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Commozione per la morte di Gianni Savio

Gianni Savio
Gianni Savio
Gianni Savio
Gianni Savio

Era gentile, Gianni. Un signore d’altri tempi, cordiale e sempre pronto ad aiutare e rigoroso, attento e capace di mettere tutti a proprio agio. Amava i cani e per decenni si è dedicato alla cinofilia da soccorso, addestrando quattro zampe e conduttori. Gianni Savio, nato nel 1943, è morto domenica 8 lasciando la moglie Mariuccia e il figlio Luca e orfane tante associazioni di Negrar, della Valpolicella e del Veronese a cui si è dedicato con passione. Tra i soci fondatori delle unità cinofile Argo91 e Diade, Savio era il coordinatore regionale delle unità cinofile venete e il segretario della Consulta del volontariato di Protezione civile della Provincia di Verona, presieduta dal negrarese Gigi Boni. Da anni faceva parte dell’Associazione italiana soccorritori, sezione Valpolicella Valdadige. A Negrar è stato presidente della Pro loco «Emilio Salgari», ha stilato il Piano comunale di protezione civile e collaborato a tante iniziative per il bene della comunità. Portando il suo aiuto ovunque servisse: ha coordinato le unità cinofile nella missione internazionale per il terremoto d’Algeria nel 2003, è intervenuto nel 2009 nell’Abruzzo terremotato come responsabile di un campo di accoglienza. Gianni era originario di Savona, ma aveva imparato a voler bene alla Valpolicella. Da buon ligure, amava il mare. I funerali si sono tenuti in forma privata, per desiderio della famiglia. I tanti amici che ne hanno apprezzato le qualità e la disponibilità lo saluteranno sabato 14, alle 18.30, nel campo di addestramento del centro LiveDog in cui ha sede Diade, a Verona, in Zai 2 Bassone. «Ci mancheranno la sua grande esperienza in Protezione civile, la pacatezza e il rigore, la squisita cortesia», dicono i soci di Diade, da lui fondata con l’addestratore cinofilo Livio Guerra nel 2010. «Una guida e un grande amico che mi ha introdotto in questo mondo e cambiato la mia vita per sempre», ricorda Guerra. Per Argo91, Savio è stato «un esempio di passione e gentilezza», per Boni un amico e collaboratore di lungo corso: «Gianni si è sempre impegnato, per tutti. Era speciale». Al suo fianco, nel direttivo della Pro loco di Negrar, c’era Gerardo Righetti: «Era un presidente che si dava tanto da fare». Tullio Murari gli subentrò alla guida dell’associazione: «Mi consegnò un’associazione molto attiva, per la quale aveva ideato il logo con la tigre che richiamava Sandokan e Salgari». Lo ricorda infine il vice sindaco Fausto Rossignoli. «Ho conosciuto Gianni nel corso dell’amministrazione 2004-09, quando collaborò con me da volontario nell’organizzazione dei “Percorsi verso una amministrazione di qualità”», dice. «in quel progetto si rivelò subito: poche concessioni all’esteriorità, tanta attenzione alla sostanza. I dipendenti del Comune con cui ha collaborato negli anni ne ricordano l’arguzia, l’intelligenza e la grande gentilezza. A Gianni non si poteva non voler bene. Mi mancherà, mancherà a tutti».•.

Camilla Madinelli

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