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Valdegamberi: «Ritorsioni sugli allevatori»

Una coppia di lupi: i predatori sono una specie protetta
Una coppia di lupi: i predatori sono una specie protetta
Una coppia di lupi: i predatori sono una specie protetta
Una coppia di lupi: i predatori sono una specie protetta

Cresce la tensione fra gli allevatori, di pari passo con l’aumento di predazioni da lupo verificatesi a maggio e con un andamento che anche per giugno non dà alcuna speranza di essere interrotto o invertito. Siamo già in prossimità delle 60 vittime fra ovini e bovini da inizio anno in 40 eventi predatori, quando l’anno più terribile registrato finora (il 2017) si era concluso con un bilancio di 158 vittime e 99 eventi solo nella Lessinia veronese e vicentina e contava alla data di oggi solo 18 eventi predatori e 39 vittime. Dunque ci si prepara al peggio e le due associazioni che rappresentano gli allevatori (Tutela della Lessinia e Salvaguardia rurale veneta) attraverso la voce dei rispettivi presidenti, Daniele Massella ed Enrico Beltramini, hanno annunciato la proclamazione dello stato di emergenza. «Significa che se non si fa subito qualcosa di concreto per fermare questa decimazione, tutti lasceranno a casa le proprie bestie, abbandonando il pascolo, con le conseguenze ambientali che lasciamo immaginare», annunciano. Chiedono con urgenza la convocazione di un tavolo di confronto tecnico con la presenza dei sindaci, della Provincia, della Regione e del ministro Sergio Costa «perché ci spieghino che cosa dobbiamo fare, ma anticipiamo che se ci vengono ancora parlare di cani da guardiania e reti, restino pure a casa. I loro sistemi di prevenzione si sono dimostrati fallimentari perché ci sono state predazioni anche in presenza di cani e anche all’interno di recinti», sottolineano, non dimenticando l’invito alle associazioni ambientaliste a non partecipare al tavolo. Poi parte un attacco alla comandante della polizia provinciale Anna Maggio che in un’intervista all’Arena aveva precisato che «sebbene la stragrande maggioranza dei capi siano vittime di attacco di lupi, non bisogna dimenticare il problema del randagismo o dei cani padronali lasciati vagare liberamente che costituiscono un pericolo per la fauna selvatica e per i domestici». «NON È UN DISCORSO che regge», attacca Beltramini presidente di Salvaguardia rurale veneta, «perché lo stesso rapporto diffuso dal Parco naturale regionale della Lessinia riporta un solo caso di non attribuzione a lupo che risale al 2 gennaio e su una vacca che era stata ritrovata dopo 25 giorni dalla denuncia di sparizione e sulla quale era impossibile eseguire un’analisi delle cause di morte per l’avanzato stato di decomposizione. Asserire il contrario vuol dire mettere in discussione referti veterinari stilati da professionisti competenti dell’Ulss e non da improvvisati indagatori», ribadisce Beltramini. C’è un’altra questione spinosa di cui si fa portavoce il consigliere regionale Stefano Valdegamberi: «Mi giungono notizie che molti agricoltori non denunciano i danni causati dai lupi perché gira voce che chi lo fa poi riceve "ritorsioni" con controlli puntigliosi all'azienda dalle autorità. La cosa è molto grave. Pare si voglia minimizzare la questione del lupo, facendo desistere gli allevatori dal fare denuncia. C'è paura persino nel fare girare i video su Facebook. Trovo che tutto questo sia assurdo e invito gli allevatori che subiscono queste pressioni a comunicarmelo e garantisco l’anonimato», assicura Valdegamberi. Ha già preso accordi con l’avvocato penalista Danilo Montanari di Villafranca per assicurare assistenza gratuita a quanti vorranno portare la loro testimonianza. «Raccoglieremo tutto in un dossier che il legale provvederà a fare arrivare ai responsabili politici e delle pubbliche amministrazioni coinvolte ed eventualmente anche alla magistratura. Voglio davvero verificare se quanto mi arriva sono fatti fondati in cui si ravvisino pressioni velate, esplicite minacce e ritorsioni», conclude. •

V.Z.

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