<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il protagonista della 76ª edizione

Arrigo Cipriani alla mostra delle pesche: «Vi racconto dell'Harry's bar e del Bellini»

Arrigo Cipriani con il consigliere regionale Filippo Rigo (Cattabianchi)
Arrigo Cipriani con il consigliere regionale Filippo Rigo (Cattabianchi)
Mostra delle pesche (Pecora)

Arrigo Cipriani, l'ospite più illustre all'inaugurazione della 76ª mostra delle pesche, questa mattina alle 10 in piazza degli Alpini a Pescantina, l'evento clou della 86ª sagra di San Lorenzo, patrono del paese.

Imprenditore, scrittore e proprietario dell'Harry's bar di Venezia, dove nel 1948 il padre Giuseppe creò il celebre cocktail "Bellini" che ha nelle pesche bianche l'ingrediente principale, Arrigo Cipriani ha accettato l'invito del consigliere regionale Filippo Rigo, nato dopo un confronto con il vicesindaco Davide Pedrotti e il consigliere Matteo Marconi che hanno voluto indicare un nome che potesse sottolineare l'importanza della pesca di Pescantina, oltre i confini della provincia.

Novant'anni, una voce da tenore, Arrigo Cipriani non ha perso il suo accento veronese e la sua verve. «Sono nato», racconta, «nelle case dei ferrovieri di Porta vescovo, perché mio nonno Gaetano era ferroviere. Da lì, poi, la grande avventura del papà Giuseppe a Venezia con l'apertura nel 1931 dell'Harry's bar che, per inciso, nel 2001 è stato dichiarato locale storico e patrimonio nazionale dal ministero dei Beni cultuali».

L'«invenzione» del Bellini segnò una svolta decisa verso la notorietà internazionale, rafforzata, anni dopo, da un piatto altrettanto famoso, il «Carpaccio» ispirato al pittore Vittore Carpaccio. Precisa Cipriani: «Facevamo già mescolanza di pesca bianca e di spumante italiano. Abbiamo cominciato a chiamarlo Bellini in relazione al pittore del XV secolo, Giovanni Bellini, partendo dal colore rosato del cocktail che ricordava a mio padre Giuseppe quello della veste di un angelo in un dipinto del Giambellino. Il colore rosa deriva al cocktail Bellini esclusivamente dal succo di pesca e, in special modo, dalla polpa che c'è attorno al nocciolo. Nel 1948, manco a dirlo, usavamo solo pesche di Pescantina, poi ne sono venute anche di altre regioni. Un terzo di pesche e due terzi di prosecco, ecco il segreto del Bellini che deve essere rosa, rosa naturale acquisito dalla polpa di pesca nelle sue più sottili sfumature. Alla pinacoteca di Brera, a Milano, sotto il quadro del Giambellino c'è riportata la storia del nostro Bellini».

E, dietro questo racconto le cifre del successo. Continua Cipriani: «Il Bellini viene servito nei nostri 27 ristoranti nel mondo: solo a New York abbiamo tremila dipendenti, seimila in tutto nel mondo. I nostri clienti ordinano il Bellini, facciamo il conto di circa 200 coperti a ristorante al giorno: solo per l'Harry's bar di Venezia servono 20mila chili di pesche bianche all'anno per il Bellini. Siamo i più grandi consumatori di pesche bianche nel mondo. Il Bellini è una bibita che invita a pranzo e cena: conserva un tono leggero e profumato...». «Ho accettato subito l'invito di venire a Pescantina: Verona è nel mio cuore e in famiglia abbiamo sempre parlato in veronese», aggiunge.

Vulcanico, irrefrenabile, una simpatia epidermica, Arrigo Cipriani, a 90 anni non molla e vuole sempre andare oltre i limiti: «Ho una macchina da 600 CV e per questo ritorno in riva all'Adige, oggi ho trovato traffico e sono stato costretto a stare nei limiti dei 120 all'ora. Mai superati oggi». 

Lino Cattabianchi

Suggerimenti