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«Vincolo paesaggistico della Valpolicella, ora coinvolgere tutti»

Una veduta della Valpolicella
Una veduta della Valpolicella
Una veduta della Valpolicella
Una veduta della Valpolicella

È in corso d'opera l'aggiornamento del vincolo paesaggistico che dal 1957 disciplina in tutta la Valpolicella gli interventi edilizi e fondiari. Un lavoro partito lo scorso anno per volontà della Soprintendenza Archeologia belle arti paesaggio di Verona su sollecitazione degli stessi sindaci di Negrar, San Pietro in Cariano, Sant'Ambrogio, Fumane, Marano per un coinvolgimento diretto dei cinque Comuni. «Ma ora è tempo di investire sul tema anche i consigli comunali e le comunità, in particolare i rappresentanti degli ordini professionali e delle associazioni di categoria, che finora non hanno partecipato al lavoro», avvisano l'assessore all'urbanistica di Negrar di Valpolicella, Fausto Rossignoli, e il membro della Commissione negrarese per il paesaggio, Alessandro Beghini. Entrambi esponenti del partito “Azione” in Valpolicella, escono allo scoperto su un argomento che sta facendo discutere. E prendono posizione. «È giusto che a questo punto la Soprintendenza senta anche loro», continuano. «L'aggiornamento del decreto è meritorio almeno per due ragioni: anzitutto perché l'attuale decreto paesaggistico è ormai molto datato e oggi la realtà è profondamente diversa; inoltre, perché la Soprintendenza ha deciso di procedere alla modifica confrontandosi con le amministrazioni locali, e in particolare con i sindaci, chiedendo contributi e assicurando massima attenzione alle proposte». «Ma crediamo che ora l'argomento debba diventare patrimonio di tutti. Perché il nuovo vincolo condizionerà la vita di tutti, dettando nuove regole per ogni intervento nel territorio per i prossimi decenni. Il momento della condivisione è adesso. Quando i giochi saranno fatti, sarà troppo tardi». Rossignoli e Beghini sono d'accordo in particolare con l'orientamento espresso dalla Soprintendenza di estendere a tutti i cinque Comuni la scelta urbanistica già compiuta da quello di Negrar: prevede la possibilità di realizzare nuovi interventi edilizi soltanto all'interno del tessuto consolidato, evitando di consumare altro territorio agricolo. Ci sono però altri aspetti, riferiscono, sui quali il lavoro istruttorio della Soprintendenza non è ancora terminato e che destano la loro preoccupazione. A partire dalle scelte in merito agli edifici agricoli, per i quali la legge urbanistica in vigore prevede delle eccezioni. «Ci chiediamo se le aziende agricole potranno ancora crescere e attrezzarsi con nuovi volumi per l'appassimento e lo stoccaggio dei vini, oppure se potranno ancora nascere nuove cantine», spiega Beghini. Poi c'è la disciplina dei boschi. «Qualche Comune ha fatto propria la tutela dettata dalla legge forestale, senza altro in aggiunta. Qualche altro ha dettato anche limiti aggiuntivi. Qual è l'orientamento della Soprintendenza?», prosegue l'assessore negrarese. «Tutelare l'aspetto paesaggistico è senza dubbio importante, ma l'esperienza insegna che la tutela può avere successo solo se contemporaneamente è assicurata anche la sostenibilità sociale ed economica delle regole», conclude Rossignoli. «E soprattutto solo se si coinvolgono i produttori nella protezione del territorio. Occorre coniugare attentamente tutte le esigenze in gioco».•.

Camilla Madinelli

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