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GIAZZA

Una targa e una mostra per celebrare Biasin

Oggi a passo Pertica verrà salita la ferrata che porta il suo nome mentre tante immagini inedite sono esposte fino a ottobre a Illasi
Una delle foto esposte: Biasin si allena sulle mura del castello di Illasi
Una delle foto esposte: Biasin si allena sulle mura del castello di Illasi
Una delle foto esposte: Biasin si allena sulle mura del castello di Illasi
Una delle foto esposte: Biasin si allena sulle mura del castello di Illasi

Giancarlo Biasin, forte alpinista, accademico del Cai è ricordato a cinquant'anni dalla morte, dalle sezioni veronesi del Club alpino italiano, in particolare quella di San Bonifacio che è a lui intitolata e Cesare Battisti a cui era iscritto.
Oggi si ritrovano a passo Pertica quanti lo hanno conosciuto e quanti ancora lo ammirano attraverso la lettura dei suoi resoconti alpinistici.
Alle 13 ci sarà la salita della ferrata della Cengia di Pertica, percorso attrezzato da lui ideato e a lui intitolata dagli amici che dal suo entusiasmo furono trascinati nell'impresa. Verrà collocata una piccola targa commemorativa all'uscita dell'ardita via attrezzata, nei pressi del libro di vetta. Poi al ritorno (verso le 15) commemorazione e brindisi fra i presenti.
Anche Illasi, suo paese natale, dove viveva e dove era anche consigliere comunale, gli ha dedicato una mostra fotografica con scatti inediti usciti dai cassetti di famiglia. È allestita nella biblioteca comunale fino al 12 ottobre, negli orari normali di apertura e inoltre il sabato dalle 15 alle 17 e la domenica dalle 10 alle 12.
L'allestimento, voluto dal Gruppo sportivo Giancarlo Biasin, è stato curato da Simone Cunego, con gusto e competenza. Si parte dai momenti più intimi dell'infanzia, con la nonna Augusta e la sorella Mariella, per arrivare a quelli della giovinezza, a Verona nel 1949 a passeggio sulla passerella di Ponte Navi ancora da ricostruire dal tempo dei bombardamenti, alla laurea in giurisprudenza a Padova.
Ci sono foto degli allenamenti sulle pareti del castello di Illasi, foto dei primi approcci in roccia sulle Piccole Dolomiti e molto materiale arriva dalla spedizione Oxus 63 di cui lo stesso gruppo Biasin aveva celebrato lo scorso anno il cinquantesimo, ricordando l'impresa sul Baba Tangi (6.515 metri) in Afghanistan, nella catena himalayana dell'Hindu Kush, al confine con Cina e Pakistan.
Di questa spedizione i familiari hanno prestato anche una cassetta in legno, quelle marchiate e numerate, come si vedono in alcune fotografie e utilizzate per il trasporto di materiali e viveri.
«La mostra è per far conoscere agli illasiani stessi un nostro concittadino importante e di cui resta il nome in gruppi e al palasport, ma di cui la maggior parte non sa nulla», ha riferito Gabriele Madinelli, presidente del comitato dei gestione della biblioteca. Quando l'allestimento sarà smontato sarà collocato al palasport, proprio perché tutte le generazioni che si susseguiranno abbiano coscienza di chi fu Giancarlo Basin».
Giorgio Madinelli, del Gruppo sportivo Biasin, ha ricordato che «da 45 anni l'associazione porta sulle maglie il cognome di Giancarlo e ovunque andiamo ci sconoscono per i nostri risultati sportivi ma anche per quello che raccontiamo delle sue imprese alpinistiche, della sua lealtà della sua passione per la montagna».
«Prolungamento di un atto d'amore nei confronti di una comunità», ha definito l'esposizione il sindaco Paolo Tertulli, rivendicando all'amministrazione il compito di «far proprie le figure e le tradizioni nobili che hanno attraversato il nostro paese».
L'assessore provinciale alla cultura Marco Ambrosini si è compiaciuto per l'iniziativa culturale «dedicata a un uomo del territorio, in un mondo in cui tutto tende a dilatarsi e in cui è invece importante recuperare e conservare momenti intimi di storia e vita locale».

Vittorio Zambaldo

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