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Cresce lo stipendio del sindaco «ma i soldi in più sono di tutti»

Il sindaco di Erbè Nicola Martini
Il sindaco di Erbè Nicola Martini
Il sindaco di Erbè Nicola Martini
Il sindaco di Erbè Nicola Martini

Il sindaco di Erbè, Nicola Martini, si alza l’indennità prevista per la sua carica. In realtà, la delibera è stata firmata nei giorni scorsi dal suo vice, Roberto Silvestroni, durante la Giunta alla quale ha partecipato anche l’assessore Paola Maestrelli. In quell’occasione, è stato deciso che la retribuzione lorda mensile del primo cittadino, eletto nella primavera dello scorso anno per il suo secondo mandato, sarebbe passata da 1.341 euro a 1.693 euro. Più o meno 1.400 euro netti al mese. Alla base di questa delibera, spiega lo stesso sindaco Martini, «c’è l’opportunità data dalla manovra 2020 in base alla quale l’indennità spettante ai sindaci dei Comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti, può essere aumentata fino all’85 per cento del gettone previsto per i primi cittadini di Comuni con più di 5.000 abitanti». A questo scopo, il ministero dell’Interno ha messo a disposizione un fondo di 10 milioni di euro per sostenere economicamente quei Comuni che avessero deciso per questo aumento: in pratica, l’extra lo mette lo Stato. Va detto che Silvestroni e Maestrelli, prima di verificare la delibera, hanno valutato che ci fossero le giuste condizioni: Erbè, che conta 1.900 abitanti, «non si trova in una situazione di dissesto finanziario e non è caratterizzato da fluttuazioni stagionali della popolazione». «Questi 350 euro in più di emolumento al sindaco saranno soldi a disposizione della comunità», chiarisce Martini. «La mia indennità è marginale», spiega il primo cittadino, «perché dal momento che lavoro e che non ho chiesto aspettative per fare il sindaco, mi spetta il 50 per cento di quella cifra: il resto finisce nel bilancio del Comune. Quello che mi avanza lo metto al servizio del mio paese», come racconta di aver fatto già in passato. «Ad esempio, lo utilizzo per acquistare il regalo di fine anno alle insegnanti o, come ho fatto lo scorso anno, per comprare le magliette ai bimbi delle elementari o organizzare la festa di Natale per i dipendenti. Se si guardano le delibere, non si trovano nemmeno cene di rappresentanza, per le quali utilizzo questa mia indennità», sottolinea il sindaco, che lavora nel Genio Civile e sottolinea che «per amministrare bene, è necessario mettere a disposizione della comunità molte ore, chiedendo diversi permessi al lavoro. Un impegno che, nel periodo del Covid, è aumentato notevolmente». Una situazione che spiegherebbe perché spesso, nei piccoli Comuni, al momento delle elezioni pochi candidati si facciano avanti: la responsabilità è tanta, le ore richieste molte e il tornaconto è al minimo. •

F.L.

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