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La villa dei mafiosi confiscata ora è il «Gabanel bike hostel»

Taglio del nastro  Ragazzi protagonisti con le istituzioni al Gabanel bike hostel FOTO PECORAEsterni La villa con piscina offre 17 posti letto in quattro stanze
Taglio del nastro Ragazzi protagonisti con le istituzioni al Gabanel bike hostel FOTO PECORAEsterni La villa con piscina offre 17 posti letto in quattro stanze
Taglio del nastro  Ragazzi protagonisti con le istituzioni al Gabanel bike hostel FOTO PECORAEsterni La villa con piscina offre 17 posti letto in quattro stanze
Taglio del nastro Ragazzi protagonisti con le istituzioni al Gabanel bike hostel FOTO PECORAEsterni La villa con piscina offre 17 posti letto in quattro stanze

Da villa della mafia a struttura per giovani disorientati e in cerca di futuro, scuole e cicloturisti. È il Gabanel bike hostel, nell’omonima località di Bussolengo lungo la ciclovia che lo collega a Castelnuovo e Lazise, in rete con la pista Adige - Sole. La gestisce la cooperativa Hermete, in convenzione con il comune per 15 anni. I primi viaggiatori italiani e stranieri sulle due ruote sono già lì, sono una decina e pronti a sperimentare, tra colline e lago, un turismo lento e attento al sociale. Una ventina di ragazzi dai 14 ai 20 anni in crisi, bisognosi di una guida o senza progetti di lavoro o studio, seguiti da educatori della coop, hanno già dato prova della loro creatività e voglia di fare realizzando molti arredi per l’ostello, dai letti alle sedie alla cucina, seguendo i progetti del designer milanese Enzo Mari. Via arredamento e dettagli kitsch, come sanitari in oro o marmi. Largo a mobili realizzati a mano, porte a prova di disabili, oggetti rigenerati. Dunque è tutto pronto. L’ostello, 420 metri quadrati su tre piani con giardino e piscina, 17 posti letto in quattro camere con bagno, spazi comuni (cucina, sala da pranzo e salottino, terrazzo e sala conferenze) è operativo dopo un restauro iniziato tra il 2018 e 2019. Il progetto dello studio di architettura Blocco 18 di San Pietro in Cariano ha dato un volto nuovo e «pulito» a uno dei primi beni confiscati nel Veronese - fine anni Novanta - alla criminalità legata alla droga. Sorte toccata pure a una pizzeria in via De Gasperi, in centro paese, nello stesso giro malavitoso, dove il comune ha messo altri servizi per i giovani. «È bello vedere come un simbolo negativo si trasformi: uno spazio dedicato alla crescita della comunità, ai giovani, ai più vulnerabili», afferma il sindaco, Roberto Brizzi. «Conosciamo Hermete, sappiamo la serietà con cui ha raccolto la sfida e siamo felici di condividere la visione su questo luogo». Il sindaco ha inaugurato il Gabanel bike hostel insieme al presidente di Hermete Simone Perina e al suo staff, al coordinatore area Sociale Distretto Ovest Ulss 9 Paolo Giavoni e all’architetto Marco Grigoletti di Blocco 18. Una grande festa, in un clima di speranza, per un sogno della cooperativa diventato realtà a fronte di un investimento di 330mila euro di cui solo 100mila finora coperti da sponsorizzazioni e donazioni tramite crowdfunding. «Vogliamo restituire alla collettività questo spazio, dedicarlo a progetti sociali, ma facendo in modo che si sorregga economicamente», spiega Perina. «Lo stiamo pensando come punto di riferimento per i ragazzi della generazione cosiddetta Neet, che non vanno a scuola e non lavorano, spesso invisibili». Plaude Giavoni: «È importante sostenere questi adolescenti. Questo progetto li mette al centro, si colloca in rete con i servizi territoriali forniti nel Distretto da 45 educatori». •. C.M.

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