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Degrado e vecchi cellulari dietro il cinema

La sala cinema e teatro Alida Ferrarini in piazza Villafranchetta FOTO PECORACellulari e stendino abbandonati sul retro dell’edificio
La sala cinema e teatro Alida Ferrarini in piazza Villafranchetta FOTO PECORACellulari e stendino abbandonati sul retro dell’edificio
La sala cinema e teatro Alida Ferrarini in piazza Villafranchetta FOTO PECORACellulari e stendino abbandonati sul retro dell’edificio
La sala cinema e teatro Alida Ferrarini in piazza Villafranchetta FOTO PECORACellulari e stendino abbandonati sul retro dell’edificio

Una piscina gonfiabile, bottiglie di birra e cellulari. Non siamo in spiaggia, ma in centro a Villafranca. E il materiale vacanziero non è in buono stato, ma abbandonato negli anfratti sul retro della sala teatro comunale Alida Ferrarini, nel complesso dell’Ex Metropol di piazza Villafranchetta. Di recente L’Arena ha segnalato il caso dei rifiuti accatastati e talvolta maleodoranti abbandonati da ignoti dietro l’edificio e dietro la biblioteca. Ora tocca al cinema teatro. Su un terrazzino esterno, quasi in cima alla struttura, cui si accede solo dall’interno o tramite le scale di emergenza, sono chiari i segni lasciati da chi sfrutta quello spazio per altri scopi: ci sono bottiglie di super alcolici, birre e preservativi, e pure una piscina gonfiabile, ormai rotta, abbandonata sulle scale esterne di sicurezza che dal secondo piano portano ai parcheggi al piano terra. Qualcuno sostiene di aver visto in passato anche un materasso. E ancora, poco distante, in una bocca di lupo, c’è il cimitero dei cellulari. Sulla grata oltre a un paio di coni stradali e a uno stendibiancheria rotto, sono tantissimi i telefonini abbandonati. Sono distrutti, alcuni ancora con la batteria. Piazza Villafranchetta, sebbene in centro, sembra terra di nessuno. All’apparenza pulita, basta solo addentrarsi negli angoli più nascosti per accorgersene. Tornando al cinema, per arrivare ai piani più alti della struttura, le porte antipanico delle scale esterne sono apribili solo dall’interno, ovvero dalla sala Ferrarini. Ma da una delle due scale di emergenza sul retro non è difficile introdursi. Forse proprio da lì sale chi frequenta abusivamente la piccola terrazza. I passi sulla struttura in ferro si sentono chiaramente la sera tardi quando il silenzio amplifica il rumore, la sala è chiusa e non si svolgono proiezioni. Ma è probabile che la terrazza sia usata anche di giorno. Sulle scale, oltre alla piccola piscina blu sgonfia, ci sono mozziconi, un lenzuolo, vetri rotti e bottiglie. Le scale non sono usate da chi si reca al cinema perché, una volta finito il film, le vie d’uscita sono solamente interne. Vicino a un piccolo piazzale coperto, invece, nell’area proprio sotto il cinema, c’è un parcheggio esterno. Lì vicino si accede a quello interrato. Le ulteriori scale d’emergenza (questa volta aperte, senza porte d’accesso) sono sempre molto frequentate. Anche queste conducono alle uscite d’emergenza del cinema, ma al primo piano. Pure qui ci sono bottiglie di birra e di alcolici oltre a scarti di cibo. Poco distante, sotto la grata che dà respiro al parcheggio, una bocca di lupo è stracolma di rifiuti. Ma il fenomeno più evidente e strano è certo quello dell’accumulo di cellulari rotti. Rimane un mistero come mai siano lì. A Villafranchetta poi non è ancora stata risolta la questione rifiuti. In certi giorni accanto alla biblioteca, che si trova a pochi passi dal cinema, l’immondizia e i sacchi della differenziata sono moltissimi. Tanto che i residenti si erano lamentati perché, secondo loro, chi non vive nel quartiere arriva nell’area adibita alla raccolta dei rifiuti, scarica i propri, scende nel parcheggio sotterraneo ed esce dalla parte opposta della piazza dileguandosi. Una soluzione, era stato detto ancora a metà luglio scorso, era stata individuata nella realizzazione di una piccola oasi ecologica proprio dietro alle poste e accessibile solamente ai residenti. Allora si stavano svolgendo i lavori di riqualificazione dell’asfalto e la zona individuata era occupata dal cantiere. Le operazioni, però, sono terminate da un paio di mesi e nulla, per ora, sembra cambiato. •

Nicolò Vincenzi

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