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Serata sulla Cam, creatrice di abiti per i piccoli

Dipendenti della Cam negli anni Settanta
Dipendenti della Cam negli anni Settanta
Dipendenti della Cam negli anni Settanta
Dipendenti della Cam negli anni Settanta

Per quasi sessant’anni ha dato occupazione per centinaia di donne di San Giovanni Lupatoto: alla Cam (Creazioni Alta Moda), la fabbrica di confezioni per bambini, è dedicata la serata rievocativa che si svolgerà oggi alle 20.30 alla baita alpina di via Monte Pastello, proposta dal Comitato Radici e dal gruppo alpini di San Giovanni Lupatoto, un appuntamento che ripercorre la storia della fabbrica dalla sua fondazione al periodo di maggiore successo commerciale (fra gli anni Settanta e Ottanta), fino al periodo di declino e alla chiusura avvenuta nel 2000. La ricerca è frutto dell’impegno di Renzo Gastaldo, giornalista e ricercatore del Comitato Radici, e Giorgio Serra, direttore della Cam per trent’anni dal 1970 al 2000. I due hanno recuperato notizie e documenti sulla fabbrica voluta dalla famiglia Zweifel ma soprattutto raccolto le testimonianze delle maestranze occupate nella Cam. Le foto (sembrava non ce ne fossero ma invece sono uscite a decine dai cassetti) sono state «riesumate» con l’aiuto di Lia Scabari e Lucia Veronese. Saranno proposti i ricordi di persone che hanno quasi legato la propria vita al lavoro in Cam, a cominciare da Lisetta Mozzambani, Gabriella Lavorenti, Gabriella Soranzo, Giuseppina Pozza, Annalisa Ceccarelli, Carla Dolci, Gabriella Ceriani e Giulietta Silvestrini. Il programma prevede alle 20.30 il saluto delle autorità e l’introduzione a cura del professor Roberto Facci, presidente del Comitato Radici. Seguirà un video con foto della Cam elaborato da Flavio Sprea. Toccherà quindi a Gastaldo e Serra che presenteranno la relazione e le videate su «La mia Cam. Ricordi di Giorgio Serra e delle maestranze». La conclusione sarà riservata alle testimonianze dal vivo delle donne della Cam. In apertura di serata, alle 19.30, sarà possibile gustare un risotto alpino. Con questa rievocazione di una delle fabbriche storiche del territorio lupatotino (caratterizzata, nel caso specifico, dal fatto che l’organico era pressoché totalmente femminile) riapre la serie di appuntamenti storico-culturali offerti dal gruppo alpini e dal Comitato Radici, l’organismo che raggruppa i ricercatori di storia locale. Sempre nella baita ci sono state infatti negli anni scorsi le serate riservate al Calzaturificio Armani (popolarmente chiamato «Manina») e ai suoi ex dipendenti e ad altri opifici e personaggi lupatotini. La partecipazione all’appuntamento di mercoledì è vincolata al rigoroso rispetto della normativa anti Covid 19. •

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