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Assemblea al Medi, scudo dei presidi

Studenti del liceo Medi di Villafranca mentre escono dal loro istituto
Studenti del liceo Medi di Villafranca mentre escono dal loro istituto
Studenti del liceo Medi di Villafranca mentre escono dal loro istituto
Studenti del liceo Medi di Villafranca mentre escono dal loro istituto

Il mondo della scuola risponde compatto alle critiche del deputato leghista Vito Comencini (anche consigliere comunale a Verona) sulla scelta degli studenti del liceo Medi di dedicare l’assemblea d’istituto del 18 febbraio al tema «Omotransfobia e Lgbtqi+, contro natura?». «Così si consente all’ideologia gender di entrare a scuola», ha tuonato Comencini, dichiarando che in classe si dovrebbe, piuttosto, «discutere dei valori della famiglia tradizionale», dato che nel nostro Paese la natalità è «in drammatico crollo». I primi a far da scudo a queste affermazioni sono i dirigenti scolastici, che in una lettera inviata al nostro quotidiano, esprimono «piena solidarietà nei confronti della comunità educante, delle ragazze e dei ragazzi del liceo Medi e del dirigente Marco Squarzoni». La scuola, scrivono, «è aperta ad accogliere critiche e al confronto, ma il sospetto che possa essere luogo di premeditata propaganda ideologica o di indottrinamento non può essere accettato». Il testo è stato sottoscritto dai presidi delle scuole superiori Agli Angeli, Sanmicheli, Calabrese Levi, Marco Polo, Ferraris-Fermi, Carnacina, Messedaglia, Da Vinci, Fracastoro, Silva Ricci, Pindemonte, Giorgi, Medici, Cotta, Liceo Artistico di Verona, Marie Curie, Einaudi, Minghetti, Guarino Veronese, Marconi, Stefani Bentegodi, Bolisani. «Le iniziative proposte dagli studenti che siano rispettose delle persone, culturalmente e pedagogicamente fondate, possono e devono trovare cittadinanza nella scuola, la cui missione è quella di far crescere adulti consapevoli, rispettosi dei diritti umani e scevri da ogni forma di discriminazione e violenza, dando concretezza al principio di eguaglianza sostanziale espresso nella Costituzione. L’insegnamento di questi valori passa attraverso la trattazione anche di temi divisivi, perché i giovani sviluppino il necessario senso critico». È sulla stessa linea il messaggio della costola provinciale dell’Associazione nazionale presidi: «La scuola è luogo di inclusione e dibattito, dove il pensiero critico è chiamato a essere libero, dal momento che la politica tende, talora, a imporre verità care al proprio elettorato», ribadisce la presidente Viviana Sette, che lancia un appello agli amministratori pubblici: «Diano più fiducia alla scuola, astenendoci da proclami demagogici e partendo dal presupposto che le attività educative non mirano a indottrinamenti, ma allo sviluppo di competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica». Non ultimi, gli studenti: «L’onorevole Comencini deve accettare che parlare di sessualità e genere nelle scuole è un diritto e garanzia di uguaglianza e inclusività», dice Camilla Velotta, coordinatrice Rete degli studenti medi di Verona, movimento che già un anno fa ebbe a ridire con Comencini quando usò espressioni molto simili per «bollare» l’assemblea promossa dall’istituto Sanmicheli sul tema delle discriminazioni ai non eterosessuali. «Per gli adolescenti omosessuali il rischio di suicidio è di oltre tre volte superiore rispetto ai coetanei eterosessuali e per i transgender di oltre cinque volte», aggiunge Velotta. «Per non parlare delle violenze, del bullismo e dell’allarmante tasso di abbandono scolastico. C’è la necessità di avere un sostegno e di parlare di queste temi all’interno delle scuole, luoghi di cultura che devono tutelare il benessere e il diritto di tutti noi, studentesse e studenti». •

Laura Perina

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