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Frazione da trina a una La parola ai cittadini

L’ingresso di Rizza dalla parte in cui è sotto il Comune di Villafranca FOTO LUIGI PECORA
L’ingresso di Rizza dalla parte in cui è sotto il Comune di Villafranca FOTO LUIGI PECORA
L’ingresso di Rizza dalla parte in cui è sotto il Comune di Villafranca FOTO LUIGI PECORA
L’ingresso di Rizza dalla parte in cui è sotto il Comune di Villafranca FOTO LUIGI PECORA

Doppio appuntamento, in gennaio, a Rizza, paese sulla strada dell’unificazione sotto un unico Comune. Venerdì nella frazione divisa tra Villafranca, Castel d’Azzano e Verona, si terrà un’assemblea pubblica per fare il punto sulla situazione e a fine mese i cittadini esprimeranno la loro preferenza indicando sotto quale città vogliono unificare il paese. Tavolo delle idee Il gruppo informale «Tavolo delle idee per Rizza unita» - nato nel 2021 quando i tre sindaci hanno rilanciato l’iniziativa di unificazione - invita la cittadinanza per venerdì, alle 20.45, al centro parrocchiale di Rizza. L’incontro è preparatorio alla scelta informale che si farà a fine mese: una votazione che avrà il valore di sondaggio esplorativo tramite il quale i cittadini sceglieranno sotto quale Comune unificarsi. «Abbiamo raccolto alcune informazioni dai Comuni e le presenteremo alla cittadinanza rispondendo alle eventuali domande», spiega Andrea Accordini del Tavolo. «Abbiamo chiesto informazioni ai tre enti e le forniremo ai cittadini: parleremo di tasse, servizi erogati, dimensioni dei tre Comuni, in termini di abitanti e di peso politico, distanza della frazione dal capoluogo, opportunità di sviluppo, possibilità degli enti locali di investire sulla frazione in termini di strutture o di viabilità. Quest’ultimo è uno dei grossi nodi», continua Accordini. «A fine mese ci saranno alcuni giorni per esprimere la preferenza, quindi comunicheremo il paese risultante "vincitore" ai tre Comuni che daranno inizio all’iter legislativo in Regione per modificare i confini». L’ultimo passaggio sarà l’indizione di un referendum da parte della Regione in cui gli elettori della frazione saranno chiamati ad approvare l’aggregazione a un Comune. Prima le elezioni La procedura di unificazione non avverrà tuttavia subito perché non può essere avviata prima delle elezioni amministrative che riguarderanno, quest’anno, Villafranca e Castel d’Azzano. Lo dovranno fare le nuove amministrazioni, tuttavia si potranno muovere i primi passi entro la fine del 2023. «Noi comunque, prima che inizi la campagna elettorale, vogliamo arrivare a un verdetto sulla preferenza dei cittadini», continua Accordini. Venerdì sera il gruppo illustrerà anche il percorso fatto negli ultimi mesi, l’iter legislativo previsto per l’accorpamento della frazione, le modalità e i tempi con cui ciascun cittadino potrà esprimere la preferenza: «Il Tavolo in questi mesi ha lavorato molto per motivare il bisogno dell’unificazione e far comprendere ai cittadini che, a prescindere dal Comune, c’è il vantaggio di stare sotto un unico ente», conclude Accordini. Nell’autunno del 2021 i sindaci Roberto Dall'Oca di Villafranca, Antonello Panuccio, di Castel d'Azzano, e Federico Sboarina, di Verona, avevano annunciato la volontà di unificare Rizza sotto uno solo dei tre Comuni, su indicazione espressa dalla cittadinanza. Nel frattempo a Verona è cambiata l’amministrazione e il sindaco Damiano Tommasi ha incontrato il gruppo di Rizza assicurando la disponibilità a proseguire con l’iter. Chiesa, scuola, cimitero divisi La chiesa a Verona, le elementari a Villafranca, il cimitero a Castel d’Azzano. Da sempre Rizza, paese di tremila abitanti, di cui 1.200 villafranchesi e 800 azzanesi, è divisa in tre. Nel primo Novecento era un borgo di case sparse in campagna, poi lo sviluppo urbanistico alla conformazione attuale. Tuttavia è compatta, quindi la riperimetrazione non sarà difficile. Già se ne era parlato nei decenni scorsi, ma i tempi non erano maturi. Ora una popolazione rinnovata potrebbe fare la differenza sulla scorta di quanto accaduto a Lugagnano: nel 1975 era diviso tra Sona, Sommacampagna e Bussolengo e si passò per il referendum. Anche Castel d’Azzano nel 1941 si è «riperimetrato» con Vigasio, con la bizzarra anomalia, però, nella chiesa di San Martino a Forette dove l’altare è a Vigasio e i fedeli siedono a Castel d’Azzano.•.

Maria Vittoria Adami

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