<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Alberi tagliati o capitozzati Piovono proteste in Comune

Alberi capitozzati sulla riva del Mincio FOTO PECORAAltre piante private dei rami con l’intervento
Alberi capitozzati sulla riva del Mincio FOTO PECORAAltre piante private dei rami con l’intervento
Alberi capitozzati sulla riva del Mincio FOTO PECORAAltre piante private dei rami con l’intervento
Alberi capitozzati sulla riva del Mincio FOTO PECORAAltre piante private dei rami con l’intervento

Tagliare alberi o potarli in modo drastico viene sempre più vissuto come un grave sfregio. E pertanto sono stati visti come una grave ferita al paesaggio e un danno al patrimonio arboreo comunale i recenti interventi su piante e arbusti sulla riva sinistra del Mincio e la capitozzatura degli alberi che si trovano alla punta di Borghetto, a ridosso delle colonie elioterapiche. Così, molti cittadini hanno protestato contro questi interventi, scrivendo sui social o contattando direttamente i consiglieri comunali. «Qualche giorno fa», dichiara una residente, «ho fatto una camminata che voleva essere rilassante lungo la ciclabile che da Borghetto va verso Mantova e ho notato con rammarico un drastico intervento, con l’eliminazione anche di alberi d’alto fusto e una brutale modifica al paesaggio. Sono tornata a casa rammaricata perché credo che spazi come quelli lungo il Mincio debbano essere tutelati come gioielli preziosi da passare alle nuove generazioni». Sulla stessa falsariga Antonio Bettio, pensionato, che le rive del Mincio le percorre spesso e volentieri e nota interventi (di competenza del genio civile o dei consorzi) difformi. «Talvolta le rive vengono rasate a zero», sostiene Bettio, «mentre altre volte gli interventi sono meno aggressivi. Poi, al contrario, si lascia una vera e propria foresta, con alberi d’alto fusto caduti sul percorso, sulla riva destra del Mincio, a poche centinaia di metri da Borghetto. D’estate fa molta frescura ma almeno il passaggio per le bici bisognerebbe ripristinarlo». Ancora più duro è l’impatto visivo della capitozzatura delle piante nella zona verde della punta, una delle più frequentate dai locali e dai turisti perché porta a uno scenario di grande suggestione, la confluenza tra il Mincio e il canale Diversivo. Una pratica, quella della capitozzatura, vietata anche dal Comune di Valeggio sul Mincio, conformatosi al decreto legge del 10 marzo 2020 del ministero dell’Ambiente, perché produce il taglio dei rami sopra il punto di intersezione con il tronco, che quasi sempre danneggia le piante e spesso le porta alla morte. «Sembrano dei moncherini», rileva dispiaciuto Bettio, «e li si vede chiaramente da sotto ma anche dalla riva sinistra del Mincio». Alcuni alberi della punta, che nei temporali del luglio scorso hanno mostrato instabilità, hanno convinto il Comune, che ha portato avanti anche un censimento del patrimonio arboreo, a intervenire. «Per gli alberi sulla punta», afferma l’assessore alle Manutenzioni, Alessandro Remelli, «non è stato facile prendere una decisione, ma ci siamo avvalsi della relazione di un agronomo forestale che ha ritenuto necessario, per la stabilità degli alberi, l’approccio adottato». Un intervento che la Sia (Società italiana di arboricoltura) bolla come inadeguato e pericoloso, soprattutto nel lungo periodo. Purtroppo quando s’imbocca la strada della capitozzatura è difficile tornare indietro. «Presumo che gli alberi fossero già stati capitozzati in precedenza», sottolinea Giovanni Bombieri, forestale che spesso collabora col Wwf, «e purtroppo gli alberi capitozzati non producono più i rami collegati al midollo, ma solo quelli prodotti da gemmature avventizie, per cui è quasi obbligatorio ripeterla annualmente. Si tratta di una pratica agricola che in quel contesto non creava pericoli perché non c’era un gran passaggio di persone». Per far sì che in futuro si adottino pratiche corrette sarebbe utile un piano del verde con l’apposito regolamento. Il primo predispone gli obiettivi e il secondo le norme tecniche da seguire. Poi Bombieri torna sulla gestione delle rive. «Assieme alle associazioni ambientaliste», rimarca, «chiediamo interventi mirati o, se si rade a zero, di farlo per un centinaio di metri, non toccando i successivi. Poi, dopo qualche anno, si interverrà su un tratto diverso».•.

Alessandro Foroni

Suggerimenti