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Diserbante vietato, i parchi come giungle

Un mezzo agricolo sparge glifosato in campagna
Un mezzo agricolo sparge glifosato in campagna
Un mezzo agricolo sparge glifosato in campagna
Un mezzo agricolo sparge glifosato in campagna

Le aiuole dei centri urbani sembrano porzioni di savana? Nei parchi e lungo i cigli stradali ci sono degli erbai incontrollati? Il problema, che è conseguente anche ad un andamento meteorologico che è in questi giorni particolarmente favorevole alla crescita dell’erba, non starebbe nella mancata attenzione dei Comuni, ma dovuto all’impossibilità di usare diserbanti efficaci. Questa, quantomeno, è la tesi dei sindaci del Villafranchese i quali, sui social network come in qualche discussione di piazza, proprio in merito al cattivo stato delle aree verdi vengono invece chiamati in causa, a volte anche pesantemente, dai cittadini. La sostanza chimica che veniva utilizzata in passato per fermare l’erba, il glifosato, tre anni fa è stata bandita delle aree urbane. Essendo tale prodotto chimico l’unico ad avere un prezzo tutto sommato contenuto, i Comuni da allora devono ricorrere ai mezzi tradizionali. Ovvero, allo sfalcio. Considerate le ristrettezze finanziarie in atto, però, questa scelta obbligata spesso si traduce nell’impossibilità di tenere tutto in ordine. Alcuni primi cittadini, per primi quelli di Vigasio e Villafranca, ora si dicono pronti ad avviare un’azione politica volta a far si che le istituzioni superiori prendano in esame il problema-erba, se così lo vogliamo chiamare, e trovino delle soluzioni. «Non contesto le norme vigenti, ma credo che debbano essere indicati alle amministrazioni locali dei modi di agire o dei prodotti che permettano di gestire in maniera corretta, e sostenibile, le aree verdi», dice il primo cittadino vigasiano Eddi Tosi. In seguito alla sua classificazione come probabile cancerogeno da parte dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), il glifosato, che era l’erbicida più usato al mondo, è diventato un problema. Nonostante successive smentite dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), sono state adottate misure fortemente restrittive. Un decreto del ministero della Salute entrato in vigore nell’agosto del 2016, infatti, ha posto una serie di paletti tuttora vigenti. In agricoltura, ad esempio, il glifosato non può essere sparso nella fase di pre-raccolta, mentre per quanto riguarda le aree urbane il divieto di utilizzo è costante. Il decreto, in particolare, ne vieta l’uso in zone «frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie». «Francamente è difficile capire perché un prodotto che è legale nei campi sia invece vietato all’interno dei paesi», dice più di un amministratore. «Non potendo usare il diserbante, abbiamo dovuto assumere ben quattro persone per la cura del verde pubblico; nonostante ciò, mantenere situazioni di decoro accettabili non è per nulla semplice», afferma Roberto Dall’Oca, il sindaco di Villafranca. Le difficoltà sono comuni. A testimoniarlo sono i racconti delle attività che sono state messe in atto in vari municipi per cercare di risolvere il problema degli spazi in cui cresce dell’erba. «Lo scorso anno abbiamo avviato un percorso che ora sembra dare buoni risultati, che prevede che ad effettuare gli sfalci sia la società che gestisce anche la raccolta dei rifiuti, Esacom», dice il primo cittadino di Isola Della Scala, Stefano Canazza. Mentre Luca Zonin, l’assessore alla Gestione del territorio di Buttapietra, spiega che, «essendo i prodotti alternativi al glifosato molto costosi», il suo Comune ha dovuto ridurre l’uso dei diserbanti a pochi casi eccezionali e ricorrere ad incarichi a ditte esterne, il cui lavoro si aggiunge a quello dei dipendenti municipali. «È chiaro che queste situazioni non sono sostenibili», rimarca Tosi. Poi anticipa che nei prossimi giorni inviterà gli altri sindaci del territorio ad un confronto su questo argomento. «Chiederemo agli enti superiori se e come è possibile fare fronte a questa situazione, perché così non si può andare avanti», afferma, risoluto, il sindaco di Vigasio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luca Fiorin

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