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Il mondo del vino si stringe alla famiglia Accordini

«Sgomenti per la tragedia. Marco era un giovane preparato e molto stimato»

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Marco Accordini
Marco Accordini
Marco Accordini
Marco Accordini

Si terranno venerdì alle 10 alla chiesa parrocchiale di Pedemonte, i funerali di Marco Accordini, il 26enne enologo morto nell'incidente col trattore a Mazzurega.

Giovane ma già molto impegnato, come il padre Daniele, nel mondo del vino Vapolicella e del suo associazionismo. Marco rappresentava insieme ai cugini Giacomo e Paolo la quarta generazione di viticoltori, tradizione iniziata dal bisnonno Gaetano che produceva vino da mezzadro ancora ai primi del Novecento e cresciuta con l’acquisto del primo vigneto (Il Fornetto) negli anni Settanta da parte del nonno Stefano. Poi il balzo in avanti grazie ai figli Tiziano - con le sue competenze commerciali - e Daniele, con quelle enologiche. Con loro arriva lo spostamento in alta Valpolicella Classica, a Cavalo, e la crescita dell’azienda, che oggi conta 25 ettari di vigneto «di montagna», il più alto della Valpolicella. Marco, laureato in enologia, si dedicava con i cugini anche al più recente sviluppo dell’azienda, quello dell’accoglienza, con il wine relais Acinatico.

Era conosciuto tra i coetanei e non solo. «Ha partecipato subito con interesse al Gruppo Giovani che il Consorzio Vini Valpolicella ha costituito l’anno scorso, composto da 27 membri di età compresa tra 18 e 35 anni», racconta un incredulo Christian Marchesini, presidente dell’ente di tutela della più importante denominazione veronese. «L’ho approcciato in questa circostanza: un ragazzo pacato, di poche parole, ma centrate sempre sull’argomento», afferma.

 

Lo sgomento

In Valpolicella tutti in queste ore parlano della scomparsa di Marco e si stringono attorno al papà, direttore generale di Cantina Valpolicella Negrar, enologo di esperienza e spessore, punto di riferimento della cooperativa vinicola anche a livello istituzionale. Un cognome, quello degli Accordini, indissolubilmente legato al mondo del vino: la famiglia proprietaria della cantina a Fumane e i giovani di casa, oltre a Marco i cugini Giacomo e Paolo, si sono dedicati all’enologia declinata sull’accoglienza, occupandosi del relais Acinatico. Tantissimi in provincia e in regione conoscono Daniele Accordini per essere stato presidente di Assoenologi Veneto Occidentale dal 2004 al 2010 e per avere un posto nel cda del Consorzio di Tutela Valpolicella, del quale è stato vicepresidente dal 2017 al 2020, al fianco del presidente, Andrea Sartori.

 

Le reazioni

«Una tragedia che lascia tutti sgomenti. Un ragazzo così giovane. Una perdita improvvisa. Oggi non si parla d’altro», allarga le braccia Sartori, «il pensiero va a Daniele, abbiamo lavorato insieme alla guida del Consorzio e ci siamo incontrati giusto domenica scorsa in Gran Guardia per Amarone Opera Prima. La sua azienda vitivinicola ha ospitato tanti convegni, per cui molti conoscono anche la realtà imprenditoriale che ha contribuito a creare e la sua famiglia». Nel cda del Consorzio Valpolicella anche Luca Degani, imprenditore del vino che dall’estero commenta: «Ho saputo, siamo tutti senza parole e sconvolti per quello che è successo questa mattina (ieri per chi legge, ndr)». «È un giorno triste per la viticoltura veronese. La nostra confederazione si strige attorno alla famiglia Accordini, uno degli esempi simbolici di imprenditoria familiare», aggiunge Andrea Lavagnoli, presidente di Cia agricoltori Verona. «Siamo sgomenti per la scomparsa di Marco. Non perdiamo solo uno stimato collega imprenditore agricolo ma soprattutto un caro amico», dice Riccardo Franco, delegato Giovani Impresa di Coldiretti Verona.

Ad avere una frequentazione intensa con il vitivinicoltore scomparso, Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura Veneto e Verona. «Questa mattina ero in ufficio a Villa Spinosa (a Jago di Negrar, ndr) con le finestre aperte quando ho sentito passare l’elicottero di Verona Emergenza e immediatamente il pensiero è andato alla possibilità dell’ennesimo incidente stradale o ad un malore di un turista», racconta. «Pochi istanti dopo mi ha telefonato un’amica di un’agenzia con cui organizziamo l’iniziativa enoturistica InVigna e mi ha messo al corrente del tragico incidente. Sono rimasto senza parole, ho condiviso la notizia con i colleghi del Gruppo Giovani del Consorzio. Con Marco ci siamo sentiti due giorni fa», ricostruisce.

 

Il ricordo

«Siamo spiazzati. Perdiamo un giovane dinamico, intraprendente, visionario, appassionato. Un gran bravo ragazzo. Lo ricorderemo per il suo sorriso, per la sua passione e il suo amore verso la Valpolicella. Pochi giorni fa eravamo insieme a un dibattito organizzato dal Consorzio con la commissione dell’Unesco, che sta cercando di far riconoscere la nostra zona come patrimonio dell’umanità e lui anche in questa occasione è intervenuto manifestando tutto l’amore per la sua terra», conclude. Francesco Spada, alla guida dei Giovani agricoltori di Cia Verona, conosce bene la famiglia di Marco. «Mio cognato mi ha informato dell’accaduto. Conosco bene i suoi cugini: al Vinitaly abbiamo sempre lo stand vicino. Ragazzi giovani con cui ci si confronta su progetti e difficoltà del fare impresa nel settore. Una notizia così lascia impietriti. Ci si rende conto di quali sono i grandi rischi connessi al nostro mestiere e al fatto che l’attenzione non è mai troppa. L’azienda degli Accordini si trova in una zona particolarmente impervia, sopra Mazzurega. È stata una disgrazia tremenda». 

Valeria Zanetti

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