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«Questo è il monumento del riscatto»

La cerimonia di Balconi al monumento degli Ex internati
La cerimonia di Balconi al monumento degli Ex internati
La cerimonia di Balconi al monumento degli Ex internati
La cerimonia di Balconi al monumento degli Ex internati

«Pescantina luogo della dignità umana e del riscatto»: è la sintesi della 54a cerimonia di commemorazione dell’ inaugurazione del monumento agli Ex Internati di Balconi di Pescantina (26 settembre 1966) nell’anno del Covid. Un momento preceduto da qualche polemica tra il sindaco Davide Quarella, che aveva previsto all’inizio una cerimonia «statica e senza pubblico» e Aned, l’Associazione degli ex deportati nei campi di concentramento, che per bocca del suo presidente Ennio Trivellin, 92 anni, internato a Mauthausen a 16, aveva spinto per l’apertura con le dovute cautele. Una linea alla fine condivisa e che ha fatto da collante per una celebrazione sobria e raccolta, intensamente partecipata dalla gente, nel segno di Primo Levi, testimone dell’Olocausto, arrivato alla stazione di Balconi di Pescantina il 17 ottobre del 1945, citato due volte nei discorsi ufficiali. «Questa cerimonia non si può non fare», il commento commosso di una signora che ricorda il papà in prigionia «tornato a casa quando avevo già due anni e mezzo». Pezzi di vita, le mani sui reticolati del monumento, progettato da Mirko Vucetich, che raccontano i luoghi della morte. «Questo è il decimo pellegrinaggio che organizzo a Mauthausen», ricorda con commozione il ragionier Catone Sbardellini, 85 anni e tre mesi, venuto da Villabartolomea, dove è stato sindaco. E in questa direzione i discorsi ufficiali del sindaco e dell’onorevole Diego Zardini. «La giovane Argia Rizzotti», ha raccontato Quarella, «ha speso nel 1943 l’equivalente di 2mila euro in cartoline postali e bolli per comunicare alle famiglie il passaggio dei loro cari dalla stazione di Balconi, quando dai treni piombati i deportati facevano cadere i bigliettini col nome e gli indirizzi». Alla sera, come racconta spesso, Argia e le sorelle scrivevano e per molte famiglie quello fu l’ultimo segnale in vita del loro congiunto. «Grazie a loro e alle altre ragazze che lavorano al campo, “gli angeli di Pescantina”, il nostro paese ha scritto pagine di bella storia», ha concluso il primo cittadino. «L’energia positiva di allora deve servire per costruire il futuro», ha risposto l’onorevole Diego Zardini, «partendo da Pescantina che fu veramente il luogo del riscatto. Grazie al sindaco che ha deciso di mantenere la celebrazione dell’evento in un anno difficile per tutti». Momenti di intensa partecipazione nelle fasi preliminari con lo schieramento dei labari comandato dall’alpino Massimo Venurini, la benedizione al monumento a cura del parroco di Balconi, don Lorenzo Accordini, l’onore ai caduti, la deposizione della corona di alloro e il silenzio fuori ordinanza suonato del trombettiere del picchetto della Folgore che ha scandito le fasi della celebrazione. •

L.C.

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