Da villa della mafia a struttura per giovani disorientati e in cerca di futuro, scuole e cicloturisti. È il Gabanel bike hostel, nell’omonima località di Bussolengo lungo la ciclovia che lo collega a Castelnuovo e Lazise, in rete con la pista Adige - Sole. La gestisce la cooperativa Hermete, in convenzione con il comune per 15 anni. I primi viaggiatori italiani e stranieri sulle due ruote sono già lì, sono una decina e pronti a sperimentare, tra colline e lago, un turismo lento e attento al sociale. Una ventina di ragazzi dai 14 ai 20 anni in crisi, bisognosi di una guida o senza progetti di lavoro o studio, seguiti da educatori della coop, hanno già dato prova della loro creatività e voglia di fare realizzando molti arredi per l’ostello, dai letti alle sedie alla cucina, seguendo i progetti del designer milanese Enzo Mari. Via arredamento e dettagli kitsch, come sanitari in oro o marmi. Largo a mobili realizzati a mano, porte a prova di disabili, oggetti rigenerati. Dunque è tutto pronto. L’ostello, 420 metri quadrati su tre piani con giardino e piscina, 17 posti letto in quattro camere con bagno, spazi comuni (cucina, sala da pranzo e salottino, terrazzo e sala conferenze) è operativo dopo un restauro iniziato tra il 2018 e 2019. Il progetto dello studio di architettura Blocco 18 di San Pietro in Cariano ha dato un volto nuovo e «pulito» a uno dei primi beni confiscati nel Veronese - fine anni Novanta - alla criminalità legata alla droga. Sorte toccata pure a una pizzeria in via De Gasperi, in centro paese, nello stesso giro malavitoso, dove il comune ha messo altri servizi per i giovani. «È bello vedere come un simbolo negativo si trasformi: uno spazio dedicato alla crescita della comunità, ai giovani, ai più vulnerabili», afferma il sindaco, Roberto Brizzi. «Conosciamo Hermete, sappiamo la serietà con cui ha raccolto la sfida e siamo felici di condividere la visione su questo luogo». Il sindaco ha inaugurato il Gabanel bike hostel insieme al presidente di Hermete Simone Perina e al suo staff, al coordinatore area Sociale Distretto Ovest Ulss 9 Paolo Giavoni e all’architetto Marco Grigoletti di Blocco 18. Una grande festa, in un clima di speranza, per un sogno della cooperativa diventato realtà a fronte di un investimento di 330mila euro di cui solo 100mila finora coperti da sponsorizzazioni e donazioni tramite crowdfunding. «Vogliamo restituire alla collettività questo spazio, dedicarlo a progetti sociali, ma facendo in modo che si sorregga economicamente», spiega Perina. «Lo stiamo pensando come punto di riferimento per i ragazzi della generazione cosiddetta Neet, che non vanno a scuola e non lavorano, spesso invisibili». Plaude Giavoni: «È importante sostenere questi adolescenti. Questo progetto li mette al centro, si colloca in rete con i servizi territoriali forniti nel Distretto da 45 educatori». •. C.M.