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Amava la «sua» Vigasio Bepi Sartori riposerà nella tomba di famiglia

Bepi Sartori  riceve una targa dal sindaco Eddi Tosi, cerimonia del 2017Bepi Sartori  quarto da sinistra durante l’ultima uscita a Gaium, giovedìBepi Sartori  con Daniela Contri a un evento a Vigasio
Bepi Sartori riceve una targa dal sindaco Eddi Tosi, cerimonia del 2017Bepi Sartori quarto da sinistra durante l’ultima uscita a Gaium, giovedìBepi Sartori con Daniela Contri a un evento a Vigasio
Bepi Sartori  riceve una targa dal sindaco Eddi Tosi, cerimonia del 2017Bepi Sartori  quarto da sinistra durante l’ultima uscita a Gaium, giovedìBepi Sartori  con Daniela Contri a un evento a Vigasio
Bepi Sartori riceve una targa dal sindaco Eddi Tosi, cerimonia del 2017Bepi Sartori quarto da sinistra durante l’ultima uscita a Gaium, giovedìBepi Sartori con Daniela Contri a un evento a Vigasio

Verrà sepolto nella tomba di famiglia, nel cimitero di Vigasio, Bepi Sartori, il medico poeta morto nella notte tra giovedì e venerdì all’età di 86 anni nella sua casa in Valdadige. I funerali verranno celebrati martedì alle 10 nella chiesa di Volargne. Vigasio lo ricorderà con un rosario oggi alle 18.45 in chiesa parrocchiale. Qui in paese Sartori lascia la sorella Teresa, nipoti e parenti, e soprattutto tantissimi ricordi in centinaia di persone che l’hanno conosciuto e amato. Qui, infatti, ha trascorso la giovinezza e aveva sempre mantenuto le amicizie più belle, qui si sentiva a casa. Non c’è famiglia, a Vigasio, che non abbia la pergamena con la poesia che Bepi aveva scritto per celebrare gli anniversari di matrimonio più significativi. Da molti anni, infatti, l’amministrazione lo invitava alla cerimonia per festeggiare gli sposi inossidabili che ricordavano le loro nozze d’oro. Un appuntamento cui Sartori non mancava mai, accompagnato dal collega poeta Giorgio Sembenini. Alla sua Vigasio Bepi Sartori ha dedicato molte poesie: una su tutte si intitola «Vigasio quando el Tartaro», spesso richiesta nelle cerimonie locali. Con pennellate dense di emozioni, Sartori descriveva un territorio e una comunità. «Vigasi quando el Tartaro el te cuna/te ride i oci da la contentessa,/e ’l vial de i platanari el te imboressa/e ’l vial de i tigli tuto el te improfuma... San Bernardin, Sanvigo, Cantarane,/el Vo, Campagnanagra, le Forete, Vacaldo, Vilabroia, le Salete,/el Gibuti, l’Ampelio, le Isolane... E i ani i passa, taca a farse sera/i fòi del calendario i vola via/ma lì da ti me sento a casa mia/perché da ti l’è sempre primavera». La scomparsa del medico poeta, che era nato a Miega di Veronella il 29 febbraio 1936, ha destato un grande cordoglio nella comunità di Vigasio. «El Bepi», come era da tutti affettuosamente chiamato, era molto legato a Vigasio e il paese a lui. Nel 2005, su proposta dell’allora assessore alla cultura Daniela Contri, l’amministrazione comunale del sindaco Pietro Robbi pubblicò «Sognando el sélese», raccolta dei suoi primi cinque volumi di poesie. «Figlio illustre di Vigasio, Bepi Sartori è narratore di molti di quei valori perduti e per i quali si avverte una nostalgia crescente», scriveva nella prefazione Robbi. Nel 2016, con il contributo del Comune di Vigasio, l’Ordine dei medici di Verona ha pubblicato «El meio mestier del mondo». Sartori è ricordato anche nel volume «Protagonisti nella comunità di Vigasio» edito nel 2018, nel capitolo degli artisti scritto da Vasco Senatore Gondola che lo definisce «un’anima candida, trasparente, uomo generoso, incorreggibilmente fiducioso e ottimista».•.

Valerio Locatelli

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