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«In edicola mi sento rinata»

Veronica Facciotti nell’edicola di Corrubbio, in Valpolicella, che ha rilevato FOTO PECORA
Veronica Facciotti nell’edicola di Corrubbio, in Valpolicella, che ha rilevato FOTO PECORA
Veronica Facciotti nell’edicola di Corrubbio, in Valpolicella, che ha rilevato FOTO PECORA
Veronica Facciotti nell’edicola di Corrubbio, in Valpolicella, che ha rilevato FOTO PECORA

Il sogno di lavorare nel mondo della comunicazione. Come giornalista, addetta stampa o altro ancora. L’iscrizione all’università, le prime collaborazioni. Poi la doccia fredda, in famiglia servono soldi e Veronica non ci pensa due volte. Molla gli studi e inizia a fare la commessa, non ci sono alternative. Rimane in negozio a lungo, per undici anni. Poi non resiste più. «Ero bloccata a letto, stavo male per lo stress. Non ero la vita che volevo, e così ho deciso di cambiarla». Diventando titolare di un’attività commerciale che in qualche modo la riporta agli anni degli studi in giornalismo: un’edicola. Rilevando quella di Corrubbio di San Pietro in Cariano, a pochi chilometri dalla sua casa di Balconi di Pescantina. Veronica Facciotti parte da lontano a raccontare, da quando è costretta a interrompere sul più bello il sogno di lavorare nel mondo della comunicazione. «Mi ero iscritta all’università a Verona ma poi mio padre ha perso il lavoro e in famiglia soldi non ce n’erano, così ho iniziato a fare la commessa al negozio Piazza Italia». Prima alla Grande Mela, poi all’Adigeo. Otto anni più tre, un’infinità. «Mio padre ha trovato un impiego dopo ben sei anni, quei soldi ci servivano. L’anno scorso ho iniziato a maturare l’idea di voler cambiare lavoro, anzi ad averne più consapevolezza», va avanti la trentenne originaria di Lugagnano con la passione della pallavolo. «Ero stressata e stavo male per la tensione, non ne potevo più di quegli orari e di quel tipo di lavoro, anche se ovviamente ringrazierò sempre l’azienda per avermi dato quella possibilità. Ma a un certo punto era giusto cambiare, a febbraio 2020 c’era stata l’occasione di rilevare un’attività, poi è arrivato il Covid e il lockdown. Nei mesi a casa mi chiedevo cosa volessi fare nella vita, e la risposta era solo una: stare bene». Anche grazie a un compagno di vita capace di supportarla come mai prima. «E- doardo è una persona meravigliosa, senza di lui non ce l’avrei fatta. Era inutile continuare a dare tutto per qualcosa che non era mio, e poi ero stufa di vedere famiglie alle 9 di mattina al centro commerciale con il tablet in mano ai figli. A questo punto meglio rischiare e così ho acquistato la storica edicola e alimentari di Corrubbio, prima era aperta solo la mattina adesso anche al pomeriggio, lavorare tutto il giorno non mi spaventa: è un minimarket con pane fresco e molto altro, ho aggiunto anche qualche idea regalo». Con le prime soddisfazioni che arrivano presto, e le copie dell’Arena andate a ruba. «La gente è contenta di vedere una faccia nuova e giovane, io devo anche ringraziare chi c’era prima di me che mi sta insegnando molto». Ma i grazie da dire sono tanti. «La mia famiglia in primis, con Edoardo e i suoi parenti, psicologa e osteopata che sono state fondamentali, oltre alle colleghe con cui ho lavorato per tanti anni. Il futuro? Spero di riportare tanti giovani ad acquistare i giornali, il settore dell’informazione è fondamentale per l’oggi e per il domani, non possiamo farne a meno. Ovvio che le paure ci sono, il discorso economico non è facile e sto rischiando parecchio, ma non potevo fare diversamente: quando le cose vanno male non ci si può lamentare e basta, bisogna fare qualcosa per cambiare. E io sto provando a farlo». •

Luca Mazzara

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