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PALAZZOLO DI SONA

Due terzi di alunni costretti in dad

La scuola elementare Don Bosco di Palazzolo di Sona dove i contagi tra i bambini hanno raggiunto picchi ragguardevoli FOTO PECORA
La scuola elementare Don Bosco di Palazzolo di Sona dove i contagi tra i bambini hanno raggiunto picchi ragguardevoli FOTO PECORA
La scuola elementare Don Bosco di Palazzolo di Sona dove i contagi tra i bambini hanno raggiunto picchi ragguardevoli FOTO PECORA
La scuola elementare Don Bosco di Palazzolo di Sona dove i contagi tra i bambini hanno raggiunto picchi ragguardevoli FOTO PECORA

Tre classi su nove in presenza. Cinquanta bambini scarsi, a fronte degli oltre 150 iscritti. Tutti gli altri a casa, in dad ovvero a lezione a distanza. La capacità del Covid di insinuarsi dentro gli istituti scolastici, tra le aule, in mezzo ai banchi, è ben raccontata dai numeri della primaria Don Bosco, di Palazzolo di Sona. Venerdì, la giornata peggiore, poi piano piano una classe dopo l’altra è rientrata in presenza: lunedì una, martedì un’altra, oggi si arriverà a quota sei. «La scorsa settimana, nonostante quei numeri, ho deciso di non chiudere l’istituto perché non ci trovavamo di fronte a focolai e non volevo penalizzare ulteriormente tutti gli studenti», spiega il sindaco di Sona, Gianluigi Mazzi. Che il virus stia accelerando la sua corsa dentro le scuole è un dato di fatto, tanto che lunedì sera il ministero aveva emanato una circolare che prevedeva la quarantena anche per le classi con un solo positivo. Poi ha fatto marcia indietro: nonostante i numeri in crescita, come ripete anche il sindaco Mazzi, la didattica in presenza va considerata come una priorità. Quindi, ad oggi, con un solo caso positivo in classe, i compagni devono fare attraverso il Sisp il cosiddetto tampone 0, quello immediato, da effettuare entro le 48 ore: se il risultato è negativo, rientrano subito in classe e vengono sottoposti a un secondo test dopo cinque giorni. Se i casi sono invece due, è prevista una quarantena di dieci giorni, anche se il primo tampone risulta negativo. Le due casistiche si possono poi incrociare tra di loro. Anche questa volta basta rientrare nella primaria di Palazzolo per capire che via crucis possono trovarsi a vivere alunni, insegnanti e genitori. In una delle due quarte, conferma lo stesso Sisp, in seguito alla segnalazione di un primo caso positivo, gli alunni erano stati sottoposti al tampone 0. Era il 20 novembre e in quell’occasione non erano stati rilevati altri casi positivi, quindi la classe aveva iniziato un periodo di monitoraggio, fino al 26 novembre, venerdì scorso. Quel giorno, durante il tampone finale, quello che cade dopo cinque giorni, era stato riscontrato un secondo caso positivo. E, come da regolamento, è scattata quindi la quarantena, fino a lunedì prossimo quando i bambini saranno sottoposti a un ulteriore test prima del rientro: a dieci giorni dall’ultimo contatto con il secondo positivo. Non sono mancate le lamentele da parte dei genitori, alcuni hanno chiamato anche la redazione dell’Arena per lamentarsi dei tanti giorni d’attesa, ma Maria Federici, la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Sona, di cui fa parte anche la primaria di Palazzolo, sottolinea: «L’Ulss, con cui la collaborazione è massima, ha seguito nel modo corrette le disposizioni regionali». Non vuole entrare nel merito di quanto è accaduto a quella classe: «C’è una casistica molto ampia con la quale dobbiamo fare i conti», ma assicura che «i tempi sono quelli che si registrano in tutte le scuole del Veneto, anzi d’Italia». Che ci sia anche un problema di numeri e di attese è un dato di fatto, tanto che da ieri i punti tamponi della provincia sono riservati ai soli cittadini che ne hanno diritto gratuitamente in quanto appartenenti alle categorie definite dal Piano di sanità pubblica, compresi quindi gli studenti. In sostanza, stop ai test gratuiti: non ci sono abbastanza operatori. I bambini non sono vaccinati, e questa è la prima causa dell’elevato contagio nelle scuole. Ma spesso pure gli insegnanti rifiutano l’immunizzazione e a Palazzolo, sottolinea il sindaco, «abbiamo il più alto numero di maestri no vax». I bambini sono isolati in «bolle», sempre con gli stessi compagni e sempre negli identici spazi, ma alcuni insegnanti si spostano da una classe all’altra e possono diventare quindi veicolo di contagio. Ecco perché il Governo ha stabilito l’obbligo vaccinale per il personale delle scuole, a partire dal prossimo 15 dicembre. Intanto a Palazzolo «la situazione sta pian piano rientrando», prosegue Mazzi, «so che ci sono state delle difficoltà nel contattare il Sisp, come penso sia normale in questo periodo di emergenza. Lunedì, delle sei classi che erano state chiuse, una è tornata in presenza, martedì un’altra». Oggi solamente tre sono ancora in quarantena, in attesa dell’ultimo tampone che darà il via libera per tornare a scuola in presenza.•.

Francesca Lorandi

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