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Casa di riposo, in vista nuove assunzioni

Il tavolo dei relatori all’assemblea sulla casa di riposo di Isola della Scala FOTO DIENNEIl pubblico nella sala assiste al dibattito sull’Albertini
Il tavolo dei relatori all’assemblea sulla casa di riposo di Isola della Scala FOTO DIENNEIl pubblico nella sala assiste al dibattito sull’Albertini
Il tavolo dei relatori all’assemblea sulla casa di riposo di Isola della Scala FOTO DIENNEIl pubblico nella sala assiste al dibattito sull’Albertini
Il tavolo dei relatori all’assemblea sulla casa di riposo di Isola della Scala FOTO DIENNEIl pubblico nella sala assiste al dibattito sull’Albertini

Il presente della casa di riposo Scala si muove nel limbo di un passato disastroso e un futuro che dovrà essere la sua rinascita definitiva. Se da un lato i debiti della Benedetto Albertini, come ha spiegato lunedì il sindaco Stefano Canazza alla serata pubblica da lui indetta proprio per parlare dell’Ipab, saranno ripianati nel 2021 («si è notevolmente ridotta l’esposizione debitoria», è stato ripetuto), dall’altro le criticità restano. Il problema del malfunzionamento del sistema di riscaldamento e aria condizionata, anche lunedì sera, è stato toccato più volte. Le testimonianze di chi ha, o aveva, parenti ospiti in struttura ha messo in chiaro come quella all’Albertini non possa più essere una situazione accettabile. Seppur tamponata in via emergenziale. Si parte da lontano, ma come ha sottolineato anche la consigliera Maddalena Salgarelli (Isola nostra), sembra la stessa storia che si ripete. Proprio Salgarelli ha ripreso in mano le lettere del comitato familiari in cui si parla, era il 6 giugno del 2017, di una «grave carenza». Problema che però risultava essere uguale all’anno prima. È quindi almeno dal 2016 che l’impianto all’Albertini non funziona come dovrebbe. Una parente, invece, ha raccontato l’esperienza vissuta con il padre quando, durante l’estate scorsa, il termometro nella stanza superava di molto i 30 gradi. «Ci è sempre stato detto», ha commentato l’ex segretario del comitato familiari, Claudia Tinto, «che per quanto riguarda il riscaldamento non era un problema di soldi. Anzi un paio di anni fa era già pronto il bando». Eppure la criticità non è mai stata superata. Ecco perché si è rimarcato la lentezza, la scelta opinabile delle priorità dell’Ipab e gli incastri burocratici della pubblica amministrazione che avrebbero portato a situazioni deficitarie. Alcuni familiari, poi, si sono lamentati per le rette rimaste comunque alte. Rette che, ha accusato chi era fra il pubblico, hanno aiutato a coprire anche l’ammanco milionario. Il consigliere d’opposizione Roberto Venturi (centro destra per Isola), invece, ha chiesto lumi sulle vertenze nei confronti di alcuni lavoratori dell’Ipab. Mentre la seconda parte della discussione si è focalizzata sul personale. Discorso che ha toccato anche l’attuale situazione. Sempre secondo alcuni familiari, infatti, non sarebbe adeguato, seppur rispetti il numero previsto dalla legge, per le esigenze degli ospiti. «Non posso più sentire», si è levata dalle ultime file la voce, «che non venga fatto alzare mio papà dal letto perché non c’è personale». Il nuovo cda è stato nominato nel febbraio scorso. La neodirettrice Silvia Pastore, durante l’assemblea, ha annunciato perciò un potenziamento dal punto di vista dell’organizzazione del personale «lasciato da anni in autogestione». La stessa Pastore ha prospettato una ripianificazione della struttura che prenderà in considerazione tre macro aree: socio educativa, sanitaria assistenziale e amministrativa. Oltre alla sistemazione della linea telefonica. Mentre, una volta approvato il bilancio, la priorità sarà dedicata all’assunzione di nuovi infermieri. Di assunzioni ha parlato anche la presidente Matilde Perbellini. Prima evidenziando il bando chiuso pochi mesi fa per 17 posizioni di operatori sanitari (15 a tempo pieno e 2 part time), oltre a quello per i fisioterapisti. Gli interventi all’impianto di riscaldamento ai piani, ha aggiunto, è già stato approvato e prevede una spesa di poco inferiore ai 200mila euro (per l’intero impianto servirà almeno mezzo milione). Lavori che inizieranno a marzo. Mentre lo scorso venerdì i revisori hanno dato l’ok anche per mettere mano al portafoglio e sistemare l’impianto che riscalda il salone. •

Nicolò Vincenzi

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