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Vaccini a tappeto La baita degli alpini ospita l’ambulatorio

Il dottor Rosario Capuano e il capogruppo Giancarlo Damoli davanti alla baita alpina di Negrar FOTO PECORA
Il dottor Rosario Capuano e il capogruppo Giancarlo Damoli davanti alla baita alpina di Negrar FOTO PECORA
Il dottor Rosario Capuano e il capogruppo Giancarlo Damoli davanti alla baita alpina di Negrar FOTO PECORA
Il dottor Rosario Capuano e il capogruppo Giancarlo Damoli davanti alla baita alpina di Negrar FOTO PECORA

Vaccino anti influenzale, in territorio negrarese scatta la collaborazione tra medici di famiglia e alpini con lo zampino dell’amministrazione comunale. Uniti per garantire in luoghi ampi e sicuri la campagna vaccinale 2020-’ e la più ampia copertura possibile dai virus influenzali nel primo autunno inverno in cui questi circoleranno in contemporanea con quello del Covid-19. PER QUATTRO settimane consecutive, da oggi, gli otto medici di medicina generale di Negrar e frazioni sono operativi nella baita degli alpini di Negrar e in quella di Fane, evitando assembramenti negli ambulatori e un pericoloso miscuglio con altri pazienti. Nelle due baite messe a disposizione dai rispettivi gruppi alpini dopo l’intermediazione del sindaco negrarese Roberto Grison, i medici Alessandra Buffo, Alessandra Camerotto, Rosario Cattano, Federica Galvani, Silvana Menegazzi, Francesca Picarazzi, Carmine Tabacco e Roberto Zanoni, aiutati da un team di loro infermieri e dalla dottoressa tirocinante Marta Fraccari, somministreranno la dose di protezione dall’influenza stagionale ai pazienti che ne hanno diritto gratuitamente. Si tratta in totale di circa 3.500 persone - un terzo dei 10mila assistiti complessivi dei medici - aventi diritto per età, dai 60 anni in su, oppure per patologie croniche, con familiari gravemente ammalati o con lavori considerati ad alto rischio. Gli alpini, contattati dal primo cittadino, non hanno esitato: «Siamo a disposizione come sempre della comunità e lieti di collaborare con i dottori», sottolinea il presidente del gruppo di Negrar, Giancarlo Damoli. Anche l’Istituto comprensivo di Negrar ha contribuito: «Ringraziamo la dirigente scolastica Angela Surace, che ci ha fornito dei paraventi per la svestizione delle persone e per meglio organizzare la sala vaccinazioni», afferma la dottoressa Galvani. Nella baita delle penne nere di Negrar vicino alle scuole medie, opportunamente allestita per ricevere e iniettare i vaccini, gli otto medici saranno presenti a turno di due per volta e riceveranno su appuntamento. CATTANO E PICARAZZi saranno inoltre a Fane, nella baita in centro paese, per agevolare i pazienti di quella frazione che più volte in passato si sono sentiti discriminati in fatto di servizi e in molti casi sono anziani impossibilitati a muoversi con l’auto. «Siamo pronti a vaccinare in sicurezza, rispettando tutte le norme», assicura il dottor Cattano, coordinatore del gruppo di medici negraresi per questa iniziativa «Procederemo in base agli appuntamenti ma anche per fasce d’età. Ogni medico seguirà la sua scala di priorità, in base alle necessità». Il vaccino anti influenzale comprato dalla Regione e distribuito dall’Ulss 9 a medici di base e ospedali è di due tipi, trivalente e quadrivalente. In queste settimane i dottori, a cui è arrivata una prima tranche di dosi, sono stati subissati dalle informazioni in merito alla campagna vaccinale e dalle domande per accedervi il prima possibile. «CI SONO CERTAMENTE più richieste e meno resistenze degli anni scorsi, il che è un bene data l’importanza dalla vaccinazione quest’anno per scongiurare sovrapposizioni con il Covid», continua Cattano. «Quest’anno vaccinarsi non solo protegge dall’influenza stagionale ed evita all’organismo d’indebolirsi, ma servirà anche per diagnosi differenziali e a non intasare gli ospedali». Siamo in ritardo, rispetto alle scorse stagioni? «Assolutamente no», risponde Cattano. «Siamo in linea con gli altri anni e, poiché il vaccino protegge dai quattro ai sei mesi, anticiparlo troppo sarebbe rischioso per il rischio di rimnere scoperti : i suoi effetti terminerebbero in pieno inverno, a gennaio o febbraio». La collega Camerotto ricorda: «Per casi speciali siamo sempre disponibili per eseguire la vaccinazione a domicilio». QUELLO CHE I MEDICI negraresi raccomandano, infine, è di rinviare la vaccinazione se si hanno sintomi come raffreddore, tosse o febbre. «Il tempo c’è, per riprogrammarlo quando si è in salute. Non ha senso farsi prendere dall’ansia», avvisa il dottor Tabacco. Niente fretta, dunque. E attenzione. Anche così si sconfigge l’influenza e si tiene alla larga, magari, il Covid-19. •

Camilla Madinelli

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