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Velo e Bosco Chiesanuova,
pronti ad accogliere i migranti

Situazione sempre più in discussione in Lessinia in materia di migranti, non solo per il movimento creato dagli otto eritrei che hanno abbandonato l’ex base Nato di Vaccamozzi ad Erbezzo per raggiungere altre destinazioni fuori dall’Italia, ma anche per il numero che non è affatto definito.

A Bosco Chiesanuova dove erano attesi dieci minori nel centro di Corbiolo, in una struttura preparata dal Comune già un mese fa, non si è ancora presentato nessuno. Si tratta di uno Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e il viceprefetto Angelo Sidoti conferma che le presenze dipendono dal Servizio centrale del ministero dell’Interno: «Sinceramente non sapevamo di questa situazione altrimenti avremmo potuto mandare dei minori che abbiamo in carico noi», ha commentato Sidoti.

Il sindaco Claudio Melotti dai contatti avuti con il ministero riferisce che ci sono stati dei problemi di natura burocratica che hanno impedito finora l’avvio, ma che la situazione potrebbe sbloccarsi a giorni. È presente invece da un mese la famiglia di africani (due genitori e due figli minori) ospitata a Cerro. La sindaca Nadia Maschi si dice soddisfatta della scelta e attende l’arrivo di un’altra famiglia per completare le presenze previste.

Sono in tutto 33 a Giazza, 22 coppie di nigeriani ospitati all’albergo Belvedere e altri 11 in una casa di pertinenza dello stesso. Il sindaco di Velo Mario Varalta ha già dato adesione per la creazione di uno Sprar nel proprio Comune che non disponendo di una struttura propria cercherà fra quelle private da gestire con una cooperativa.

I Comuni di Roverè e San Mauro di Saline hanno invece rifiutato l’ipotesi dello Sprar e rischiano di doversi confrontare con un Cas, un Centro di accoglienza straordinaria, qualora un privato metta a disposizione la propria casa.

È nella stessa situazione Sant’Anna d’Alfaedo con l’ex base Nato che dovrebbe ospitare una cinquantina di richiedenti asilo, ma al momento i lavori di adeguamento della struttura sono fermi.

Sistemata a tempo di record invece la base gemella di Erbezzo ha sulla carta una disponibilità di 80 posti, ma il viceprefetto Sidoti assicura: «La nostra volontà non è di arrivare a un simile numero e il bando sottoscritto parla chiaro: «fino a 80 posti».

Sugli otto eritrei incamminatisi verso altre sponde, Sidoti spiega che «sono stati identificati e fotosegnalati ma non potevano esser fermati visto che hanno rifiutato di sottoscrivere la domanda di asilo e l’accoglienza in un centro.

Se sono all’estero e venissero identificati, sarebbero fatti ritornare in Italia. Questo è accaduto perché hanno diritto di asilo e diritto alla ricollocazione». Sul fatto interviene anche il consigliere comunale e capogruppo del Pd Lorenzo Dalai che polemizza con il senatore leghista Paolo Tosato che ha definito «una follia per i migranti e per i residenti» la sistemazione nell’ex base di Erbezzo: «Non è il caso che getti benzina sul fuoco di una vicenda che grazie al sindaco e ai carabinieri è sotto controllo».

E conclude: Tosato dovrebbe ricordare che il Trattato di Dublino, che obbliga il paese di approdo all’accoglienza dei migranti, è stato sottoscritto da Roberto Maroni della Lega nord quand’era ministro dell’interno», rimarca Dalai. V.Z.

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