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Allarme rosso alla «Campostrini» Sono positivi due terzi degli anziani

La «Campostrini» FOTO PECORA
La «Campostrini» FOTO PECORA
La «Campostrini» FOTO PECORA
La «Campostrini» FOTO PECORA

Allarme rosso alla Campostrini di Sommacampagna. Due terzi degli anziani ospiti della casa di riposo sono risultati positivi al test sul coronavirus, come certificano i dati diffusi dai medici di famiglia che li assistono nella struttura. È l’esito del tampone effettuato la settimana scorsa, dopo l’esame eseguito sul personale dell’Ipab. Sulla sessantina di over 85 residenti, una quarantina ha contratto il contagio. Difficile prevedere cosa succederà nelle prossime ore. C’è chi potrebbe aver già superato la fase acuta e chi, invece, potrebbe andare incontro alle ore peggiori. La notizia, arrivata ieri mattina, non è stata l’unica novità del giorno. Alla Campostrini si è presentato infatti lo Spisal dell’Ulss 9. L’ispezione, richiesta da alcune sigle sindacali, è stata effettuata per verificare il livello di protezione con la quale presta servizio il personale. Il pensiero di chi è al timone della struttura riguarda però soprattutto le procedure da attivare ora che i risultati del test non lasciano dubbi sullo stato di salute degli ospiti. «Ci siamo rivolti subito a una ditta specializzata in sanificazione perché intervenga a nell’ala della casa di riposo dove sistemeremo gli ospiti negativi al Covid-19. Procedura necessaria che però non ci mette al riparo», avverte il presidente Antonio Aldrighetti. «Il tampone è stato effettuato giovedì: non è detto che da allora a oggi i “negativi” non siano stati contagiati. Per questo», prosegue, «pur consapevoli della mole di lavoro che ha l’Ulss 9 in questi giorni e della sorveglianza avviata in tutte le case di riposo, abbiamo chiesto che sugli ospiti venga anche eseguito l’esame del sangue in sperimentazione per verificare la presenza del contagio». Un test che darebbe un riscontro più rapido rispetto al tampone, consentendo di separare in modo più sicuro chi è positivo da chi non lo è. Intanto nell’Ipab il lavoro prosegue tra enormi difficoltà, legate alla carenza di personale che costringe chi è in servizio a sobbarcarsi turni massacranti. «Torniamo a chiediamo sempre all’Ulss Scaligera che velocizzi al massimo i tamponi di controllo per infermieri e operatori rimasti in quarantena, circa una ventina, per accertare il loro stato di salute e richiamarli in servizio appena possibile, dando il cambio ai colleghi stremati». •

VA.ZA.

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