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Tra disagi e genitori inferociti

Bus strapieni, Atv al lavoro per limitare i ritardi. I presidi: «No a partenze troppo anticipate»

Bettarello: «Stiamo valutando un sensibile anticipo, anche prima delle 6». Bonini replica: «Ok a qualche aggiustamento, ma non oltre i 5 o 10 minuti»
Studenti in salita su un bus Atv
Studenti in salita su un bus Atv
Studenti in salita su un bus Atv
Studenti in salita su un bus Atv

Seconda settimana di scuola. Seconda settimana di passione per gli studenti che utilizzano il trasporto pubblico Atv per raggiungere gli istituti superiori in provincia e città. Alle prese dal 12 settembre scorso, ossia dal primo giorno del nuovo anno scolastico 2022-23, con linee e corse in costante ritardo, posti in piedi quando va bene e bus su cui sono stipati come sardine.

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«Non va bene, vanno assolutamente migliorate le condizioni di viaggio dei ragazzi», afferma il coordinatore dei dirigenti scolastici degli istituti superiori veronesi, Mario Bonini, preside dell’Educandato Agli Angeli. «Non può essere che siano costretti a viaggiare su bus sovraffollati o che non riescano nemmeno a salire, rimanendo di fatto senza trasporto. Se sarà necessario, si farà pressione perché il servizio scolastico venga potenziato. Già quest’estate avevamo chiesto ad Atv se tutto sarebbe ripreso a settembre come da situazione ante Covid, ricevendo garanzie a riguardo. Il dialogo c’è sempre stato, confidiamo».

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Ma dalla Valpolicella all’entroterra gardesano, dai paesi dell’Est Veronese alla Bassa, il quadro è spesso a tinte fosche: problemi a non finire alle prime ore del mattino e pure agli orari di uscita delle scuole non va meglio, in certi casi per le lunghe attese dei ragazzi alle fermate - anche di 40 o 50 minuti - prima della corsa per il rientro a casa. E così, un po’ ovunque, sta montando la rabbia dei genitori che hanno pagato l’abbonamento a un servizio che non ritengono affatto adeguato. Sono esasperati e promettono battaglia, protestando con Atv e facendosi sentire pure con gli istituti superiori frequentati dai figli.

La rabbia dei genitori

«Le segnalazioni di disagi stanno arrivando e il forte traffico, esploso fin dal primo giorno di scuola, con ovvie conseguenze anche sull’arrivo degli studenti alle lezioni, è sotto gli occhi di tutti», conferma Bonini. Ma precisa: «Ogni anno, storicamente, le settimane iniziali sono sempre state più difficoltose. Serve un po’ perché il sistema si organizzi e un tempo va concesso al gestore del servizio di trasporto pubblico locale, perché verifichi sul campo e prenda le misure dopo due anni molto particolari». Quanto tempo? «Non molto, mi auguro», risponde Bonini. «Certo, se tra un mese ci trovassimo ancora punto e a capo, allora ci sarà da preoccuparsi. Non si pretenda, comunque, che all’uscita da scuola tutti gli studenti abbiano subito la corsa per il rientro a casa. Qualche attesa ci sarà».

Atv propone l'anticipo delle partenze

Il presidente di Atv, Massimo Bettarello, ha ammesso la grande difficoltà del momento e chiesto tempo per monitorare bene flussi e abitudini, assestare le linee e, dove necessario, apportare modifiche che permettano ai ragazzi di raggiungere in modo certo e sicuro le scuole. Senza rimanere a piedi alle fermate, senza essere costretti a viaggiare stipati sui mezzi, senza arrivare un giorno sì e un giorno no in ritardo alla prima ora di lezione. Sul tavolo ha già messo una possibile soluzione: «I nostri tecnici stanno valutando un sensibile anticipo delle partenze, anche se questo causerà un ulteriore disagio a quanti partono dai capolinea più lontani, magari prima delle 6».

Per i dirigenti della superiori, sostiene Bonini, dipende da cosa significa «sensibile aumento»: passi per aggiustamenti di cinque o 10 minuti, ma non di più. «A volte è questione veramente di pochi minuti e questo crediamo si possa fare, se in ottica migliorativa. No invece a partenze troppo anticipate, che a lungo andare sarebbero faticose da sopportare per i ragazzi».

Camilla Madinelli

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