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«Sogni, figli e una vita insieme Perché amore te ne sei andato?»

Cimitero stracolmo per l’addio a Paolo Lavagna morto a soli 39 anni
Cimitero stracolmo per l’addio a Paolo Lavagna morto a soli 39 anni
Cimitero stracolmo per l’addio a Paolo Lavagna morto a soli 39 anni
Cimitero stracolmo per l’addio a Paolo Lavagna morto a soli 39 anni

Tanta gente in un pomeriggio di grande caldo ha dato l’ultimo saluto a Paolo Lavagna morto lunedì scorso, a soli 39 anni, in sella alla sua moto in Trentino. Una cerimonia nel cimitero di Domegliara con decine e decine di persone che si sono strette attorno alla moglie Giuliana, la piccola figlia Sofia, genitori e i familiari più intimi. Una funzione celebrata da don Damiano Fiorio, coadiuvato da altri due sacerdoti, con i canti a rendere ancora più struggente il funerale che lascia tutti attoniti e nel dolore immenso: in silenzio con le lacrime a scivolare sotto le mascherine chirurgiche quasi a nascondere emozioni impossibili da celare alla vista. Ci ha provato con le parole, prendendo spunto del Vangelo di Matteo, il parroco don Damiano a dare forza, coraggio e… vita ai fedeli ma soprattutto a Paola e ai familiari annientati da un dolore che non trova ragione. «Un cimitero cosi pieno si vede solo nel giorno dedicato ai morti e questo testimonia che Paolo era un uomo amato e che voleva bene. Siamo qui per testimoniarlo. Il nostro cuore non deve avere limiti e barriere. Se uno ama vive per sempre. Più forte della morte è l’amore. L’odio è la nostra morte, la cattiveria nei confronti del nostro fratello è la nostra morte», ha predicato il sacerdote prima di dare lettura della struggente lettera di Giuliana rivolta al caro Paolo. «Amore mio la nostra storia è iniziata un po’ cosi in sordina, senza tante aspettative. Ne abbiamo passate tante insieme, fianco a fianco vivendo giorno per giorno, da morosi, senza tanti progetti. Poi dopo la morte di Chiara (la sorella di Paolo ndr) abbiamo capito che la vita è breve e non doveva essere sprecata cosi come stavamo facendo e allora abbiamo deciso di lasciare da parte le insicurezze e di agire, concretizzare il nostro amore. Tre anni fa ci siamo sposati. Siamo riusciti ad avere Sofia, il nostro tesoro più grande. E quest’anno la meravigliosa notizia: un’altra bimba in arrivo. Il nostro sogno si era concretizzato fino in fondo. Avevamo un sacco di cose importanti da fare insieme e invece il destino ha voluto interrompere tutto cosi presto. Non riesco a capire il senso di tutto questo. Perché amore? Ne avevamo passate abbastanza. Non ce lo meritavamo. Farò del mio meglio, amore mio, per crescere i nostri figli secondo quanto avevamo deciso assieme. Ti amo, ti amerò sempre». Parole che hanno tolto il fiato prima della sepoltura di Paolo nello stesso cimitero di Domegliara, paese che da poco aveva scelto come residenza, lui originario di Volargne. Era impiegato in qualità di operaio da cinque anni nell’azienda Grafical srl di Marano di Valpolicella, azienda del settore litotipografico. Paolo Lavagna, secondo la ricostruzione dei carabinieri di Molina di Fiemme, lunedì mattina in sella alla sua moto nel comune di Valfloriana, ha perso il controllo, ha invaso la corsia opposta proprio mentre arrivava l’auto di un trentino. Lavagna ha perso il controllo della moto ed è morto sotto le ruote dell’auto. •

Stefano Joppi

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