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Campo nomadi, pasticcio sull’affitto

L’attuale area in cui vivono le famiglie Sinti a Lugagnano di Sona
L’attuale area in cui vivono le famiglie Sinti a Lugagnano di Sona
L’attuale area in cui vivono le famiglie Sinti a Lugagnano di Sona
L’attuale area in cui vivono le famiglie Sinti a Lugagnano di Sona

Il regolamento per il trasferimento delle famiglie Sinti nell’area di sosta di via Liguria è stato approvato dal consiglio comunale lo scorso 23 luglio, ma ad oggi non è ancora stato determinato il canone che dovrà essere pagato da chi, spostandosi dall’attuale collocazione di via Le Mase, occuperà le nuove piazzole. Stando alla lettera dei documenti, questa avrebbe tutta l’aria di essere una dimenticanza della giunta; stando alla versione dell’amministrazione, invece, l’interpretazione da seguire sarebbe tutt’altra, e quindi i tempi non sarebbero ancora scaduti. IL TRASFERIMENTO. Nell’ultimo anno del suo primo mandato, l’amministrazione del sindaco Gianluigi Mazzi, poi riconfermato dal voto dei cittadini, aveva avviato le procedure per la realizzazione di un’«area per sosta a lungo termine» in via Liguria, in cui trasferire le famiglie di origini nomadi che, dal 1998, risiedono in via Le Mase, in una zona a ridosso del campo sportivo e della casa di riposo, giudicata non idonea sotto il profilo urbanistico ed igienico-sanitario. Per la sistemazione della nuova area erano stati approvati lavori per 64 mila e 100 euro. Durante la campagna elettorale del 2018, c’era stato un forte scontro su questa decisione: gli altri candidati sindaci (Flavio Bonometti per Progetto Comune e Lega e Maurizio Moletta per Noi per Sona e Testa e cuore per Sona) ritenevano infatti che lo spostamento in via Liguria, nella zona industriale di Lugagnano e in un’area sistemata con i soldi del Comune, non rappresentasse una soluzione adeguata. IL REGOLAMENTO. Della questione del trasferimento si è tornato a parlare con l’approvazione in consiglio comunale di un regolamento redatto per disciplinare la concessione dell’area. Nello specifico, il provvedimento intende «disciplinare la pacifica convivenza della comunità di etnia Sinti con la più ampia comunità cittadina» e vuole altresì «porre regole stringenti che implicano l’adozione di idonei comportamenti il venir meno dei quali comporta la decadenza della concessione comunale». Gli unici rappresentanti dell’opposizione presenti in sala, i leghisti Edgardo Pesce e Antonella Tortella, si sono astenuti. Moletta, che è recentemente passato a sedere nei banchi della maggioranza, ha votato a favore, mentre Bonometti era assente, come il collega di Progetto Comune Nicolò Ferrari e l’altro consigliere della Lega Gaspare Di Stefano. IL CANONE. Nel regolamento, che disciplina anche le questioni inerenti al canone che le famiglie dovranno pagare con periodicità semestrale per la concessione e l’occupazione delle piazzole, si legge: «L’ammontare del canone viene determinato con un provvedimento della giunta comunale. Il predetto provvedimento viene adottato entro trenta giorni dall’approvazione del presente regolamento». Lo stesso concetto è ripetuto nella delibera a cui il regolamento è allegato. La lettura letterale non lascia spazio ai dubbi: i trenta giorni vanno contati dall’«approvazione» del regolamento, e siccome il regolamento è stato approvato lo scorso 23 luglio, i termini per l’adozione del canone scadevano il 22 agosto. Ma a quella data il canone non era ancora stato determinato. Contattati qualche giorno dopo, alcuni membri della giunta sembrano addirittura non essere al corrente della questione: il vicesindaco Roberto Merzi non ne sa nulla, e rimanda all’assessore Gianfranco Dalla Valentina. Anche lui cade letteralmente dalle nuvole, ma si domanda se forse il canone non sia stato determinato dalla giunta quando lui era in ferie. Si informa, e niente: non c’è stato alcun provvedimento di questo tipo in sua assenza. Non gli resta che rimbalzare la palla al presidente del consiglio Mattia Leoni, «che sta seguendo la cosa». LE INTERPRETAZIONI. Leoni, effettivamente, una risposta la dà: per lui occorre considerare non l’approvazione del regolamento, come in realtà è scritto nei documenti approvati nella seduta consiliare del 23 luglio, ma l’esecutività. «Il nostro Statuto», spiega, «prevede che l’esecutività si calcoli sulla base dei quindici giorni successivi alla pubblicazione sull’albo pretorio. Quindi il regolamento in questione è diventato esecutivo dal primo settembre. Nei prossimi giorni, la giunta approverà il canone, e contestualmente l’atto di concessione». Dunque, a suo dire, non c’è stato alcun ritardo: «Se le famiglie si fossero già spostate», spiega, «potremmo considerarci in ritardo, ma questo non è avvenuto». Insomma, se nei documenti votati in consiglio si parla di trenta giorni dall’«approvazione» del regolamento, Leoni ritiene che vadano invece considerati trenta giorni dall’«esecutività». Approvazione ed esecutività sono però due concetti diversi. Per Flavio Bonometti, consigliere di opposizione di Progetto Comune, non ci sono dubbi: «L’approvazione è una cosa, l’esecutività è un’altra. Se occorresse considerare quella, nel regolamento ci sarebbe scritto “dal momento dell’avvenuta esecutività”». ENTRO FINE MESE. In ogni caso, il canone verrà determinato a giorni, anche perché la volontà dell’amministrazione è quella di rendere possibile il trasferimento delle famiglie di origini nomadi nella nuova area di via Liguria entro fine mese. «Stiamo aspettando la consegna delle casette», fa sapere Leoni, «e nel momento in cui arriveranno verrà definito il trasferimento, che penso possa avvenire entro settembre». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Federica Valbusa

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