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Infrastrutture

Tav, le gare d’appalto deserte salgono a cinque: in ballo 470 milioni

Si fanno sentire i rincari di materie prime e materiali da costruzione, nonostante gli interventi del Governo
Alta velocità. Un cantiere della Tav nel Bresciano lungo l’autostrada A4
Alta velocità. Un cantiere della Tav nel Bresciano lungo l’autostrada A4
Alta velocità. Un cantiere della Tav nel Bresciano lungo l’autostrada A4
Alta velocità. Un cantiere della Tav nel Bresciano lungo l’autostrada A4

Continua l’incubo delle gare d’appalto deserte per l’Alta velocità che avanza piano anche verso Vicenza. Dopo i casi clamorosi che abbiamo documentato un mese fa su queste pagine per la tratta Brescia-Verona, ora il fenomeno degli appalti disertati dalle ditte si ripete anche nella tratta da Verona est a Vicenza, a conferma che le difficoltà per il rincaro delle materie prime e dei materiali da costruzione, schizzati alle stelle da mesi, e il peso dell’inflazione continuano a farsi sentire nonostante gli interventi messi in campo dal Governo per blindare i cantieri delle Grandi opere e garantire prezzi più alti che mettano i general contractors in condizione di rispettare la tabella di marcia dei lavori.

Il precedente. Il caos era esploso poco più di un mese fa sulla Brescia-Verona tratta in carico al consorzio d’imprese Cepav Due: erano andati deserti per due volte i bandi di gara tra fine 2021 e aprile di quest’anno, per l’armamento nonostante un rialzo del 10 per cento da 60 a 66 milioni di euro; sempre tra febbraio e marzo Cepav Due aveva visto andare a vuoto anche un altro appalto importante, da 19 milioni e mezzo per l’acquisto e l’installazione di barriere antirumore lungo il tracciato tra le due città. Proprio per superare questi incagli, il Governo in aprile aveva predisposto un adeguamento dei prezzi per i materiali da costruzione: il ministro delle Infrastrutture aveva riconosciuto aumenti fino al 113 per cento per l’acciaio e dell’84% per il Corten; un incremento del 78% per il legname e del 36% per il bitume.

La speranza era che l’adeguamento prezzi consentisse di rendere appetibili per le imprese i bandi di gara della Tav così da non rallentare la marcia dell’opera. Invece lo stesso copione si sta ripetendo sulla tratta Verona est-bivio Vicenza, alle porte del capoluogo berico, in carico general contractor Iricav 2. In realtà, anche per questa tratta si deve attendere l’aggiornamento dei nuovi bandi di gara, perché finora quelli pubblicati risalgono quasi tutto a una data antecedente all’adeguamento prezzi previsto dal Governo e comunicato ai general contractors.

Vediamo il dettaglio. Il bando per Verona est, dove i lavori sono a pieno regime, è stato affidato nel dicembre 2021 alla Salcef Spa dopo una prima gara deserta del maggio 2021 (57 milioni). Per il lotto successivo, del Fibbio, una prima gara è andata deserta nell’agosto 2021 e quella nuova, indetta a gennaio di quest’anno, è tuttora in corso nella speranza di agganciare l’adeguamento prezzi. Il valore è di 128 milioni, uno dei più corposi. Il lotto successivo, di Belfiore, 61 milioni, vede la gara indetta il 21 aprile scorso e tuttora la gara è in corso per cui dovrebbe beneficiare dei nuovi prezzi.

Il bando di gara per il lotto Alpone in zona San Bonifacio, 114 milioni di valore, è stato revocato il 10 marzo 2022 mentre ora è in corso una nuova gara aperta il 5 aprile 2022. E veniamo al vicentino. Gare-bis sono aperte per il lotto di Lonigo, che vale 105 milioni e per il lotto di Montecchio che ne vale 61, mentre è stata affidata la gara, il 13 ottobre 2021, del tratto di Montebello, il più consistente, da 195 milioni. I lavori verranno realizzati dalla cordata composta da Salcef, Palingeo srl e Scl costruzioni e montaggi. In totale, sono cinque le gare andate deserte o riaperte dove ballano quasi 470 milioni mentre sono stati già affidati lavori per due gare per 252 milioni; sono state pianificate e non ancora indette due gare, una per l’armamento in ottobre prossimo (51 milioni) e l’altra per barriere antirumore in settembre (68) sperando che i rincari non provochino ulteriori rallentamenti per questa e altre grandi opere.

Il dossier prezzi. Il ruolo più delicato è sulle spalle dei general contractor, Cepav Due per la Brescia-Verona e Iricav 2 per la Verona-Vicenza che devono gestire la partita degli appalti. Finora sia Cepav Due che Iricav 2 non hanno voluto entrare nel merito della questione prezzi, anche perché questo è un delicatissimo dossier che le istituzioni stanno affrontando ai tavoli deputati. In questa fase, il general contractor sta lavorando affinché tutto proceda secondo la tempistica definita nel cronoprogramma. L’esito delle gare in corso sarà determinante per capire se la tabella di marcia rimarrà invariata o dovrà subire aggiustamenti.

Il Governo proprio per le nuove opere che vengono messe a gara nel 2022 e nel 2023 ha fatto sapere il mese scorso che «è stato previsto un meccanismo di adeguamento dei prezzi più favorevole alle imprese; sono stati stanziati complessivi 270 milioni di euro per le compensazioni relative al primo semestre per i contratti in corso e 280 milioni per le nuove opere». La norma di legge inoltre consente alle stazioni appaltanti come Cepav Due e Iricav 2 di fronte a gare andate deserte per il rincaro dei materiali, di intervenire alzando la base d’asta come già avvenuto, utilizzando i fondi a disposizione o fare la richiesta per la compensazione sui prezzi. Ma molti spingono per una diversa soluzione: una nuova norma salva gare, passando all’affidamento diretto dei lavori per un’ampia percentuale dell’opera evitando l’interruzione dei lavori. Nell’attesa, resta da vedere se le gare d’appalto ancora aperto sono diventate, con i prezzi aggiornati, appetibili per le imprese o se andranno ancora deserte.

Maurizio Battista e Marco Scorzato

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