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È morta Luciana Turri Fu la cuoca di Mirò

È morta ieri mattina a 88 anni nella sua casa di via Bellavista a Custoza, Luciana Turri, la cuoca che prese per la gola alcuni dei più grandi artisti del ‘900. Joan Mirò, Luciano Minguzzi, Marino Marini, Miguel Berrocal, Novello Finotti, Quinto Ghermandi, Giorgio Celiberti si sedettero negli anni magici delle fonderie artistiche veronesi, ai tavoli del suo locale, la Vecchia Locanda Custoza, lasciandosi sorprendere dai piatti che serviva loro: semplici, tradizionali, ma pieni di gusto. Ad accoglierli oltre a Luciana, c’era il marito Andrea Boscaini grande amico di Jean Pierre Jouvet, indimenticabile caporedattore della Cultura de L’Arena. Jouvet conosceva bene i grandi scultori che arrivavano a Verona per fondere i loro capolavori in bronzo. Era il compagnone che andava a prelevarli dopo il lavoro e li traghettava dalle vampe incandescenti della fonderia alle braci della griglia di Luciana e Andrea Boscaini sulla quale arrostivano pollastri ruspanti e fette di polenta ad abbrustolire per accogliere il salame casalìn di Andrea. Finotti, Minguzzi, Berrocal erano felici di farsi contagiare dall’allegria ruspante e sbrigativa della cuoca che aveva cominciato ad ospitare Jouvet e compagni quando il locale, in via Bellavista, a pochi passi da Villa Pignatti, era osteria e ritrovo dopolavoristico dell’Enal, l’Ente nazionale assistenza lavoratori. Boscaini divertiva i maestri raccontando di quando, giovane sarto, emigrato a Parigi a cercare fortuna, aveva trovato lavoro da un sarto ebreo di Montmartre, il quartiere degli artisti, molti dei quali, squattrinati, barattavano disegni o quadri per abiti. «Il mio principale», raccontava il marito di Luciana, «mi faceva dormire in un localino zeppo di quadri. Uno mi impressionò particolarmente: era una donna con il collo lunghissimo». Un Modigliani.

Morello Pecchioli

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