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«Aveva già aggredito la suocera La uccise per non farla parlare»

Enrico Zenatti, l’agricoltore di Custoza ora in carcere a Mantova
Enrico Zenatti, l’agricoltore di Custoza ora in carcere a Mantova
Enrico Zenatti, l’agricoltore di Custoza ora in carcere a Mantova
Enrico Zenatti, l’agricoltore di Custoza ora in carcere a Mantova

Il veronese Enrico Zenatti, 54 anni, ha ucciso la suocera per nascondere la sua precedente aggressione alla stessa anziana. Ecco qui il nuovo risvolto dell’omicidio di Anna Turina, 73 anni, verificatosi il 9 dicembre scorso a Malavicina di Roverbella nel Mantovano. L’inedita ricostruzione dei fatti è emersa pochi giorni fa quando il pm della città lombarda, Fabrizio Celenza, ora ritornato in procura a Venezia, ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato a carico dell’agricoltore originario di Custoza per il delitto verificatosi quasi nove mesi fa. Il processo inizierà il sei ottobre davanti alla Corte d’assise di Mantova. Nel frattempo, Zenatti, arrestato il 10 dicembre e a tutt’oggi in cella, è stato sentito dagli investigatori per una seconda volta dopo l’arresto ma il veronese si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Ben altro atteggiamento aveva tenuto a pochi giorni dal delitto quando in sede di interrogatorio di convalida, si era dichiarato completamente estraneo alla morte della settantatreenne. Il processo ruoterà sulle accuse di tentato omicidio oltre che di omicidio volontario, aggravato dal rapporto di affinità tra Zenatti e la vittima (suocera) oltre che dall’aver approfittato in circostanze e di luogo anche in riferimento all’età tali da ostacolare la difesa della vittima. Per finire, il cinquantaquattrenne dovrà rispondere anche di aver commesso un reato (l’omicidio) per nasconderne un altro (il tentato omicidio). Una piattaforma di accuse sulla quale i difensori di Zenatti, gli avvocati Silvia Salvato e Andrea Pongiluppi del foro di Mantova, sono decisi a dare battaglia. Contestano da capo a piedi lo scenario disegnato dall’accusa e sostengono che nei capi d’imputazione, non viene spiegato in che modo sarebbero avvenute le aggressioni alla vittima. La ricostruzione Eppure l’accusa sembra essere sicura del fatto suo e dai due diversi capi di imputazione si può azzardare una prima, provvisoria ricostruzione di ciò che è successo il 9 dicembre 2021 in quella casa di Roverbella a due passi dal confine con la provincia di Verona vicino a Mozzecane. Tutto potrebbe essere iniziato da una lite tra l’agricoltore di Custoza con la suocera con la quale, è emerso dalle indagini, non correva buon sangue da tempo. Ci sarebbe stata una prima aggressione ad opera di Zenatti anche se fino ad oggi non è emerso con quali modalità. Nei giorni successivi all’omicidio, era emerso anche che l’anziana era stata soccorsa in un primo momento dai due figli, Paolo e Mara, moglie di Zenatti ma non sarebbe stata in grado di spiegare che cosa le era successo. I due sarebbero poi usciti per chiamare i soccorsi oltre che per procurarsi i medicinali necessari per prestare i primi soccorsi alla donna. E in questo frangente, secondo l’accusa, Zenatti avrebbe ucciso l’anziana tagliandole la gola proprio per impedirle di raccontare del tentato omicidio ai suoi danni, appena avvenuto. Altre prove Non mancano altre frecce all’arco dell’accusa. Nelle ore successive al delitto, i carabinieri avrebbero trovato gli abiti di Zenatti sporchi di sangue e avrebbero riscontrato una ferita sulla mano che l’imputato avrebbe ricondotto ad un incidente sul lavoro. Ci sarebbero poi le immagini delle telecamere di videosorveglianza che smentirebbero la versione dell’agricoltore in base alle quali lui non era presente nella casa della vittima al momento dell’aggressione prima e del delitto poi. Toccherà ai giudici della Corte d’Assise districarsi tra i paletti di accusa e difesa. La sentenza è attesa entro la fine dell’anno.•.

Giampaolo Chavan

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