il destino però aveva in serbo molto altro per Giacomo Vianello, oggi ventiduenne: ad attenderlo c’era infatti un posto all’Abbey Road Institute di Londra, da dove in questi anni ha visto passare i grandissimi della musica internazionale. «Quando da bambino ho visto in concerto McCartney e Sting», racconta Giacomo, «ho pensato che era proprio il basso a renderli così fighi. Mi son detto: guarda quanto spaccano, anch’io voglio fare così. Quindi sono andato alla Onemusic Academy di Lugagnano per iniziare a suonare». Originario delle Golosine, Giacomo ha scelto per la sua formazione musicale la scuola di via Cao del Prà, dove il padre suonava la batteria e il fratello la chitarra. Ha preso per 10 anni lezioni dal maestro Lucio Piccoli e, verso la fine del liceo, ha iniziato ad appassionarsi al mondo della registrazione. «La registrazione», spiega, «è una sottocategoria della produzione musicale, quindi mi sono interessato a tutto il processo: c’è la scrittura della canzone da parte dell’artista, l’arrangiamento musicale, la registrazione in studio, il mixaggio e infine il mastering del pezzo, fase in cui vengono definiti gli ultimi dettagli di frequenze e volumi». Un amico di famiglia gli ha parlato del corso all’Abbey Road Institute, l’accademia londinese degli Abbey Road Studios, dove hanno registrato i loro album molti giganti della musica tra cui i Beatles che hanno chiamato proprio «Abbey Road» il loro undicesimo album (la celebre foto in copertina li vede attraversare le strisce pedonali davanti agli studi). Lì hanno registrato anche i Pink Floyd, i Queen, gli Spandau Ballet e molti altri. E agli Abbey Road Studios sono state registrate anche le colonne sonore di film quali la trilogia di Star Wars di George Lucas, la trilogia del Signore degli anelli e Harry Potter, oltre che di vari prodotti Marvel e Netflix. Dopo aver inviato l’occorrente per candidarsi al corso, Giacomo è stato chiamato per un colloquio, fissato per l’11 ottobre 2018, che prevedeva un’ora di conversazione sulle sue conoscenze, capacità e prospettive. Ovviamente, gli è stato chiesto anche di suonare il basso. «In vista del colloquio», racconta, «ho dovuto ripassare tutta la musica in generale, oltre che i termini musicali in inglese. I maestri della Onemuisc, Erik Spedicato, Giampaolo Begnoni e Lucio Piccoli, mi hanno dato una grande mano per ripassare le basi degli strumenti. Inoltre, in vista del colloquio in inglese, ho fatto un paio d’ore alla settimana di conversazione». La notizia di aver passato l’esame lo ha riempito di gioia. Per raccogliere i soldi necessari per la sua nuova vita a Londra, Giascomo ha fatto diversi lavoretti, sapendo che sarebbe stato difficile lavorare là in quanto il corso sarebbe stato troppo intensivo per poter fare altro. A febbraio 2019 si è trasferito e a marzo ha iniziato a studiare all’Abbey Road Institute. «È un corso di un anno», spiega, «che riguarda specificamente produzione, registrazione e mixaggio, ma tocca tutti i settori dell’industria musicale». Giacomo è arrivato alla fine dell’anno con i voti più alti e gli è quindi stato offerto un lavoro per un anno da «technician» all’Institute, cioè un tuttofare della scuola: «Preparo gli studi, aiuto gli studenti e questo mi permette di stare qui finché non troverò un lavoro nell’industria musicale. Vorrei entrare in un grande studio di registrazione a Londra». Inoltre, Giacomo lavora free lance come produttore e ingegnere del suono: «Mi è permesso usare gli studi e l’attrezzatura dell’Abbey Road Institute», dice. E dalla finestra all’Institute ha visto passare grandi della musica come Paul McCartney, Ringo Starr e Bon Jovi (venuto a registrare un pezzo insieme al principe Harry). «Uno su mille ce la fa», commenta Erik Spedicato, presidente della Onemusic di Lugagnano. E aggiunge: «Seguiamo tante persone e, ogni tanto, abbiamo la soddisfazione di vedere qualcuno che riesce a trovare la sua strada nel mondo della musica. Sappiamo che pochissimi riescono ad approdare al professionismo e quando questo succede siamo contentissimi. Giacomo ha avuto tenacia. Ora la cosa bella è la possibilità di collaborare, lui da là noi da qua: stiamo lavorando a dei videocorsi rivolti ai giovani che vogliono avvicinarsi alla produzione musicale». Giacomo il suo futuro lo vede in Inghilterra, ma senza smettere di coltivare il rapporto con la Onemusic di Lugagnano, di cui parla con affetto; se oggi può sperare in una carriera nel mondo della musica, sa bene che lo deve anche alla scuola di via Cao del Prà. •

Federica Valbusa

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