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Getti di vapore e plexiglass, parte la sfida al Covid 19

Clienti seduti al bar:  su corso Vittorio Emanuele a Villafranca torna la vita FOTO PECORAPlexiglass e mascherine, la nuova normalità in un salone di parrucchierePronti a fare acquisti nei negozi di abbigliamento DIENNEFOTO
Clienti seduti al bar: su corso Vittorio Emanuele a Villafranca torna la vita FOTO PECORAPlexiglass e mascherine, la nuova normalità in un salone di parrucchierePronti a fare acquisti nei negozi di abbigliamento DIENNEFOTO
Clienti seduti al bar:  su corso Vittorio Emanuele a Villafranca torna la vita FOTO PECORAPlexiglass e mascherine, la nuova normalità in un salone di parrucchierePronti a fare acquisti nei negozi di abbigliamento DIENNEFOTO
Clienti seduti al bar: su corso Vittorio Emanuele a Villafranca torna la vita FOTO PECORAPlexiglass e mascherine, la nuova normalità in un salone di parrucchierePronti a fare acquisti nei negozi di abbigliamento DIENNEFOTO

Pistole all’ingresso per provare la temperatura ai clienti, vapore per sanificare gli abiti, linee a terra per dividere gli spazi a prova di sicurezza anti Covid. Sono alcune delle novità a cui dovremo tutti abituarci d’ora in poi. Ieri Villafranca, dopo mesi, è tornata viva. Spaesata, forse, per una quotidianità che nelle scorse settimane si era completamente persa. Gente seduta ai tavolini dei bar a chiacchierare, alzando un po’ la voce per farsi sentire da dietro le mascherine, e le prime clienti che entrano dalla parrucchiera in centro, che accoglie tutti con il sorriso migliore. Un po’ per esorcizzare quello che è stato, un po’ per dire: sì, è tutto vero. Il lunedì è sempre un giorno che parte a rilento. Non ieri. I negozi di abbigliamento hanno aperto solo nel pomeriggio, ma qualcuno, con la smania di rivedere clienti varcare la porta, ha deciso di ripartire subito. Su corso Vittorio Emanuele, Celeste Dolci ha alzato la serranda del suo negozio d’abiti femminili appena le hanno dato il via libera. «Subito non è stato facile», racconta, «ma i clienti sono molto attenti. Questa è la prima cosa che ho notato». Gel igienizzanti all’ingresso e guanti per tutti: è la regola. «Abbiamo fatto scorta ancora tempo fa per farci trovare pronte», continua Dolci. Ma tanti altri sono gli accorgimenti da prendere. Come l’acquisto di un attrezzo che spara vapore ad altissime temperature per igienizzare i capi d’abbigliamento. Quando una cliente prova un vestito e, ad esempio, non è della taglia giusta, il capo viene portato nel retrobottega, igienizzato, e quindi rimesso in vendita. «Non utilizziamo l’aria condizionata», aggiunge la negoziante, «e quindi per poter garantire il ricambio d’aria teniamo sempre la porta aperta. Lo stesso facciamo sul retro», precisa. Non in tutti i negozi, però, è possibile accedere ai camerini. Poco più in là, infatti, nel punto vendita di una grande catena che propone abbigliamento non è possibile provarsi i capi. Vengono acquistati e se non vanno bene possono essere restituiti, ma a quel punto subiscono un trattamento e una specie di quarantena prima di essere riposti sugli scaffali. Cambiano anche gli orari: parrucchieri e barbieri sono aperti anche lunedì e, per chi lo vuole, c’è pure la possibilità di lavorare di domenica. Su corso Garibaldi la parrucchiera Rossella Cortese spiega che c’era tanta voglia di ripartire. Le sue clienti si mettono in fila all’ingresso e a tutte viene provata la temperatura. «Abbiamo completamente cambiato il modo di lavorare. Prima non c’erano appuntamenti», spiega Cortese, «ora si accede solo con quelli». Questo significa che se fino a qualche mese fa le clienti entravano e attendevano sui divanetti (oggi non ci sono più e sono bandite anche tutte le riviste, per motivi igienici) ora il giro è diminuito della metà. «Ero davvero agitata», commenta sorridendo Lucia Accordini, una cliente. «Essere qui dopo quasi tre mesi è spettacolare», aggiunge. «Abbiamo scelto di aprire anche il lunedì per questo primo periodo», continua la titolare, «poi, pian piano, torneremo agli orari di sempre». Non c’è ansia né fra chi entra né fra chi lavora. Laura Donatoni, una dipendente, commenta: «Finalmente siamo di nuovo qui. La prima persona che è entrata è stato per noi un sollievo. Lavoriamo in piena tranquillità perché rispettiamo tutte le procedure». Appena si esce ci si trova davanti a una serie di tavolini che prima non c’erano. Sono quelli del bar Caffè Garibaldi che dalle due postazioni, come spiega il gestore Diego Ciresola, è passato alle attuali 12. Di nuovo su corso Vittorio Emanuele, al bar pasticceria Miozzi sono tornati i clienti sono tornati a sedersi sui tavolini all’esterno. «Abbiamo stravolto il locale nell’arco di due giorni», dice Marco Miozzi, il titolare. «La gente è po’ spaesata, non sa bene come muoversi». A terra ci sono le linee che indicano le distanze da mantenere. «Siamo felici, ma saranno mesi difficili», conclude. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nicolò Vincenzi

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