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Passo Napoleone eterno incompiuto

Roberto Zorzi
Roberto Zorzi
Roberto Zorzi
Roberto Zorzi

Mancano le pompe per il sollevamento dell’acqua piovana, necessarie per evitare allagamenti in caso di acquazzoni. E il sottopasso in località Passo di Napoleone sulla direttrice Verona - Trento, lungo la statale del Brennero tra Sant’Ambrogio e Dolcè, rimane chiuso. Ancora. A distanza di un anno dall’inaugurazione, in superficie, della rotatoria che regola l’incrocio con la provinciale 33a (Via Napoleone) che porta al ponte sull’Adige di Sega di Cavaion e da lì al casello autostradale di Affi, nell’entroterra baldense o nei paesi del lago. A distanza di quattro anni dalle progettazioni a cura di Anas, a cui compete la gestione della statale del Brennero e del cantiere, dalle modifiche alla viabilità in tutta la zona circostante, dall’inizio dei lavori. Questa sistemazione viabilistica milionaria in uno degli snodi più frequentati e trafficati del Veronese è stata finita in parte, con grandi ritardi. E in parte è ancora ferma al palo. Il sindaco di Sant’Ambrogio di Valpolicella, Roberto Zorzi, non è uno che si arrende facilmente ma non sa più dove sbattere la testa per venirne a capo. A Verona, ieri, il consigliere comunale leghista Roberto Simeoni ha puntato il dito proprio sui lavori al Passaggio Napoleone a riprova dell’inadeguatezza dell’Anas e ha invitato in municipio il consigliere del Veneto Enrico Corsi, che si ricandida alle regionali nelle file della Lega. «Una vergogna», denuncia Corsi. «Un’opera da oltre quattro milioni terminata da un anno e ferma per la mancanza di pompe di sollevamento dal valore di 40mila euro circa. Si faccia chiarezza su questi ritardi e sulle responsabilità e poi la situazione venga risolta al più presto per arrivare alla completa funzionalità di questa importante infrastruttura». SENZA RISPOSTE. «Una situazione assurda, oltre che un’attesa infinita: dell’apertura del sottopasso non sappiamo più nulla e, da parte di Anas, non c’è traccia neppure delle asfaltature nelle strade collaterali», afferma il sindaco Zorzi. «Le pompe erano previste, come pure un generatore elettrico di emergenza. Poi non so cosa sia successo: non ricevo più alcuna risposta alle mail con richiesta di informazioni. Anche l’ultima che ho inviato è caduta nel vuoto». Al telefono va anche peggio: «Non sai mai con chi devi parlare, perché continuano a cambiare i responsabili del cantiere. Un disastro». Il primo cittadino non nasconde amarezza e rabbia: «Siamo veramente stanchi. Anas è diventata terra di nessuno. Tre mesi fa un contatto c’è stato, con la nostra polizia locale, in merito alle asfaltature. Poi più nulla». Zorzi sottolinea che un sindaco è abituato a dare risposte ai suoi cittadini. «Ma quando il Comune ha a che fare con altri enti, diventa sempre più difficile darle», continua. Porta un altro esempio: «Risale al 2010 la nostra richiesta alle Ferrovie dello Stato di installare barriere antirumore tra via Casette e la stazione di Domegliara, un paio di chilometri popolati di case lungo la ferrovia del Brennero. Sono passati 10 anni. Tutto fermo». CANTIERE INFINITO. Il consigliere del Veneto Corsi prosegue l’affondo: «Con il sottopasso al Passaggio Napoleone in Valpolicella ancora una volta Anas dimostra la propria inadeguatezza e ancora una volta dobbiamo constatare la totale incapacità degli enti statali di gestire le opere sul nostro territorio». E prosegue: «Dopo un lungo iter per il finanziamento e la progettazione, finalmente nel gennaio 2018 sono iniziati i lavori, con non poche difficoltà per automobilisti e residenti della zona a causa della viabilità provvisoria. Tutto questo disagio sembrava dover finire un anno fa, quando finalmente i lavori sono terminati e la rotatoria è stata inaugurata. E invece no, perché Anas non si è preoccupata d’inserire nel progetto, e quindi nella gara, l’acquisto delle pompe di sollevamento delle acque piovane. Così, per una dimenticanza, da un anno questo progetto milionario e l’infrastruttura viaria sono fermi. Davvero vergognoso. Lo Stato dimostra nuovamente la sua totale inefficienza». •

Camilla Madinelli

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